L’ acronimo AWS, divenuto ormai celebre in tutto il mondo anche tra i non addetti ai lavori, rappresenta, invero, il “brand” con il quale è stata presentata al grande pubblico la piattaforma cloud “più completa e utilizzata del mondo” (così almeno è presentata sul portale ufficiale dell’azienda statunitense): Amazon Web Services, che offre più di 200 servizi completi attraverso data center distribuiti praticamente in tutto il mondo.
Sono ormai milioni i clienti che utilizzano AWS con l’obiettivo di diminuire i costi, diventare più agili e innovarsi in modo più rapido.
AWS, infatti, offre un numero estremamente elevato di servizi e di funzionalità che vanno dalle infrastrutture per il calcolo all’archiviazione e i database passando per le nuove tecnologie, quali machine learning, intelligenza artificiale, data lake, analytics e Internet of Things.
In tal modo, gli strateghi di Amazon intendono rendere quanto più possibile veloce ed efficiente migrare verso il cloud le applicazioni esistenti, così da permettere ai clienti di creare, quasi in tempo reale, qualsiasi tipologia di infrastruttura digitale.
Com’è nato AWS
Nato come piattaforma dedicata alla gestione dell’infrastruttura interna del popolare sito di e-Commerce Amazon, a partire dal 2006 Amazon Web Services (AWS) è stato messo a disposizione del grande pubblico per offrire ai clienti e ai partner l’accesso a numerosi strumenti per gestire potenza di calcolo, archiviazione di banche dati e servizi di distribuzione dei contenuti.
Secondo quanto indicato da Nicola Previati in una intervista rilasciata nel 2016 al portale 01Net, “la struttura ha supportato per dieci anni le attività di Amazon nell’ecommerce. Decidere di rendere disponibili gli stessi servizi ai propri clienti è stata una conseguenza logica. I primi clienti sono stati gli sviluppatori e le imprese, che hanno iniziato a utilizzare l’infrastruttura on demand, partendo da necessità di business immediate, spesso legate a iniziative di marketing, per poi allargare a tutti i workload“.
Cosa si può fare con AWS?
Con oltre 200 servizi completi disponibili dai data center di tutto il mondo, il cloud AWS punta a fornire alle aziende tutti gli strumenti necessari per sviluppare, distribuire e gestire le applicazioni.
Ad esempio, con il cloud AWS, è possibile avviare una macchina virtuale, specificando il numero di core, memoria, storage e altre caratteristiche in secondi e pagare per l’infrastruttura in incrementi al secondo solo mentre è in esecuzione.
Uno dei principali vantaggi della rete dell’infrastruttura globale AWS è rappresentato dalla possibilità di eseguire il “provisioning” delle risorse nella regione o nelle regioni che meglio si adattano allo specifico caso commerciale per il solo tempo strettamente necessario.
Come anticipato in precedenza, grazie alle caratteristiche di flessibilità e scalabilità integrate all’interno della piattaforma, è possibile, ad esempio, implementare un’applicazione “prototipo”, finalizzata a servire un unico cliente, per poi ridimensionarla e permetterle di gestire milioni di accessi contemporanei.
Nella vision di Amazon, inoltre, il Cloud non è solo uno strumento tecnologico in grado di ottimizzare l’uso delle risorse informatiche ma rappresenta anche un modo per mettere in relazione diversi soggetti: il colosso statunitense, infatti, ha lanciato anche il programma “Aws Activate for Start-ups” che opera in sinergia con start up, incubatori e acceleratori d’impresa, puntando a creare un canale di interlocuzione fra le aziende e gli addetti ai lavori in ambito tecnologico e finanziario.
Video: Cos’è AWS?
Steve Midgley, Head of Amazon a livello Emea, in una intervista rilasciata al Sole 24 Ore, ha rimarcato come l’obiettivo di Amazon sia quello di permettere anche alle aziende più piccole di fare innovazione grazie al cloud.
