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Data Deluge: come non annegare in un diluvio di dati

Le aziende stanno raccogliendo più dati di sempre, con l’obiettivo di far leva su insights ed efficienza. Servono però strumenti per estrarre informazioni dai dati, per unire i puntini nell’era di big data e GPT4

Pubblicato il 19 Apr 2023

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Il Data Deluge, ovvero il diluvio dei dati, è un tema caldo nell’era dei big data.

Il cloud supporta la raccolta dei dati che i dipartimenti IT intendono rendere utilizzabili per l’intelligenza artificiale (AI). Ma esistono criticità da superare. Ecco come.

Data Deluge: tool per estrarre informazioni da dati

Secondo il sondaggio globale di Salesforce, il 33% dei business leader ha ammesso di non riuscire a generare insights significativi dai loro dati e il 30% afferma di essere sommerso dal volume dei dati.

Le aziende stanno raccogliendo più dati di sempre, con l’obiettivo di far leva su insights ed efficienza. Ma in molti casi, la mole di dati li sta facendo annegare in un mare di terabyte di cui non comprendono il senso.

“In alcuni casi, è un fenomeno travolgente,” ammette Sam Jaddi, Chief information officer (CIO)  dell’azienda di sicurezza ADT. L’azienda raccoglie da 3 a 4 terabyte di dati ogni giorno, “una quantità significativa di of data to sift through”, ha aggiunto.

Come risolvere il problema

Le imprese possono usare gli insights raccolti da dati operativi e dei clienti per ottimizzare i costi, personalizzare le esperienze, aumentare il fatturato e diventare più competitivi.

Secondo i tech leader, le aziende che non hanno una forte presa sui propri dati, faticheranno per personalizzare e fare leva sulle possibilità aperte dall’intelligenza artificiale, inclusa l’AI generativa dei modelli AI, come GPT4.

Secondo Shamim Mohammad, chief information and technology officer del retailer delle auto usate, CarMax, “il volume dei datinon stanno rallentando, ma i dati arrivano dappertutto”.

Il Data Deluge è l’altra faccia del modo in cui i consumatori stanno interagendo con le aziende attraverso i canali digitali, mentre aumentano i dispositivi connessi che inviano dati da ogni postazione fisica.

Ma questo tsunami di dati avviene a causa dell’assenza di un “common identifiers” che identificherebbe il cliente che naviga online come lo stesso cliente che entra in store, perché non si uniscono i puntini. Bisogna invece connettere i pezzi di dati.

Juergen Mueller, Chief technology officer di SAP, ammette che nessuna azienda ha i dati sotto completo controllo e riconosce il cliente che invia messaggi e che fa shopping online. Un cliente in cerca di un’esperienza coerente, invece.

I dati risiedono in molteplici luoghi, presso cloud provider ed altri vendor differenti come on-premise. Ma, secondo Mueller, quando si estraggono i dati e li si esportano in una location centrale per sottoporli ad analisi, spesso perdono molte informazioni contestuali, come unità e misure.

Come fare con 120 app per il cloud

L’80% dei data project deve pulire i dati e re-creare il contesto. Inoltre il complesso software contribuisce alle difficoltà, dal momento che le aziende si avvalgono di 120 cloud app.

In alcuni casi, i CIO hanno accelerato sul fronte dell’innovazione senza pensare alle conseguenze, come data management o perfino i costi legati al cloud, dopo aver implementato l’infrastruttura. Lo afferma al Wall Street Journal Matt Baker, senior vice presidente della strategi aziendale di Dell Technologies.

“I CIO sono sottoposti a pressioni in differenti direzioni”, conclude Baker. Hanno bisogno di strumenti estrarre informazioni dai dati, per unire i puntini e migliorare la customer experience.

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