Ricavi consolidati pari a 25,2 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo del 2018; EBITDA Adjusted a 2,9 milioni, con un incremento del 13% rispetto al 31 dicembre 2018; EBIT Adjusted equivalente a 1,2 milioni, contro 1,1 milioni al 31 dicembre 2018; utile netto Adjusted a 0,72 milioni di euro, con una crescita del 23% rispetto al 2018; posizione finanziaria netta debitoria a 6,3 milioni di euro, a fronte di 4,6 milioni di euro al 31 dicembre 2018. Sono questi i numeri 2019 di Digital360, società quotata sul Mercato AIM di Borsa Italiana.
I risultati in termini di ricavi, marginalità e cash flow trovano il loro fondamento nella scelta strategica della società, che dalla fine del 2018, ha deciso di puntare sui ricavi ricorsivi e quindi accelerare su un’offerta incentrata su servizi ad abbonamento, con importanti investimenti sui servizi più innovativi e scalabili Digital As-A-Service. Una scelta che come spiega l’Amministratore Delegato Andrea Rangone “ha ottenuto un ottimo riscontro sul mercato, arrivando a pesare il 15% dei ricavi complessivi di Gruppo e che pone le basi per un modello di business a maggiore scalabilità e redditività”.
L’accelerazione verso servizi ad abbonamento ricorsivi
Nel complesso durante il 2019, questi servizi innovativi sono stati venduti a 113 clienti, di cui 67 nella Business Unit “Demand Generation”, per un valore di oltre 3 milioni di euro e 46 nella Business Unit “Advisory&Coaching”, hanno comprato servizi ad abbonamento (in particolare nell’area Audit e Compliance), per un valore contrattuale su base annua di 1,3 milioni di euro.
Come dichiarato dall’azienda, per il momento, gli effetti di questa nuova strategia incentrata su servizi ad abbonamento ricorsivi si attestano solo nella crescita dei margini. Infatti, bisogna considerare la riduzione dei ricavi derivanti dai servizi più tradizionali, meno strategici, come la parziale duplicazione di spese su entrambe le aree di servizi – innovativi e tradizionali – con un temporaneo aumento dei costi necessari per l’adeguamento della struttura.
A questi effetti, si somma anche un surplus di spesa nel 2019 (pari a 380 mila euro) per i costi straordinari destinati al piano di riorganizzazione e ristrutturazione deliberato a fine 2018, in particolare della controllata ICT&Strategy, che ha previsto la cessazione dell’impiego di risorse non più coerenti con il nuovo modello di business.