Il punto di forza aggiuntivo sul quale Amazon punta in maniera estremamente decisa è rappresentato dalla formula di pagamento a consumo in modalità pay as you go che permette essenzialmente a un’azienda di avviare un progetto a costi di ingresso limitati, verificarne in tempo reale i riscontri sotto il profilo del business e decidere, senza alcun vincolo, di cessare il servizio o incrementarlo in base alle proprie reali esigenze.
Aws si presenta, dunque, come un ”ambiente” capace di rispondere a tutte le esigenze di un’azienda che affronta progetti di virtualizzazione delle risorse fisiche o che nasce con l’idea di operare in modo sistematico nella nuvola informatica.
Amazon, pertanto, non punta a offrire un particolare modello di cloud “preconfezionato” ma, al contrario, intende modellare l’infrastruttura informatica rispetto alle specifiche esigenze di elaborazione richieste, anche perché, secondo il pensiero di Midgley, “Ogni azienda ha un proprio ambiente ideale per operare in cloud”.
Secondo quanto è possibile leggere sul sito ufficiale, il cloud AWS comprende un’ampia gamma di prodotti globali basati su cloud che include elaborazione, storage, database, analisi, networking, dispositivi mobili, strumenti per sviluppatori, strumenti di gestione, IoT, sicurezza e applicazioni aziendali: on-demand, disponibile in pochi secondi, con prezzi con pagamento in base al consumo.
Chi usa Amazon Web Services
Per comprendere al meglio le dimensioni raggiunte nel corso degli anni da AWS, è sufficiente considerare che, allo stato attuale, il servizio cloud offerto da Amazon possa contare al momento oltre un milione di utenti attivi connessi ad aziende operanti praticamente in tutti i settori del commercio e dell’industria.
Come chiaramente indicato sul sito ufficiale del colosso statunitense, la politica di Amazon è quella di raggiungere i grandi player internazionali quali Goldman Sachs, Coca-Cola, Johnson & Johnson, Siemens, Shell, e Comcas, che non a caso fanno parte del prestigioso carnet di clienti, ma anche le start-up e le piccole imprese che hanno necessità di costruire prodotti e servizi innovativi, farli penetrare sul mercato più rapidamente e rimanere al passo con i cambiamenti di un mercato globale sempre più frenetico e mutevole.
I casi di successo di AWS
Nella tabella riportata di seguito sono riportati alcuni tra i principali casi di successo descritti sul sito di Amazon con l’obiettivo di dimostrare come l’utilizzo dei servizi forniti da AWS possa aiutare anche aziende leader del mercato ad apportare innovazioni in grado di migliorare ulteriormente la propria organizzazione.
Moderna utilizza un’ampia gamma di servizi AWS per supportare ogni aspetto delle sue operazioni digitali basate sui dati, con l’obiettivo di ridurre i tempi e i costi di introduzione sul mercato di nuove terapie salvavita. In particolare, AWS si è rivelato uno strumento di fondamentale importanza in un momento di frenetica crescita del business di Moderna come quello nel quale l’Azienda farmaceutica ha avviato il processo di produzione dell’ormai famoso vaccino anti Covid-19. | McDonald’s ha creato e lanciato la piattaforma Home Delivery in meno di quattro mesi utilizzando un’architettura di microservizi in esecuzione su Amazon Elastic Container Service, Amazon Elastic Container Registry, Application Load Balancer, Amazon Elasticache, Amazon SQS, Amazon RDS e amazon s3. L’architettura dei microservizi cloud-native consente alla piattaforma di scalare fino a 20.000 ordini al secondo con una latenza inferiore a 100 millisecondi e le API aperte consentono a McDonald’s di integrarsi facilmente con più partner di consegna globali. | Il Gruppo Formula One (Formula 1) utilizza AWS Machine Learning per sbloccare i dati sulle prestazioni di ogni auto da corsa e fornire ai tifosi una visione più completa in merito a quello che accade in pista. |
