Tutte le aziende sono destinate a diventare delle “AI Companies”, ovvero sono destinate a fare un uso intensivo e strategico dell’Intelligenza Artificiale. La previsione, nelle parole di Arvind Krishna, Ceo di IBM, arriva a distanza di circa vent’anni dalla previsione secondo la quale tutte le imprese sarebbero diventate delle Internet companies, ovvero avrebbero reinterpretato le loro attività, la loro organizzazione, il loto go to market in funzione della Rete Internet. Dal palco, anzi dai video livestreaming della Think Digital Conference Krishna non guarda solo alla duplice prospettiva di come l’Intelligenza Artificiale potrà cambiare le aziende e di come le aziende possono cambiare grazie all’AI, ma manda subito un messaggio molto concreto che si chiama Watson AIOps, ovvero una visione e una soluzione, che si configura a tutti gli effetti come una sorta di acceleratore della conoscenza aziendale e che mette a disposizione le logiche dell’apprendimento automatico unitamente alla comprensione del linguaggio naturale per rendere più veloci, efficienti ed efficaci le IT operations. Un presupposto strategico per garantire uno sviluppo nello stesso tempo affidabile e veloce dell’AI nelle imprese e nelle organizzazioni.
AI e Digital Trasformation in relazione all’emergenza Covid-19
Ma nel suo discorso di apertura del Think Digital il Ceo di IBM ha voluta fare un chiaro riferimento a come l’emergenza Covid-19 abbia rappresentato un punto di svolta per il mondo delle imprese e per tutte le organizzazioni e come abbia contribuito ad accelerare i processi di digital transformation e di trasformazione sociale. Con la pandemia è cresciuta in modo estremamente rilevante la richiesta di conoscenza verso il mondo della ricerca, i cittadini, le organizzazioni sociali, le imprese chiedono di accelerare i processi di acquisizione della conoscenza. Si sta chiedendo a chi fa ricerca e a chi lavora sull’innovazione di “fare di più” e nello stesso tempo di dare risposte nuove che siano nello stesso tempo precise e affidabili. nello stesso tempo lo scenario nel quale si colloca questo fenomeno vive altre accelerazioni, basti pensare allo smart working e a come è cambiato in pochissimo tempo il modo di lavorare, ma anche il modo di relazionarsi tra le persone, il modo di lavorare con i partner e con i clienti. Per Krishna siamo davanti a un cambiamento che è assolutamente indispensabile leggere anche in prospettiva, perché esprime nuovi bisogni, new needs ai quali il digitale è nella condizione di dare risposte nuove e rappresenta un cambiamento sociale importantissimo sul quale si svilupperanno altri cambiamenti nei prossimi anni.
Il ruolo dell’AI per intercettare e comprendere i nuovi rischi e per trovare nuove soluzioni
E uno dei temi quali Krishna fa riferimento è quello delle nuove minacce, dei rischi, dei pericoli ai quali le aziende sono sottoposte e che possono essere affrontati puntando prima di tutto su una maggiore conoscenza. L’Intelligenza Artificiale è fondamentale per cogliere e leggere tutti i segnali che possono permettere di intercettare i nuovi rischi, per comprenderli, per valutarne la portata e per individuare le possibili soluzioni e i possibili percorsi per mitigarli. Ecco un’altra ragione fondamentale per la quale le imprese saranno imprese sempre più caratterizzate dall’Intelligenza Artificiale. Se poi si pensa alla ridefinizione delle priorità delle imprese alla luce dell’emergenza Covid-19 si vede che per la stragrande maggioranza delle organizzazioni la priorità è rappresentata del grande tema della resilienza. Non che prima non fosse importante, ma certamente il lockdown, con il grandissimo e pesantissimo impatto sulle supply chain, ad esempio e sulle supply chain più complesse, ha messo in evidenza nuove vulnerabilità che incidono in modo diretto sulla sicurezza e sulla continuità del business, ovvero sulla capacità delle aziende, come ad esempio nei settori della produzione, della logistica, della distribuzione e dei trasporti, di garantire la continuità del business. La risposta si chiama predittività, si chiama conoscenza aumentata, si chiama Intelligenza artificiale e, questo tema si aggancia a un altro punto chiave dell’intervento di Krishna, ovvero al ruolo delle hybrid cloud-based IT architectures (che non a caso nello speech del top manager viene vissuto e denominato come un “imperativo“) e che si affianca alla crescente attenzione e al crescente orientamento con cui Krishna invita a guardare e sfruttare le potenzialità che arrivano dal 5G e dall’Edge Computing.
