È ora di supply chain connesse e agili anche per il Fashion Retail

Un mercato globale e in forte trasformazione che, reduce dagli effetti catastrofici della pandemia da COVID-19, trova la giusta spinta per ripensare la filiera tradizionale a favore di un ecosistema digitale interconnesso e demand driven che punta alla compressione del tempo per creare un vantaggio competitivo e al contempo sostenibile

Pubblicato il 30 Set 2020

classificatore NNC

Con un giro d’affari di circa 90,237 miliardi di euro al 2019, il settore del Fashion Retail rappresenta uno dei punti forti del Made in Italy e trova un forte sostegno nell’export che negli ultimi anni ha visto crescere il peso della domanda dai Paesi extra UE, con un incremento del business verso i Paesi Asiatici in particolare Corea, Giappone e Cina. Un business globale, caratterizzato da supply chain globali, chiamato a sostenere sfide globali nel segno della digitalizzazione, della sostenibilità, della ricerca di nuovi canali e di nuove opportunità. Oggi i player di qualunque comparto devono fare i conti con consumatori omni-canale sempre più attivi e autonomi nella ricerca di informazioni di interesse, più volubili nei gusti, attenti ai prezzi ma molto attratti anche dalle novità e dalla possibilità di personalizzare prodotti che li rappresentino nella loro individualità. A contare molto è anche il tema della sostenibilità: una sensibilità nuova, ricercata soprattutto dai consumatori e che porta con sé una crescita della domanda di abiti e confezioni su misura e una maggiore cura sia a tecniche di produzione “green”, eque ed etiche, sia a un concetto di durata nel tempo dei prodotti acquistati.

Accanto a questo contesto di per sé sfidante, nei primi mesi del 2020 è arrivata anche la pandemia da COVID-19 che ha portato a galla l’intrinseca debolezza di un comparto che ancora si muove secondo logiche vecchie: produrre stagionalmente articoli, spesso in facility all’estero, senza feedback anticipati da parte dei clienti e sperando che gli articoli prodotti vengano venduti sui mercati in tutto il mondo. Un settore nel quale la sovrapproduzione raggiunge livelli del 30-40% ogni stagione, cosa che lo rende estremamente dispendioso dal punto di vista finanziario e oneroso in termini di sostenibilità ambientale. A tutto ciò con l’emergenza sanitaria globale si sono aggiunti effetti a dir poco drammatici (dalla indisponibilità di materie prime, a causa del blocco dei trasporti internazionali e dell’interruzione delle supply chain, alle cancellazioni di ordini di acquirenti professionali e di eventi come matrimoni o vacanze, al drastico calo nell’acquisto di abbigliamento) che hanno portato il Fashion Retail alla consapevolezza della necessità di intraprendere un percorso strategico che porti a reinventare l’intero comparto.

La digital transformation del Fashion Retail richiede di abbandonare la tradizionale visione lineare della filiera a vantaggio di una supply chain articolata e integrata: un vero e proprio ecosistema digitale in cui tutti gli attori coinvolti sono interconnessi in un network tramite il Cloud e partecipano alla generazione di valore sostenibile per l’intera comunità e per i clienti finali. Imperativa è l’agilità, necessaria per la compressione del fattore tempo e per il perseguimento del vantaggio competitivo. Una supply chain agile è connessa, caratterizzata da processi integrati, virtuale e demand driven. Per perseguire questo obiettivo, serve un approccio olistico alla trasformazione, che tenga in considerazione processi, organizzazione e tecnologia e che sia in grado di rompere il tradizionale approccio per silos a vantaggio di flussi digitali ben orchestrati. È qui che si inserisce la value proposition di Porini, realtà attiva da oltre 50 anni sul mercato nazionale e internazionale, partner Microsoft specializzato nello sviluppo di sistemi ERP, Digital Supply Chain Management, Advanced Analytics, Machine Learning, Artificial Intelligence, IOT, XRM & Customer Engagement su piattaforma Azure, con una forte focalizzazione sulle realtà del comparto Moda e Lusso. Dalla convergenza di soluzioni e best practices, nasce un approccio di piattaforme, nel quale le diverse componenti dell’offering Porini si integrano per rispondere alle esigenze degli attori della filiera.

Per approfondire, potete consultare questo articolo.

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