Finra, che controlla il 99% delle negoziazioni di capitale negli Stati Uniti, in appena tre mesi, ha sviluppato su AWS una soluzione per eseguire in sicurezza 500 miliardi di controlli di validità al giorno. | Nel 2018, Verizon ha selezionato Amazon Web Services (AWS) come fornitore di cloud pubblico preferito con l’intenzione di migrare su AWS oltre 1.000 applicazioni business-critical e sistemi di back-end di database. Pioniera della tecnologia wireless 5G, Verizon è stata la prima azienda a offrire una rete mobile 5G commerciale. Per i suoi clienti che desiderano un’infrastruttura di edge computing dedicata e altamente sicura in locale, Verizon offre edge computing mobile privato utilizzando AWS Outposts. | Fondata nel 1969, Korean Air è la compagnia di bandiera della Corea del Sud e la più grande compagnia aerea che gestisce 156 aerei passeggeri che servono 120 città in 43 paesi. Nel 2018, Korean Air ha iniziato a migrare l’intera infrastruttura IT nel cloud, diventando nel 2021 il primo vettore globale a servizio completo a completare una migrazione all-in ad Amazon Web Services (AWS). |
Utilizzando Amazon Web Services (AWS), Netflix sta migliorando la creazione di contenuti globali costruendo strumenti di collaborazione flessibili e flussi di lavoro che consentono ai team di operare praticamente in ogni luogo del mondo, superando in maniera definitiva i paradigmi lavorativi legati ad una postazione di lavoro o ad una sede aziendale. | Salesforce, Inc. (Salesforce), ha scelto Amazon Web Services (AWS) come principale fornitore di cloud nel 2016. Basandosi sulle soluzioni di archiviazione, calcolo e intelligenza artificiale (IA) di AWS, Salesforce innova e implementa nuove applicazioni aziendali, come i call center virtuali che potenziano i team high-velocity sales con Amazon Connect, in aggiunta ai servizi di IA e machine learning (ML) di AWS. | Dopo 20 anni di gestione dei propri data center on-premises, nel 2013 Coca-Cola è passata ad Amazon Web Services (AWS). La causa scatenante è stato, invero, il picco di traffico sul sito Web generato dallo spot sul Super Bowl che ha sovraccaricato i suoi server mandando in crash i sistemi informativi aziendali. Dopo la migrazione, Coca-Cola ha ridotto i costi operativi del 40% e il volume dei ticket IT dell’80%. |
Cosa sono e quanto costano le certificazioni Amazon Web Services
Lo straordinario successo di AWS ha fatto nascere l’esigenza di reperire sul mercato professionalità in grado di sfruttare al meglio le enormi potenzialità connesse alla piattaforma messa a disposizione ad Amazon.
Per tali motivazioni, confermando le proprie capacità di adattarsi alle mutevoli esigenze dei propri clienti per incrementare sempre più il proprio raggio d’azione e conseguentemente i propri guadagni, la multinazionale fondata da Bezos ha deciso di lanciare un vero e proprio programma di “certificazioni” in grado di attestare le competenze, le conoscenze e le abilità di tutti coloro che intendono proporsi come esperti di AWS.
Naturalmente l’iniziativa, partita ormai qualche anno fa, ha richiamato l’attenzione di un considerevole numero di addetti ai lavori tanto che allo stato attuale sono oltre un milione le certificazioni AWS attive in tutto il mondo.
In particolare, Amazon propone due grandi tipologie di certificazioni, ossia quelle “basate sul ruolo” (Foundational, Associate e Professional), che puntano ad attestare le skill di particolari figure professionali necessarie ad ogni azienda per utilizzare al meglio AWS, e quelle “verticali” (denominate “Specialty”), che invece mirano a formare super-esperti in grado di specializzarsi su argomenti estremamente settoriali.
Le certificazioni Amazon Web Services
Foundational
La certificazione “Cloud Practitioner“, l’unica che rientra nella classificazione “Foundational”, permette di acquisire conoscenze sui principi basilari del Cloud AWS.
