L’innovazione digitale per il mondo della sanità rappresenta oggi più che mai un tema di grande importanza. Le organizzazioni che si occupano dei servizi e delle cure per le persone hanno sempre di più la necessità di gestire dati, processi di innovazione e di conoscenza nel rispetto delle normative, delle compliance e della privacy più in particolare. Un esempio è rappresentato da Gruppo Policlinico di Monza che ha dovuto affrontare il tema della crescita dell’infrastruttura IT di alcuni CED delle strutture di gruppo e della compliance ai requisiti richiesti dalla normativa GDPR in termini di sicurezza, alta affidabilità e disaster recovery. Per raggiungere questi obiettivi il Gruppo ha effettuato un’analisi approfondita dello stato dell’arte, di quanto investito negli anni precedenti e delle scelte attuate sotto il profilo tecnologico ed economico. “Considerando l’entità dell’investimento, si è voluta ricercare una soluzione che rappresentasse un’innovazione sotto il profilo tecnologico garantendo così lo sviluppo per il prossimo decennio”, spiega Marco Bertolini, Responsabile dei sistemi informativi del Gruppo. “La scelta è caduta sulla soluzione di una piattaforma iperconvergente proposta dal partner IT Impresa.”
Le strutture ospedaliere del Gruppo Policlinico di Monza
Ma facciamo un passo indietro. Il Gruppo Policlinico di Monza, attraverso una crescita equilibrata tra sviluppo e consolidamento aziendale, è arrivato a controllare in quasi trent’anni otto strutture ospedaliere. Si presenta oggi come una realtà che conta conta circa 3.000 dipendenti e operatori e 1.055 posti letto e registra un fatturato di oltre 220 milioni di euro. nell’ambito del gruppo il Policlinico di Monza è la struttura più importante: nel 2019 ha effettuato 10.000 ricoveri, 700.000 prestazioni ambulatoriali e ha registrato circa 18.000 accessi presso il proprio Servizio di Pronto Soccorso. In uno scenario come questo la gestione delle Risorse Tecnologiche e dei Sistemi Informativi (Rtsi) è particolarmente importante ed è affidata a un Ufficio Centralizzato di Gruppo, che si occupa del coordinamento delle attività, sia sotto il profilo organizzativo, sia sotto quello strategico e si avvale della consulenza di una società alla quale è affidata la parte tecnica, dalla manutenzione allo sviluppo delle nuove soluzioni tecnologiche.
Dopo un’analisi approfondita delle esigenze è stata scelta l’infrastruttura Nutanix che viene controllata in modo centralizzato tramite il software Prism Central a cui sono connessi i dodici cluster basati su hardware NX: otto cluster di produzione da tre nodi e quattro cluster dedicati al disaster recovery (da tre e quattro nodi). Ogni sede ha nel proprio datacenter un cluster che viene replicato a intervalli specifici nel sito di disaster recovery mediante rete MPLS. A oggi l’infrastruttura è mista, e prevede l’utilizzo di hypervisor VMware e AHV. La soluzione iperconvergente di Nutanix, a differenza della precedente infrastruttura classica che prevedeva vari host collegati a una SAN, ha aumentato drasticamente la sicurezza dei dati grazie allo storage distribuito, che garantisce la ridondanza, e alla possibilità di effettuare snapshot a livello di storage a intervalli anche di pochi minuti. A seguito dell’implementazione dei siti di disaster recovery i tempi di RPO e RTO sono diminuiti dell’80 per cento. Le performance delle VM ospitate sono incrementate mediamente del 40 per cento e si sono dimezzati i tempi di backup. Grazie all’interfaccia di management unificata che comprende tutti i cluster del gruppo, si è notevolmente semplificata l’attività di manutenzione, aggiornamento e troubleshooting. La sostituzione dell’infrastruttura hardware precedente, in favore della soluzione iperconvergente Nutanix, ha consentito infine di ridurre del 60 per cento lo spazio occupato nei datacenter perché sono stati eliminati SAN e server blade.
