La figura del Data scientist in sanità è fra le più richieste nel mercato del lavoro. Ora la formazione universitaria fa un salto di qualità, grazie alla partnership fra Oracle Italia e l’Università di Napoli Federico II.
In particolare, gli esperti di Data science in sanità usciranno dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’ateneo partenopeo. Ecco di cosa si occuperanno.
Data scientist in sanità: di cosa si occupa questa figura professionale
I Data scientist studieranno come utilizzare Graph machine learning e Intelligenza artificiale (AI) in ambito sanitario.
Il Data scientist in sanità, dunque, impara a traghettare i dati dall’annotazione in corsia alla cartella clinica e al fascicolo sanitario elettronico, fino a svolgere diagnosi automatiche, costruite sui “grafi di conoscenza”, per essere in grado di suggerire i migliori trattamenti sanitari personalizzati.
I Data scientist potranno:
- tradurre i termini specialistici e le abbreviazioni, usati dai medici in corsia;
- trasformare le cartelle cliniche in dati, relazioni, grafi;
- sottoporre i dati, relazioni, grafi ad analisi automatiche;
- estrarre dati mirati e indicazioni.
La Data science in sanità ha lo scopo di organizzare i dati grezzi, presi in corsia, in un sistema fruibile in linguaggio naturale. L’obiettivo consiste nel realizzare:
- cartelle cliniche digitali, semplici da usare;
- assistenti digitali destinati ai servizi di telemedicina e di assistenza da remoto.
Partnership Sanità 4.0 fra Oracle e Università di Napoli Federico II
La digitalizzazione dei referti conduce a due strade:
- rendere accessibili i documenti, anche al fine della ricerca scientifica;
- digitalizzare l’esperienza clinica e diagnostica, per migliorare sia i software che la consultazione dei dati a beneficio di analisi da parte del personale medico eccetera.
Infatti, grazie all’utilizzo di big data, Graph machine learning e intelligenza artificiale, al Data scientist che lavora in sanità sarà sufficiente scansionare i dati grezzi e non strutturati, per conoscere:
- la sintomatologia, a partire dal riconoscimento dei termini;
- la diagnosi delle patologie;
- i trattamenti farmacologici e sanitari da applicare per curare;
- il percorso di cura e prevedere l’impatto di un farmaco sulla patologia associata a quel sintomo.
Il progetto di Oracle Labs consiste nell’estrarre informazioni dai big data nella Sanità 4.0 per riconoscere correlazioni, utili per riconoscere sintomi e patologie, usare i trattamenti giusti e fare prevenzione.
Per l’Università di Napoli Federico II si tratta di “un accordo di grande importanza, in particolare in questo momento in cui la trasformazione digitale è fondamentale”, ha spiegato Carlo Sansone, direttore del Centro Servizi Informatici della Federico II: “Di questo accordo potranno beneficiare gli studenti, il personale tecnico amministrativo e i docenti. Infatti, le tecnologie Oracle potranno essere utilizzate nei corsi, per migliorare la formazione professionale del personale e anche per la ricerca”.
Il Data scientist è fra le professioni più ricercate e pagate nel campo dei big data.