Information Architecture, Watson AIOps e Hybrid Cloud come acceleratori dello sviluppo AI
Ma c’è un altro importante messaggio che abbiamo colto in diverse sessioni del Think Digital e che di fatto ci dice che “non c’è AI senza IA”. Ovvero, che è difficile poter sfruttare pienamente le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale senza aver fissato basi solide in termini di Information Architecture. Una considerazione che affianchiamo alla previsione di Krishna “every company will become an AI company” e sulla quale si innesta l’annuncio e la risposta di Watson AIOps.
Ma per quale motivo c’è tanta attenzione alla logica dell’Hybrid Cloud? Nel suo messaggio a Think Digital Krishna sottolinea che l’hybrid cloud model permette di adattarsi alle infrastrutture delle imprese e permette nello stesso tempo di “dosare” in funzione delle esigenze e della cultura delle imprese stesse, la giusta combinazione di Cloud pubblico, di Cloud Privato e di soluzioni on premise laddove sia necessario gestire queste istanze. Non solo, ma c’è anche un tema di gestione del cambiamento più generale in quello che si coglie nelle parole di Krishna, ovvero di una risposta in termini di flessibilità nel gestire l’evoluzione delle esigenze delle imprese, di strumenti per affrontare gli imprevisti e di precisione nella capacità di portare i process of workloads il più vicino possibile al luogo in cui i dati sono generati e sono utilizzati. Il tutto, spetto non certo meno importante, con la capacità di rispondere ai temi legati alla Governance dei dati e alla compliance ce a tutti gli aspetti normativi della gestione dei dati.
Una trasformazione in chiave di AI for IT
Ecco un altro grande punto chiave: l’Infrastructure Architecture a sua volta come ulteriore grande abilitatore dell’AI ed ecco qui il ruolo di un AI for IT che permetta ai CIO di automatizzare le infrastrutture IT, di renderle più flessibili, per performanti nel migliorare la reattività e nel diventare, ecco il punto che abbiamo visto all’inizio, più resilienti contribuendo a rendere le imprese e le organizzazioni a loro volta più resilienti. Ma senza dimenticare che, e questo è un altro da leggere in prospettiva e sul quale si colloca il ruolo strategico dell’AI, la grande esigenza di resilienza deve essere coniugato in modo da ottenere nello stesso tempo anche nuove forme di efficienza. Un valore non deve rappresentare una penalizzazione per l’altro. E qui un ruolo chiave lo svolge proprio quel Watson AIOps di cui abbiamo parlato e che permette di intercettare anomalie e problemi e di risolverle in real time e di indirizzare esigenze diverse aumentando la disponibilità di dati e di capacità previsionale.
Krishna sottolinea inoltre il ruolo che stanno svolgendo altre tecnologie strategiche come la Blockchain e il Quantum Computing sulle quali IBM è fortemente presente e che stanno portando importanti contributi in diverse industry come nel caso delle filiere dell’agroalimentare e qui un esempio è rappresentato da IBM Food Trust.
Per mettere l’intelligenza artificiale al centro dei workflow e dei processi di sviluppo delle imprese, per permetterle di esprimere tutto il suo potenziale in termini di generazione di conoscenza, di capacità di miglioramento continuo, di possibilità di incidere su prodotti e su servizi e dunque sui risultati di business. Per questi percorsi di innovazione e per l’hybrid cloud architecture è anche importante un grande gioco di squadra, che in altre parole si chiama ecosistema. In questo scenario rientra il ruolo degli ISV (Independent Software Vendors) e degli attori che operano nell’offerta di Software-as-a-Service (SaaS) che possono mettere onboard la loro offerta all’interno delle soluzioni financial services-ready public cloud di IBM e possono così fornire ulteriori garanzie in termini di affidabilità e di trust.
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