L’esperienza e la valutazione di Marco Bertolini, Responsabile dei sistemi informativi del Gruppo Policlinico di Monza
Il processo di implementazione dell’intera infrastruttura è durato circa un anno, in cui sono stati necessari interventi anche sulla parte di networking per garantire l’efficienza e la sicurezza dei sistemi e una riorganizzazione fisica degli spazi nei datacenter. “L’effettiva entrata in produzione dell’infrastruttura è avvenuta con un downtime e un impatto minimi per l’utenza grazie anche agli strumenti sviluppati da Nutanix”, afferma Marco Bertolini.
Per capire gli obiettivi e le logiche del progetto Bigdata4Innovation ha voluto approfondire la conoscenza di questa esperienza con Marco Bertolini.
Partendo dall’analisi iniziale. Quanto è importante questa fase in progetti di questo tipo? In particolare guardando a questo caso specifico questo caso cosa è emerso, in termini generali?
L’analisi nei progetti è fondamentale. Nel nostro caso ci ha consentito di capire che le scelte fatte nell’ultimo decennio, sia sotto il profilo tecnico che economico hanno risposto bene alle nostre esigenze ma in un’ottica di continua evoluzione tecnologica l’infrastruttura tradizionale non era più sufficiente.
Abbiamo compreso che avevamo bisogno di una soluzione innovativa e flessibile che ci permettesse di aggiungere facilmente applicazioni senza perdere prestazioni e soprattutto che ci garantisse una maggiore protezione dei dati.
Perché la scelta di una soluzione iperconvergente è risultata la più idonea? Quali sono gli specifici benefici e i vantaggi di questo approccio?
La gestione semplificata dell’intera infrastruttura, le performance, il supporto, l’architettura dello storage, la semplicità di espansione e aggiornamento sono le feature che hanno inciso maggiormente sulla scelta della soluzione da adottare.
Uno dei prerequisiti era la compliance al GDPR: c’è dunque un tema di accesso e protezione dei dati. Come viene approcciato da Nutanix il tema della data protection?
La compliance GDPR era fondamentale per il Gruppo PDM. L’infrastruttura esistente non garantiva un adeguato livello di RTO e RPO. Tramite i protection domain di Nutanix possiamo garantire un ripristino quasi istantaneo delle singole VM in caso di problemi. L’implementazione di un sito di disaster recovery efficiente era un prerequisito fondamentale alla compliance GDPR, con la soluzione adottata siamo in grado di replicare tutte le sedi del gruppo PDM in maniera semplice e veloce, garantendo la capacità di ripristinare l’intera infrastruttura in caso di disastro.
Rispetto alla ownership del progetto, chi lo ha guidato? Chi erano le figure professionali coinvolte?
Il progetto è stato affidato alla società IT Impresa s.r.l. con cui collaboriamo ormai da anni, al loro interno il CTO e il CIO ci hanno guidato nella valutazione e scelta della soluzione più opportuna. Il loro supporto e consulenza è stato fondamentale per la riuscita dell’intero progetto.
Si parla di un progetto della durata di un anno. Si possono indicare le tappe principali?
Le tappe principali sono state analisi, implementazione e migrazione. L’analisi iniziale sicuramente ha richiesto più tempo, infatti per poter effettuare una scelta ponderata sono state analizzate diverse tecnologie presenti sul mercato, valutati i costi e i benefici al fine di trovare una soluzione che potesse soddisfare appieno le esigenze della nostra azienda. Il progetto oltre all’infrastruttura includeva altre componenti necessarie a raggiungere una compliance GDPR adeguata tra cui una riorganizzazione fisica degli spazi nei datacenter. Grazie alla semplicità della soluzione l’installazione del sistema Nutanix ha inciso in minima parte e ha reso la migrazione alla nuova infrastruttura semplice e con un impatto minimo sull’operatività degli utenti.