Rappresentando il livello più basso ed in qualche modo fungendo da porta d’accesso al variegato universo delle competenze certificate da Amazon, non richiede alcuna esperienza pregressa.
Panoramica dell’esame
- Livello: Base
- Durata: 90 minuti per il completamento dell’esame
- Costo: 100 dollari Usa (circa 95 euro)
- Formato: 65 domande a scelta multipla o risposta multipla
- Metodo di erogazione: Pearson VUE e PSI; centro per i test o esame supervisionato online.
Associate
Al secondo livello delle certificazioni Amazon “role based”, denominato “Associate”, si trovano tre diverse “qualifiche” che permettono a tutti i professionisti di consolidare la propria conoscenza del mondo AWS.
In particolare:
- AWS certified solutions architect: permette di dimostrare le proprie conoscenze e competenze avanzate nel fornire soluzioni complesse a problemi complessi, ottimizzando gli aspetti connessi alla sicurezza, ai costi ed alle prestazioni ma anche automatizzando i processi manuali. Tale certificazione aiuta le organizzazioni a identificare e sviluppare personale con competenze critiche per l’implementazione di iniziative cloud.
- AWS Certified SysOps Administrator: aiutano le organizzazioni a identificare e sviluppare talenti con competenze essenziali per implementare le iniziative cloud. Secondo quanto indicato da Amazon, tale certificazione dimostra esperienza nell’implementazione, gestione e operatività di carichi di lavoro su AWS.
- AWS Certified Developer: dimostra la conoscenza e la comprensione dei principali servizi AWS, degli usi e delle best practice di base dell’architettura di Amazon, oltre alla competenza nello sviluppo, nell’implementazione e nel debug di applicazioni basate sul cloud.
Secondo quanto si legge sul sito ufficiale, per conseguire tali certificazioni è consigliabile avere già acquisito esperienza nell’ambito della nuvola digitale ed avere sviluppato una solida esperienza IT on-premise in passato.
Panoramica dell’esame
- Durata: 130 minuti per il completamento dell’esame
- Costo: 150 dollari Usa (circa 140 euro)
- Formato: 65 domande a scelta o risposta multipla.
- Metodo di erogazione: Pearson VUE e PSI; centro per i test o esame supervisionato online.
Professional
Le certificazioni “Professional”, finalizzate a comprovare, le competenze e le conoscenze avanzate richieste per progettare applicazioni sicure, ottimizzate e moderne e per automatizzare i processi su AWS, prevedono due tipologie di credenziali:
- Solutions Architect: consentono di dimostrare le proprie conoscenze e competenze avanzate nel fornire soluzioni complesse a problemi complessi, ottimizzando sicurezza, costi e prestazioni e automatizzando i processi manuali. Tale certificazione aiuta le organizzazioni a identificare e sviluppare personale con competenze critiche per l’implementazione di iniziative cloud.
- DevOps Engineer: mette in evidenza le competenze tecniche delle persone nel provisioning, nell’operatività e nella gestione di sistemi applicativi distribuiti sulla piattaforma AWS. Nelle intenzioni di Amazon, le organizzazioni che si avvalgono di questi professionisti qualificati possono garantire una consegna rapida di sistemi sicuri, conformi, altamente disponibili e scalabili.
In relazione alla complessità degli argomenti trattati durante l’esame, è raccomandato il possesso di 2 anni di esperienza pregressa con il Cloud AWS.
Panoramica dell’esame
- Durata: 180 minuti per il completamento dell’esame
- Costo: 300 dollari Usa (circa 280 euro)
- Visita la sezione Exam pricing (Costo esami) per informazioni sui costi aggiuntivi.
