Le tecnologie biometriche trovano un utilizzo sempre più diffuso negli ambiti più diversi: dall’impronta digitale per l’autenticazione dell’utente di un dispositivo mobile o di un pc al riconoscimento facciale e alla scansione dell’iride, per arrivare al riconoscimento della morfologia vascolare di un dito o del palmo della mano (come la Palm Vein Authentication di Fujitsu) per verificare l’identità di una persona o per abilitare determinati servizi o autorizzarne l’accesso a spazi riservati.
Alcune di queste applicazioni sono recenti, altre sono consolidate da anni: nuovo, in assoluto, è però l’approccio.
Se fino a qualche tempo fa, l’utilizzo delle tecnologie biometriche serviva ad abilitare singoli eventi, oggi l’attenzione si sposta sul dato, sulle correlazioni e sulle evidenze che nascono proprio dai dati e dalle correlazioni.
Dalla domotica all’ospitalità
Qualche esempio?
Pensiamo ai settori dell’ospitalità e della domotica. Vi sono campus universitari che hanno deciso di utilizzare l’impronta biometrica per autorizzare l’accesso degli studenti alle proprie stanze, riducendo così rischi ed oneri connessi alle continue sostituzioni delle chiavi a causa di smarrimenti o furti.
Analogamente, i sensori biometrici installati all’interno di una abitazione consentono di regolare luminosità, temperature, aperture e chiusure di porte e cancelli, tarandosi sul profilo d’uso di ciascun abitante della casa.
Gli stessi dati raccolti puntualmente dai sensori possono essere utilizzati in ambito assicurativo per trarre informazioni sulla frequenza con la quale vengono aggiunti ospiti temporanei o la disattenzione con la quale vengono dimenticati aperti ad esempio i portoni dei garage o i cancelli di ingresso, consentendo una modulazione dei premi sulla base dei profili comportamentali.
Similmente, le utilities sono in grado non solo di tarare le proprie proposte sui profili di consumo, ma identificare eventuali anomalie, che possono richiedere ad esempio l’intervento di un tecnico, anche prima che il guasto o il malfunzionamento abbia luogo.
L’ambito sanitario
In ambito sanitario, poi, i dati biometrici garantiscono una maggiore accuratezza nell’identificazione del paziente, soprattutto nei centri di pronto soccorso, possono essere utilizzati per monitorare il gli effetti di un percorso riabilitativo, o ancora, all’interno di un ospedale servono per garantire l’accesso ad aree specifiche o a documentazioni sanitarie solo al personale autorizzato.
Interessanti casi applicativi, vedono la biometria utilizzata per localizzare i pazienti, soprattutto se disorientati. Fujitsu, ad esempio, ha in corso una sperimentazione presso una casa di cura olandese, la Sint Maartenskliniek in Nijmegen, che utilizza le sue tecnologie biometriche e indossabili per la gestione del percorso di riabilitazione motoria di 50 pazienti. I soggetti che partecipano al programma indossano sensori che registrano movimenti, equilibrio e altri parametri vitali: tutti i dati vengono inviati in cloud così che i medici possano seguire anche da remoto i progressi di ciascuno.
Sempre in Olanda, un secondo progetto, in corso presso l’ospedale di Slingeland, utilizza biometria e dispositivi indossabili per il monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti, con l’obiettivo di migliorare la qualità della cura e abilitare sistemi di alert in caso di peggioramento delle condizioni di salute.
In tutti questi ambiti, Fujitsu gioca una partita importante, forte, soprattutto, delle importanti partnership che stringe con player che vanno a complemento della sua offerta e con i quali sviluppa soluzioni specifiche per ogni segmenti di mercato e per ogni caso d’uso.