FORUM PA 2021: Il futuro della PA passa da riforme e digitalizzazione

Forum Pa 2021, quest’anno in formato completamente digitale, ha riservato ampio spazio alla necessità di una profonda trasformazione della Pubblica amministrazione italiana, che potrà essere stimolata anche dalle risorse del PNNR

Pubblicato il 25 Giu 2021

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Si conclude oggi FORUM PA 2021, il grande evento online organizzato da FPA, società del Gruppo Digital360, una vera e propria quattro giorni (dal 21 al 25 giugno) dedicata ai temi della trasformazione digitale, della transizione verde, dell’inclusione sociale e dell’innovazione della Pubblica Amministrazione, con oltre 200 eventi in streaming, tutti a partecipazione gratuita. Ovviamente, i temi sono stati tantissimi, a partire dalla necessità di modernizzare e avviare l’ingresso di nuove competenze nel settore pubblico italiano. Secondo una ricerca che è stata condotta da FPA e presentata in occasione dell’evento, la Pubblica Amministrazione italiana al 1° gennaio 2021 contava nel suo complesso 3,2 milioni di dipendenti, 31 mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,97%), il minimo storico degli ultimi 20 anni. La PA italiana si conferma vecchia (in media 50 anni di età), scarsamente aggiornata (mediamente 1,2 giorni di formazione per dipendente l’anno), in difficoltà ad offrire servizi adeguati a imprese e cittadini (il 76% degli italiani li considera inadeguati, mentre gli europei insoddisfatti sono il 51%), eppure chiamata ad essere il motore della ripresa.

Qualcosa, però, è destinato a cambiare: nel 2021 sono previsti 119 mila nuovi ingressi a tempo indeterminato nella PA: 9875 posizioni tra regioni, servizio sanitari, comuni, università, enti pubblici non economici, enti di ricerca e avvocatura dello stato, a cui si aggiungono circa 91 mila posti della scuola e 18.014 posti di concorsi banditi, conclusi o da concludere.

L’aspettativa è poi estremamente elevata sulle risorse del PNRR, che prevede investimenti nel miglioramento della capacità amministrativa delle PA centrali e locali per 1,3 miliardi di euro, più ulteriori 400 milioni di euro di fondi strutturali UE e cofinanziamento nazionale, per un totale 1,7 miliardi di euro. Si tratta di una cifra significativa, anche se pari solo allo 0,4% dei complessivi 396,9 miliardi di risorse previste per la ripresa, che richiede capacità “di spesa” e investimenti mirati per ridisegnare la Pubblica Amministrazione italiana in funzione della sfida che la attende.

Il ruolo del PNNR

“Il PNRR può davvero essere l’opportunità per ripensare e rinnovare il settore pubblico, ma allo stesso tempo serve una nuova PA per realizzare le missioni previste, connettendo i soggetti dell’innovazione, instaurando un dialogo continuo tra centro e periferia, mettendo a sistema le migliori esperienze già realizzate – afferma Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA –. Sono necessarie nuove persone e nuove competenze, pianificando in modo mirato gli effettivi fabbisogni, con procedure fortemente selettive, che permettano di individuare le figure più utili alle esigenze delle singole amministrazioni. Come dimostra l’esperienza del Covid, è necessario rendere la forza di lavoro pubblica capace di governare e pianificare l’incertezza e sostenere la ripresa”.

“Il PNRR ha finalmente tracciato le linee guida delle politiche industriali del paese, con una chiara visione di lungo periodo in cui emergono due ambiti prioritari, la trasformazione digitale e lo sviluppo sostenibile, strettamente connessi perché la digitalizzazione oggi rappresenta il più potente motore di crescita sostenibile e inclusiva – afferma Andrea Rangone, Presidente di DIGITAL360 –. Una parte cruciale del programma per la ripartenza passa dalla Pubblica Amministrazione e dalle sue persone: da oggi è necessario lavorare insieme, pubblico e privato, per trasformare gli obiettivi in progetti concreti e moltiplicare le risorse in campo coinvolgendo tutti gli attori nella sfida più importante per il futuro del Paese, quella dell’innovazione”.

Ma per spendere al meglio le risorse del PNNR sono necessarie anche delle riforme strutturali della PA, come ha messo in evidenza il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, nel corso del suo intervento a Forum PA 2021. “Nel mese di maggio e nei primi giorni di giugno abbiamo approvato le prime grandi riforme: semplificazioni e reclutamento, per semplificare le regole della nostra burocrazia barocca e riscrivere le regole del reclutamento del capitale umano pubblico. Il 70% dell’impatto positivo delle riforme stimato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è dovuto a semplificazione e riforma della Pubblica amministrazione. Già questo è un vento straordinario di cambiamento. Non si può digitalizzare senza semplificare e senza il capitale umano in grado di interpretare questo cambiamento. A fine mese approveremo la nuova legge delega sull’anticorruzione, poi la giustizia, la concorrenza. Stiamo rispettando il cronoprogramma secondo la tabella di marcia negoziata con l’Europa e dopo l’approvazione ufficiale del Piano, domani, riceveremo entro luglio i primi 25 miliardi di anticipo”.

Le esperienze di trasformazione della PA di Estonia e Portogallo

Nel corsi di Forum PA 2021, naturalmente, si sono raccontate le esperienze di altri Paesi europei nell’ambito della trasformazione digitale della Pubblica amministrazione.  Tra questi c’è sicuramente l’Estonia, che fin dagli anni Novanta ha fatto partire una sperimentazione che ha portato ad oggi ad avere un governo completamente digitale, per cui qualsiasi interazione con la PA può avvenire on line. Come ha messo in evidenza Siim Sikkut, CIO del governo estone, questo è stato possibile grazie a piattaforme, condivisione dei dati veloce economica e sicura, e una normativa che ha sostenuto fortemente l’adozione del digitale, imponendo di non chiedere due volte gli stessi dati agli utenti. È stata posta poi grande enfasi sulla gestione dei rischi.  Più in generale, l’Estonia ha puntato alla progettazione di servizi semplici da usare, con attenzione alla centralità dell’utente e che facilitino l’interazione. Se il servizio è facile da usare e offre valore, se è conveniente usarlo, allora è più probabile che l’utenza lo utilizzi.

Riflessioni simili sono arrivate da Cláudia Gonçalves Barroso, che è a capo dell’Unità relazioni internazionali per la Administrative Modernization Agency (AMA) portoghese, e membro della Open Government Partnership. La dirigente ha spiegato come in questo periodo la sua struttura stia lavorando alla nuova strategia d’interoperabilità europea, alla definizione dei PNRR e, soprattutto, all’introduzione nella UE del Digital Compass che indica obiettivi ambiziosi per la PA. Questi ultimi si potranno realizzare solo lavorando insieme, condividendo informazioni e usando un consolidato meccanismo di interoperabilità, basato sulla semantica, con grande attenzione alla sicurezza e alla privacy. Le parole chiave sono: trasparenza, interoperabilità, organizzazione, fiducia. “E’ necessaria una visione d’insieme, dobbiamo pensare in grande guardando all’ecosistema europeo in cui viviamo, se vogliamo raggiungere l’importante traguardo di avere un mercato unico digitale europeo. Oggi abbiamo ottimi strumenti per orientarci nella transizione digitale e creare la società unica digitale europea e tecnologie collaudate che dobbiamo conoscere e utilizzare, come i “Building Block tecnologici”, tecnologie create per interconnetterci e usare al meglio dati e sistemi dei singoli paesi”, ha evidenziato Barroso.

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