- Formato: 75 domande a scelta o risposta multipla
- Metodo di erogazione: Pearson VUE e PSI; centro per i test o esame supervisionato online
Specialty
Le certificazioni di tipo “Specialty” permettono ai professionisti interessati di approfondire le conoscenze e posizionarsi come consulenti di fiducia per le aziende nelle seguenti sei aree strategiche:
- Advanced Networking: attesta il possesso di avanzate competenze tecniche necessarie per la progettazione e l’implementazione di architetture di rete AWS;
- Data analytics: comprova le competenze nell’uso dei data lake e dei servizi analitici AWS per ricavare informazioni dettagliate dai dati;
- Certified Database: convalida le competenze relative a suggerimenti, progettazione e manutenzione delle soluzioni di database AWS ottimali;
- Certified Machine Learning: convalida l’acquisizione delle competenze necessarie per progettare, implementare e gestire soluzioni di Machine Learning;
- Certified Security attesta il possesso delle avanzate competenze tecniche necessarie per proteggere la piattaforma AWS;
- SAP on AWS: conferma le competenze nella progettazione, nell’implementazione, nella migrazione e nella gestione dei carichi di lavoro su AWS.
Panoramica dell’esame
- Durata: 170 minuti per il completamento dell’esame
- Costo: 300 dollari Usa (circa 280 euro);
- Visita la sezione Exam pricing (Costo esami) per informazioni sui costi aggiuntivi.
- Formato: 65 domande a scelta o risposta multipla
- Metodo di erogazione: Pearson VUE e PSI; centro per i test o esame supervisionato online.
Dove si trovano i server Amazon?
Una delle più importanti caratteristiche, che contribuisce a rendere Amazon il leader indiscusso del Cloud mondiale, è rappresentata dalla straordinaria capillarità dei data-center operanti praticamente in tutto il mondo.
Il colosso statunitense, infatti, garantisce 96 zone di disponibilità all’interno di 30 regioni geografiche in tutto il mondo, con altre 15 zone di disponibilità e 5 ulteriori regioni AWS già annunciate in Australia, Canada, Israele, Nuova Zelanda e Thailandia.
Particolarmente interessante è il concetto di Regione, che è intesa come luogo fisico nel mondo in cui sono dislocati i data center ed è costituita da un minimo di tre “zone di disponibilità” (ossia gruppi logici di centri di elaborazione dati) isolate e fisicamente separate all’interno di un’area geografica.
Ogni zona dispone di capacità di alimentazione, raffreddamento e sicurezza fisica proprie ed è connessa grazie a reti ridondanti caratterizzate da latenza bassissima. I clienti Amazon Web Services che cercano un’alta disponibilità possono progettare le loro applicazioni in modo da farle operare in diverse zone di disponibilità, così da raggiungere una tolleranza ai guasti maggiore.
Una zona di disponibilità, che consiste in uno o più data center provvisti di alimentazione, rete e connettività ridondanti in una regione AWS, consente, in particolare, di eseguire applicazioni e database in ambienti di produzione con livelli di disponibilità, tolleranza ai guasti e scalabilità che sarebbero impossibili da ottenere all’interno di un singolo data center. Il partizionamento di un’applicazione in diverse zone di disponibilità consente l’isolamento delle aziende e le protegge da problemi come blackout, fulmini, tornado, terremoti e altro ancora.
Le zone di disponibilità, infine, sono fisicamente separate tra loro da una distanza significativa, di molti chilometri, pur restando nel raggio di 100 km l’una dall’altra, così da garantire anche la possibilità di effettuare copie sincrone dei dati, incrementando in tal modo il livello di sicurezza e resilienza complessiva dell’intera infrastruttura.
L’ascesa di Amazon nel Cloud
La grande rivoluzione del Cloud produrrà i propri effetti in un intervallo di tempo estremamente lungo e non solo sarà in grado di condizionare le abitudini e gli stili di vita di miliardi di persone ma riuscirà a spostare in maniera significativa anche gli equilibri di mercato.
Fin dalla sua nascita, invero, la tecnologia basata sulla “nuvola digitale” è stata indicata potenzialmente “disruptive”, ossia in grado di trasformare radicalmente un mondo già in frenetica evoluzione come quello dell’Information Technology.
