Nonostante le facoltà scientifiche abbiano raggiunto il 35% di ragazze iscritte all’università, una tra le professioni più richieste dalle aziende, quella del Data Scientist, è ancora una scelta per poche.
A livello globale, le donne rappresentano solo il 15% dei professionisti della Data Science, uno squilibrio di genere che incide sull’Intelligenza Artificiale, un mondo che trae la sua forza proprio dall’uso dei dati e che necessita di essere diffuso tra la pluralità della popolazione per diventare una risorsa preziosa per l’economia, donne comprese.
Lo dimostra il nuovo studio del Boston Consulting Group “What’s Keeping Women Out of Data Science” che è stato condotto su un campione di più di 9000 studenti e neo laureati di dieci paesi, dall’Australia alla Spagna.
“Nonostante la scienza dei dati sia uno dei settori più caldi e in rapida crescita del mercato del lavoro, rimane un campo fortemente dominato dagli uomini e poco aperto alle donne” dichiara Laura Alice Villani, Managing Director e Partner di Boston Consulting Group.
Le radici del gender gap: scarsa conocenza sui temi Data Scientist
Sembra che ciò che frena le donne dall’intraprendere un percorso nella scienza dei dati sia una conoscenza inesatta della materia, un giudizio basato su falsi miti e un problema d’immagine.
Circa la metà delle ragazze iscritte alle facoltà scientifiche, informatica compresa, non sa cosa faccia nella quotidianità un data scientist. È un lavoro percepito come molto teorico e poco utile nella vita di tutti i giorni, e anche troppo da “nerd” del computer.
Troppa competizione e troppa poca collaborazione, peculiarità di una cultura del lavoro che fa paura a 81 ragazze su 100 e che nonostante l’iscrizione ad una facoltà scientifica, non tengono in considerazione la carriera da data scientist.
Più informazione e più trasparenza per una maggiore inclusione
Paesi come Australia, Francia e Spagna, vedono una popolazione femminile che si considera ben informata sulle varie possibilità di carriera.
Qui già molte donne sono impiegate nel mondo dei dati e di conseguenza, hanno fatto da “apri pista” per le nuove generazioni di scienziate.
Non a caso, se i dati da trattare aumentano, il bacino di talenti per analizzarli si deve ampliare e per questo è fondamentale il contributo dei talenti femminili.