Il Data Act trova l’accordo Ue. L’obiettivo è quello di concedere maggiore potere a utenti e imprese e PA, offrendo al contempo protezione ai segreti commerciali.
Il regolamento permette infatti di accentuare l’innovazione senza barriere che ostacolano l’accesso ai dati (e sotto quali condizioni). Ecco come prevenire anche i trasferimenti illegali di dati.
Data Act: c’è l’accordo Ue
La Ue ha raggiunto l’accordo sul Data Act ovvero le nuove norme per regolamentare l’accesso a dati e algoritmi in Unione europea, soprattutto nei campi dell’Internet of Things (IoT), apparecchiature connesse di Industria 4.0 e dell’intelligenza artificiale (AI).
Mira allo sblocco dei dati industriali non personali, aumentando il controllo e il potere di condivisione sui propri dati a utenti, imprese e pubbliche amministrazioni.
Protezione e prevenzione
Il Data Act tutela i segreti commerciali e previene i trasferimenti illegali di dati.
Le norme semplificano anche la migrazione da un servizio cloud a un altro. Prevede inoltre che i governi possano richiedere dati delle aziende in tempi di emergenza. Invece assicura la protezione sui segreti commerciali.
“Il Data Act è un game-changer”, commenta Pilar del Castillo Vera (PPE, Spagna): “Disporre di dati sul funzionamento dei macchinari industriali permetterà a fabbriche, aziende agricole e imprese edili di migliorare i cicli operativi, le linee produttive la gestione della catena di approvvigionamento. La legge sui dati creerà un nuovo sistema agile che consentirà facile accesso a una quantità quasi infinita di dati di alta qualità. Sarà cruciale per migliorare i modelli e i processi aziendali esistenti, dando nuovo impulso allo sviluppo di nuovi modelli e creando nuovo valore. In altre parole, un’opportunità per l’innovazione e la competitività“.