Partendo da tale constatazione, ormai universalmente accettata, tutti i più grandi player mondiali hanno avviato da anni una vera e propria corsa verso la conquista di quote sempre maggiori di clienti sia pubblici che privati.
Un ruolo a parte, fin dall’inizio, è stato invero giocato da Amazon che, avendo investito sul Cloud fin dagli albori di questa tecnologia, può oggi contare su un vantaggio competitivo difficilmente colmabile nel breve periodo.
Analizzando, ad esempio, i risultati di un’accurata indagine condotta da Gartner emerge come il colosso con sede a Seattle non conosca praticamente concorrenza nel settore della “nuvola IT” tanto da porsi nell’ormai celebre “quadrante magico” non solo tra i “leader” “visionari” ma in una posizione di netta superiorità rispetto a tutti gli aspiranti (e prestigiosi) competitor.
Fonte: Gartner
Il colosso fondato da Jeff Bezos, invero, ha creato e messo sul mercato un vero e proprio ecosistema digitale basato sul Cloud che permette ad aziende di ogni dimensione di fruire di un’infrastruttura personalizzata e fortemente ritagliata sulle proprie esigenze attraverso la quale erogare servizi di ogni tipologia, forma e complessità.
Un’azienda, grazie alle funzionalità, agli strumenti e alle risorse informatiche messe a disposizione sulla grande nuvola virtuale, può “affittare” (e pagare per il solo tempo di effettivo utilizzo) capacità elaborativa, spazio per la memorizzazione di dati, sistemi per la gestione di archivi digitali e database oltre a tutto quello che serve per raggiungere i propri clienti sul web e per assicurare adeguati livelli di sicurezza in termini di disponibilità, riservatezza e integrità delle informazioni.
In estrema sintesi, non è più necessario dotarsi di data-center, di dispositivi fisici quali server, switch, router ma soprattutto, grazie alle straordinarie semplificazioni del Cloud, non è più richiesto agli imprenditori di affrontare ingenti investimenti prima che sia effettivamente necessario.
È possibile affermare, invero, che i sistemi cloud permettono a qualunque tipologia di impresa (dalle multinazionali alle piccole aziende a conduzione familiare) di far crescere i propri sistemi in maniera fortemente sincronizzata con il proprio “core business” e con le dimensioni del proprio volume di affari.
Un ulteriore obiettivo delle grandi piattaforme cloud è quello di garantire infrastrutture ed ambienti digitali progettati, pensati, implementati, collaudati e testati in maniera tale che possano adattarsi alle condizioni più sfavorevoli e sappiano trasformarsi in base agli eventi quasi come una spugna che aumenta il proprio volume quando è inondata dall’acqua e si restringe quando è “scarica”.
Conclusioni
Attraverso una vasta rete di computer (decine di migliaia e più) interconnessi tra loro, le infrastrutture cloud permettono di rispondere automaticamente alle mutevoli richieste degli utenti e di assegnare “on demand” carichi di lavoro alle risorse di elaborazione, archiviazione e rete.
Per comprendere ancora meglio, pensiamo a quello che è considerato un caso di scuola: nel momento in cui è andata in onda la “premiere” dell’ottava stagione de “Il Trono di Spade” addirittura 17,4 milioni di persone, di cui oltre 5 milioni in streaming, si sono sintonizzate sui canali della HBO senza sperimentare disagi o ritardi nella visualizzazione.
Tale straordinario, storico, risultato è stato possibile grazie a una gigantesca rete di server e data center che virtualmente accresceva le proprie risorse in tempo reale, adeguandosi alle richieste degli utenti, per poi contrarsi nuovamente, come una sorta di fisarmonica informatica, una volta che il numero di connessioni era diminuito fino a ritornare alla normalità.
Si tratta, come è di tutta evidenza, di una vera e propria rivoluzione (l’ennesima in questa era iper-tecnologica), che sta nuovamente ridisegnando i confini non solo virtuali dei CED, delle reti informatiche, delle architetture digitali.