È un percorso di costante aggiornamento dell’offerta e delle funzionalità quello che IBM propone ai propri clienti e ai propri partner in ambito storage.
Così, dopo la wave estiva di annunci, la società ha lanciato in questi giorni i nuovi sistemi Storwize V7000, macchine all-flash pensate per rispondere alle esigenze di un mondo sempre più data-driven, estendendo nel contempo la tecnologia NVMe (Non Volatile Memory) all’intera famiglia Storwize.
La visione di IBM sullo storage
Ne abbiamo parlato con Marco Utili, director System Hardware in IBM Italia che così ha esordito: “Negli ultimi dodici mesi gli investimenti di IBM sul fronte storage sono stati davvero importanti e mirati a portare sul mercato soluzioni indirizzate alla gestione e alla valorizzazione del dato. Oltre alle macchine nuove, ogni trimestre rilasciamo upgrade per firmware e software: in poche parole, abbiamo affinato la nostra offerta, rendendola senza pari”.
Questo significa avere un portafoglio che copre tutte le infrastrutture hardware e una piattaforma software di virtualizzazione, gestione e compressione “che arricchisce il mondo storage e lo rende sempre più moderno e pronto per ospitare tutti i tipi di workload e di dati”.
In un mondo nel quale i dati aumentano in modo esponenziale sulla spinta di fenomeni e tecnologie come IoT, wearable, sensori, i dati devono essere gestiti e devono essere messi in sicurezza. È un circolo virtuoso quello che delinea Utili: “Bisogna trarre valore dai dati, così che, attraverso i cognitive service, scaturiscano nuovi dati che vanno nuovamente ad arricchire le basi dati alimentando il ciclo di vita del dato”.
L’infrastruttura multicloud per la data driven economy
Tutto questo non può essere più fatto in modalità tradizionale, con una IT on premise, gestita in un datacenter. Per IBM supportare l’era del dato vuol dire aprire le tecnologie e le infrastrutture on premise a un mondo multicloud dal quale non si può più prescindere.
“Basi pensare al mondo dello sviluppo. Chi sviluppa utilizza API che provengono da cloud e da container diversi. Noi di IBM rendiamo il nostro storage capace di supportare questo processo di modernizzazione, rendendolo disponibile a tutti”.
I nuovi Storwize V7000
Quest’ultimo aspetto è quello che caratterizza da terza generazione di Storwize lanciata in questi giorni e adatta anche a un mercato di più piccole dimensioni rispetto alle macchine precedenti.
“Va a indirizzare un mercato nuovo e arricchisce quello esistente di nuove funzionalità”, spiega Utili, sottolineando alcuni degli aspetti salienti delle nuove macchine, a partire dalla tecnologia flashcore, per i bridge multicloud, dal miglioramento delle funzioni di virtualizzazione, con un accesso più veloce ai dati, e dal miglioramento delle prestazioni della parte server. “Questo significa che le macchine lavorano meno e meglio. Il risultato? Riduzione del TCO e dei core necessari”.
Storage per Reseller e Business Partner
Utili definisce i nuovi Storwize macchine molto trasversali sul mercato. “È uno storage interessante anche per tutti quei reseller e quei Business Partner che offrono ai loro clienti servizi infrastrutturali per la modernizzazione datacenter: possono utilizzarli sia per le loro caratteristiche tecnologiche, facendo dunque leva sugli aspetti legati al TCO, sia per spingere l’adozione di nuove tecnologie e applicazioni, da declinare in ambienti multicloud”.
Tra le funzionalità software a bordo del nuovi Storwize, Utili sottolinea la peculiarità di Spectrum Discover.
“È una soluzione che indirizza il bisogno di tutte quelle aziende che si stanno dotando di data scientist o di chief data officer. Rende l’infrastruttura storage perfettamente rispondente alle loro necessità per la gestione di dati non strutturati. Spectrum Discover, che va ad aggiungersi a tutti gli altri Spectrum, automatizza infatti il tagging dei dati, rendendoli così clusterizzabili”.
Quanto al protocollo NVMe, che caratterizza la famiglia, per Utili rappresenta il differenziale che “assicura un notevole miglioramento delle prestazioni rispetto a SCSI, rendendo queste macchine adatte ai mondi in memory e dell’Intelligenza Artificiale”.