Il calcolo distribuito per aiutare la ricerca medica e farmaceutica

Da un lato l’app DreamLab di Fondazione Vodafone con un nuovo progetto dedicato ad accelerare la ricerca sul Coronavirus all’Imperial College di Londra sfruttando la potenza di calcolo inutilizzata degli smartphone. Dall’altro Folding@home che usa invece la potenza di calcolo inutilizzata dei PC per simulare e studiare la dinamica delle proteine del Coronavirus

Pubblicato il 10 Apr 2020

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In un periodo in cui siamo costretti al social distancing per limitare la diffusione dei contagi da Coronavirus e in cui ci chiediamo come poter dare il nostro contributo nella lotta alla pandemia, diversi progetti offrono un’opportunità per sentirci uniti e per aiutare concretamente a risolvere l’emergenza sanitaria in corso. In questo caso si tratta di due progetti che sfruttano la potenza di calcolo inutilizzata dei device che utilizziamo quotidianamente come PC, tablet e smartphone per velocizzare le analisi e sostenere la ricerca degli scienziati sul Covid-19. Il calcolo distribuito, con cui si intende un gran numero di computer autonomi che comunicano fra loro e mettono in comune la propria potenza per raggiungere un obiettivo condiviso, è in grado di ridurre drasticamente i tempi di analisi dell’ampia mole di dati necessari per individuare un potenziale trattamento al virus.

Sull’app DreamLab di Vodafone, si possono donare dati di rete mobile o Wi-fi

Chiunque possieda uno smartphone può fornire un contributo concreto alla lotta contro l’epidemia provocata da Coronavirus e lo può fare semplicemente dormendo. Grazie a DreamLab, l’app gratuita di Fondazione Vodafone che sfrutta la potenza di calcolo inutilizzata degli smartphone per accelerare la ricerca in campo medico, è possibile sostenere gli studi degli scienziati dell’Imperial College London sui trattamenti per il COVID-19. E’ sufficiente scaricare l’app, mettere in carica il proprio device e scegliere quanti dati di rete mobile o Wi-Fi donare alla ricerca, ad esempio durante la notte. Per i clienti Vodafone, l’utilizzo non comporta il consumo del traffico dati.

L’app è stata sviluppata da Fondazione Vodafone Australia per supportare la ricerca sul cancro mentre il telefono è in carica. Da maggio 2019, è disponibile anche in Italia con il progetto “Genoma in 3D”, condotto con il sostegno di AIRC presso IFOM. Il progetto “Coronavirus”, ora disponibile per il download, utilizzerà la stessa tecnologia per contribuire ad arginare il Covid-19 in Italia, Australia, Nuova Zelanda, Spagna, Romania e Regno Unito, a cui si uniranno altri paesi nelle prossime settimane.

Se le tradizionali ricerche sperimentali richiedono anni di sviluppo, l’approccio del calcolo distribuito utilizzato da DreamLab che crea una “rete di smartphone” riduce drasticamente i tempi di analisi di una grande quantità di dati. Gli algoritmi di intelligenza artificiale abbinati alla potenza di calcolo degli smartphone accelerano la scoperta di nuovi componenti anti-virali nei farmaci esistenti e l’identificazione di molecole anti-virali negli alimenti, consentendo in futuro cure personalizzate contro questa malattia infettiva. Nessun dato sulla posizione degli utenti viene raccolto o rivelato e nessun dato personale viene elaborato o scaricato dal dispositivo dell’utente.

In occasione del lancio del progetto in Italia è previsto uno spot che sarà in onda dal 10 aprile sulle principali emittenti televisive per invitare i clienti a scaricare DreamLab e supportare la ricerca sul Coronavirus. Uniti nella lotta contro il COVID-19, anche mentre dormiamo: è questo il messaggio dello spot Vodafone dedicato all’iniziativa, un ulteriore capitolo del nuovo format “Insieme”, realizzato interamente da remoto con la Giga Network e i clienti Vodafone per raccontare l’importanza della connettività.

Folding@home usa la potenza di calcolo inutilizzata dei PC per la ricerca sulle proteine

C’è un altro progetto che usa la potenza di calcolo inutilizzata questa volta di migliaia di PC di volontari, che hanno deciso di installare e di eseguire un apposito software sul proprio computer. Si chiama Folding@home e fa leva sul calcolo distribuito per simulare e studiare la dinamica delle proteine, incluso il processo di ripiegamento delle proteine e i movimenti delle proteine implicati in numerose malattie.  I risultati ottenuti aiutano gli scienziati a comprendere meglio la biologia e offrono nuove opportunità per lo sviluppo di terapie.

Ciò che interessa ora più che mai è che gran parte della potenza di calcolo del progetto, solitamente utilizzata per lo studio dell’Alzheimer, della malattia di Huntington e molte forme di cancro, è stata dirottata sulla ricerca per la cura al Covid-19. Un aiuto importante per i ricercatori, impegnati senza sosta nel cercare una risposta al virus responsabile dell’attuale pandemia. Ancora più rilevante è che la potenza di Folding@home cresce di giorno in giorno. Nelle ultime due settimane, si è avuto un aumento delle iscrizioni del 1200%, con oltre 400 mila nuovi utenti.

E poi SUPERNAP Italia, il datacenter di colocation, carrier-neutral e certificato Tier 4, ha donato dei virtual server, attivi 24 ore su 24, al progetto Folding@home, dando così un aiuto concreto per accelerare e fortificare le analisi per trovare presto una cura, sia per il Covid-19 che per tante altre malattie.

Per partecipare al progetto Folding@home basta recarsi sul sito ufficiale, scaricare il client (funziona su Windows, Mac e la maggior parte delle distribuzioni Linux) e, in automatico, parte della potenza del nostro PC verrà dedicata alla ricerca.

Sul tema potete leggere anche OpenPandemics, COVID-19: World Community Grid di IBM accelera la ricerca sul Coronavirus

 

Immagine fornita da Shutterstock.

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