Firenze è la città italiana più avanzata in ambito Smart City: questa la principale considerazione che emerge da ICity Rank 2020, il rapporto sulle città italiane intelligenti e sostenibili realizzato da FPA, società del gruppo Digital360, presentato nei giorni scorsi in occasione di di FORUM PA Città, evento organizzato in collaborazione con EnelX. La ricerca ha analizzato le performance dei 107 comuni capoluogo su 8 indicatori aggiornati al 2020: accessibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, adozione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e tecnologie di rete intelligenti. Il quadro che emerge dall’analisi di tali indicatori è che la pandemia da Covid-19 che ha caratterizzato il 2020 ha accelerato la trasformazione digitale delle città italiane, nonostante il permanere di una profonda differenza tra Nord e Sud, con alcune brillanti eccezioni del Mezzogiorno. Firenze, come accennavamo all’inizio, è la più avanzata tra le smart city italiane, seguita da Bologna (seconda) e Milano (terza), Roma Capitale, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia.
In particolare, il capoluogo toscano ha raggiunto un punteggio di 872 punti nell’indice di trasformazione digitale, grazie al primato ottenuto su app municipali, open data, trasparenza, wifi pubblico e a ottimi posizionamenti in quasi tutti gli indicatori. Bologna si distingue grazie al posizionamento di vertice per app municipali (a pari merito), piattaforme abilitanti, social media. Milano, è terza con 855 punti, grazie a punteggi conquistati in ambiti come piattaforme digitali, open data e trasparenza, ma anche per una buona disponibilità di wifi pubblico. Roma in quarta posizione, ha il primato per servizi pubblici online e un ottimo posizionamento anche su piattaforme abilitanti e app municipali. Modena, infine, può vantare posizioni buoni piazzamenti in per app municipali e IoT, nonchè nelle piattaforme abilitanti e nel wifi pubblico. Dietro la top ten ci sono altre 15 città di livello “avanzato”, ovvero Parma, Reggio Emilia, Palermo, Pavia, Brescia, Genova, Lecce, Cremona, Prato, Bari, Pisa, Verona, Vicenza, Bolzano e Forlì. Il rankikg di FPA classifica poi 23 città a un livello “discreto”, 24 a un livello “intermedio” e altre 27 con una digitalizzazione solo “avviata”. Esistono poi 8 città con ritardi critici, quasi tutte concentrate al Sud: Taranto, Avellino, Caserta, Carbonia, Nuoro, Enna, Chieti e, ultima, Agrigento.
Nel Mezzogiorno d’Italia, comunque ci sono diverse eccezioni positive: Cagliari, con il 9° posto in classifica, è la prima città del Sud, ma si segnalano anche Palermo (13°), Lecce (17°) e Bari (20°). Più in generale, il report evidenzia come sulla digitalizzazione delle attività amministrative e sul rapporto con i cittadini le città sono a buon punto, pur con disparità territoriali, mentre resta il problema della diffusione di una cultura digitale, sia all’interno delle amministrazioni che tra i cittadini. Sull’implementazione e l’interconnessione delle reti intelligenti nelle città, invece, le Smart City italiane appaiono ancora in fase embrionale per comprensione delle opportunità esistenti ed effettivo utilizzo. Si tratta però di un percorso necessario per condurre le città verso il modello delle cosiddette “responsive and adaptive cities“, ovvero Smart City capaci di raccogliere e utilizzare al meglio le informazioni per gestire i servizi e prendere decisioni coinvolgendo tutti gli attori disponibili.
“Il processo di trasformazione digitale delle città italiane e delle loro amministrazioni non si è arrestato in questo anno terribile, anzi per molti versi ha ricevuto un’accelerazione che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali – ha affermato Gianni Dominici, Direttore generale di FPA -. Spesso sono state proprio le innovazioni digitali a consentire di gestire situazioni critiche limitandone l’impatto e favorendo risposte fondate sulla partecipazione di cittadini e associazioni. Chi si trovava già a uno stadio avanzato, come le città metropolitane e molti comuni del Nord, ha confermato i progressi, ma arrivano segnali confortanti anche da aree meno mature dal punto di vista digitale, con quattro città del Sud che hanno segnato notevoli passi avanti, entrando nelle prime venti classificate”.
“La spinta digitale per effetto dell’emergenza ha investito anche le città – ha dichiarato Andrea Rangone, Presidente di Digital360 –. Se nella digitalizzazione delle attività amministrative e nel rapporto con i cittadini il processo di innovazione appare ben avviato, nell’implementazione e interconnessione delle reti intelligenti siamo ancora ad una fase iniziale. Le risorse disponibili nel Recovery Fund rappresentano una grande opportunità da cogliere per adottare un piano di trasformazione tecnologica delle città”.