Sottoposte a una doppia pressione e ai perenni vincoli sui costi, le aziende hanno una forte urgenza di innovare ma in modo agile e, soprattutto, efficiente. Non possono permettersi di perdere tempo o sprecare risorse, umane e finanziarie.
“Il rischio recessione sta portando i regolatori ad aumentare vincoli e norme, le urgenze legate alla compliance potrebbero crescere impattando sul business, soprattutto nei settori più vigilati. Allo stesso tempo, il mercato non cessa di pretendere soluzioni sempre istantanee ed efficaci per ogni problema. La tecnologia è chiamata a supportare le aziende che si trovano sottoposte a queste due ‘pressioni’” ha spiegato Michael Beckley, CTO e Founder di Appian durante l’evento Appian Europe 2022, a Londra. La sua è un’analisi in prima persona dell’attuale ruolo di chi porta innovazione sul mercato e vuole farlo in sintonia con i reali e attuali bisogni.
Dietro front sull’innovazione IT, la riduzione costi torna prioritaria
Anche rispetto a solo un anno fa, il contesto e le dinamiche sono completamente cambiate. Lo si percepisce chiaramente scorrendo i dati della ricerca “Dall’accelerazione alla recessione: perché l’empowerment degli sviluppatori è fondamentale per l’innovazione in azienda”, realizzata da Appian interrogando 1.500 sviluppatori e ingegneri del software operativi in Europa.
Il 73% di quelli italiani sostiene ci si stia iniziando a focalizzare più sulla riduzione dei costi che sull’innovazione. Per l’81% è concreto il rischio di congelamento del budget e dell’organico IT, una scelta che comporterebbe non pochi danni alla crescita e alla trasformazione tecnologica delle imprese.
L’impatto più forte e immediato, però, lo subirebbe il team IT stesso. Conquistato solo di recente un posto al tavolo delle decisioni strategiche per il business (77%) e attirata l’attenzione dei C-Level verso la digital transformation (82%), ora potrebbero veder vanificati i loro sforzi. “La loro capacità di guidare la business agility potrebbe avere vita breve” afferma la ricerca.
Tale dietro front di budget e di priorità, rispetto all’innovazione IT, potrebbe indebolire un’azienda da diversi punti di vista, secondo i developer europei. Diverrebbe più frammentata e isolata (49%) e meno competitiva (44%), faticherebbe a capitalizzare le nuove opportunità di crescita (48%) e si troverebbe ad affrontare un crescente turnover del personale IT (48%). Uno scenario “in salita” ma in cui esistono opportunità per reagire. Dalla ricerca, per il contesto italiano, emergono quattro fattori critici di crescita, a fronte di condizioni economiche difficili:
- la capacità di sfruttare nuove tecnologie e piattaforme (43%)
- la varietà nella forza lavoro (40%)
- il mantenimento del focus sulla mission principale (38%)
- la capacità di investire sulle giuste opportunità e sulla formazione (38%).
Oltre a queste azioni concrete e a breve termine, ne esistono anche altre da compiere adesso per assicurarsi una maggiore agilità e resilienza nel futuro, qualsiasi nuova turbolenza si prospetti all’orizzonte.
Non solo raccogliere ma connettere dati: verso il data fabric
Lasciando da parte le “pressioni” del momento, un terzo dei developer segnala come ostacolo all’IT la presenza di troppi silos. Il 43% ha invece notato la tendenza a scavalcare il team IT interno, da parte del business, per rivolgersi direttamente ai fornitori IT.
Da questi “trend” nascono due necessità su cui iniziare a lavorare ora, per raggiungere risultati tangibili prima che sia troppo tardi. Una forza lavoro con più professionisti IT esperti di business e più professionisti del business esperti in IT, da un lato, e dall’altro una modalità di lavoro basata sulla collaborazione e sulla comprensione reciproca.
Low code, AI e ML sono tre alleati tecnologici importanti per adattarsi al cambiamento e svolgere il lavoro più velocemente, impattando rispettivamente per il 35%, il 30% e il 32%. Il vero “big step” potrebbe essere quello del Data Fabric, una impegnativa “capriola” culturale, oltre che tecnologica, ma che consente di non giocare solo in difesa.
Questo ambiente dati distribuito e facilmente accessibile rende le aziende in grado di gestire le informazioni ivi contenute in modo unificato e coerente. Niente più silos, quindi, e ottime basi per quella inedita collaborazione tra team, oggi essenziale. Il data fabric è una sorta di evoluzione del data lake che si limita invece a raccogliere dati da diverse fonti. “Nella fabric, i dati vengono messi in relazione in real time, con importanti vantaggi in termini di velocità” ha precisato Beckley, dando concretezza con alcuni esempi. Report pronti in 5 minuti invece che in 3 ore, il 75% di codice in meno per creare chart, operazioni di sicurezza svolte in metà del tempo e ricerche da due a quattro volte più rapide.
Data fabric, ecosistema competente e nuovi settori: il 2023 di Appian
Non è un caso che Appian abbia adocchiato questo nuovo paradigma puntandovi sia dal punto di vista tecnologico che di comunicazione. Lo vede come decisivo nel perseguire la sua mission: portare semplicità in ambienti IT sempre più complessi e frammentati.
Il 45% dei clienti ha accolto favorevolmente la novità che l’azienda ha proposto e messo al centro del suo Appian Europe 2022 di Londra. Lato ecosistema, però, questa nuova veste dell’offerta implica un decisivo passo avanti a livello di competenze. Con un +40% di partner e un + 45% di certificazioni, Appian nel 2023 ha dichiarato di voler puntare sempre di più sulla formazione del proprio ecosistema, ma non solo. Si occuperà anche di rafforzare il posizionamento nel finance, facendo leva su casi d’uso come business operations, customer lifecycle e compliance, e sulla nuova collaborazione con Feedzai, specializzata in rilevamento e protezione dalle frodi tramite machine learning. Con il data fabric, mira ad allargare la propria presenza anche in altri settori quali energia e utilities, istruzione, trasporti, PA, supply chain e ICT.