In un business in cui la componente digitale diventa sempre maggiore, assume un ruolo strategico la capacità di saper gestire e analizzare i big data, con una vista unica e coerente, per intercettare e soddisfare le richieste dell’utenza. Le soluzioni Eim (Enterprise Information Management) fruite in modalità SaaS possono rappresentare un’opzione conveniente e flessibile per costruire una governance integrata su dati e applicazioni. Il tema è stato approfondito nel corso del Webinar organizzato di recente da ZeroUno, in collaborazione con Hitachi Systems Cbt (frutto dell’acquisizione del system integrator italiano Cosmic Blue Team da parte della multinazionale nipponica) e la testimonianza del gruppo assicurativo Hdi.
“In un contesto It caratterizzato dall’esplosione dei dati – esordisce Alessandra Zamarra, giornalista di ZeroUno – la distribuzione intelligente delle informazioni diventa la chiave per ottimizzare e semplificare i workflow. A razionalizzare i processi, contribuisce anche l’evoluzione dei sistemi informativi verso ambienti ibridi, dati dall’introduzione di soluzioni as-a-service a fianco dell’on premise”.
Piattaforme Eim e flessibilità del cloud
Approfondisce lo scenario tecnologico Massimo Ficagna, Senior Advisor dell’Osservatorio Enterprise Application Governance della School of Management del Politecnico di Milano: “Il volume di dati archiviati e gestiti nei sistemi It aziendali – spiega l’analista – cresce con un tasso annuo del 20-40% dal 2010. Attualmente, solo il 20% dei dati è strutturato, mentre l’80% destrutturato è destinato a crescere”.
In questo panorama, cambiano i modelli di business, cosicché le Lob chiedono all’It una velocità di risposta accelerata per supportare il rilascio di servizi innovativi. I Sistemi Informativi devono quindi recuperare agilità, abbattendo l’impostazione a silos.
“Qui – dice Ficagna – entra in gioco il concetto di Enterprise Information Management, che abilita la governance ordinata e a 360 gradi di tutti i dati aziendali strutturati e non, con funzionalità di Business Process Management e Data Integration”.
Il punto chiave è come fare comunicare il mondo dei dati strutturati e destrutturati, tradizionalmente separati e residenti in ambienti diversi.
“I vendor – afferma Ficagna – si stanno muovendo per garantire l’integrazione attraverso lo sviluppo di soluzioni che permettono di ricercare, classificare, proteggere le informazioni di entrambi i mondi. Ma si tratta di un percorso ancora in divenire”.
Le direttrici evolutive delle piattaforme Eim puntano all’ampliamento degli ambiti di utilizzo (IoT ed estensione verso clienti e partner) e alla maggiore flessibilità, strizzando l’occhio all’as-a-service. “In Italia – dice Ficagna -, il Public Cloud vale oggi 460 milioni di euro (+21% la crescita 2015 su 2014). Il SaaS conta per il 45%, di cui il 7% viene da soluzioni di Enterprise Social Collaboration & Intranet & Business Intelligence (con prospettiva di futuri investimenti)”.
Tecnologie e processi per centralizzare i dati
Francesco Vinelli, Next Generation Platforms Business Developer di Hitachi Systems Cbt porta l’attenzione sull’offerta Eim ed as-a-service della società. Ma per approcciare la digital transformation, occorrono, oltre alle tecnologie, anche le competenze e il ridisegno organizzativo: “Offriamo consulenza in diversi ambiti – dice Vinelli -: data management e analytics, modernizzazione del legacy, evoluzione dei canali digitali, ottimizzazione della customer experience. I nostri progetti prendono avvio da una fase di assessment, fornendo supporto sul fronte sia tecnologico sia di business, accompagnando i clienti nel percorso di digitalizzazione”.
Il caso Hdi Assicurazioni offre un esempio concreto di digital journey ed Eim.
Dopo l’introduzione di un gestionale unico della compagnia e un’applicazione unificata per il mondo Sinistri, come evoluzione del percorso di centralizzazione delle informazioni, è stato adottato WebRainbow, in versione on-premise prima e cloud dopo.
Il progetto (dematerializzazione del foglio di agenzia, realizzazione di un impianto documentale per la gestione dei flussi di agenzia, desktop virtualization) ha portato alla sostituzione della vecchia archiviazione cartacea, ottenendo un maggiore controllo sui documenti in entrata / uscita e dimezzando la complessità nell’invio delle buste: “Abbiamo integrato perfettamente il sistema Sinistri con il gestionale di portafoglio ed emissione – evidenzia Roberto Saccone, Responsabile dei Servizi Accentrati di Hdi -, razionalizzando le risorse. A parità di spesa rispetto all’archiviazione cartacea, grazie alla digitalizzazione abbiamo aumentato i servizi verso l’utenza. La fruibilità dell’informazione oggi è a 360 gradi e grazie al modello as-a-service abbiamo effettuato la trasformazione senza la necessità di gestire internamente una nuova soluzione e aggiungere nuove competenze specifiche, ma in collaborazione con il partner”.
Eim sulla nuvola, quale approccio e criticità?
La discussione ha sollevato le domande degli utenti collegati. Tra i temi principali è emersa la questione del “make or buy”: in settori complessi come il Finance, per abilitare funzionalità di analisi predittiva, è preferibile adottare una piattaforma open source in cloud oppure costruire in-house una soluzione puntuale? “L’applicazione che parte da zero – suggerisce Vinelli – può essere più rispondente alle esigenze specifiche, ma probabilmente ha anche dei tempi di realizzazione e di implementazione molto più lunghi”. Anche le criticità legate al passaggio in cloud sono state argomento dell’arena virtuale. Saccone evidenzia solo la difficoltà iniziale degli utenti aziendali nell’adattarsi al nuovo strumento, che però è passata in secondo piano rispetto ai benefici ottenuti.
La sicurezza si conferma invece tra i motivi di riluttanza nell’adottare il cloud. Come viene garantita la protezione dei dati sulla nuvola? Vinelli spiega l’approccio adottato da Hitachi: “Il database non è mai accedibile direttamente dall’applicazione, a cui è legato tramite un layer di astrazione che fornisce l’informazione criptata alla parte di front-end per poi pubblicarla all’utente corretto a livello di applicativo. Inoltre, i servizi EasyCloud ed EasyShield sono dotati di tecnologie di sicurezza contro gli attacchi malevoli”.
“La riluttanza iniziale verso il cloud sui temi della sicurezza – aggiunge Ficagna – si sta ormai attenuando. Le aziende capiscono quanto sia difficile e costoso proteggere i dati e le applicazioni in casa da attacchi sempre più sofisticati. Ovviamente, andrà scelto con molta più oculatezza il vendor, considerando gli aspetti normativi legati all’ubicazione dei dati”.
Per maggiori informazioni: Big data analytics, come fare e quali le competenze necessarie