La digital transformation di Gruppo Castelli si gioca sulla centralizzazione del dato

Centralizzazione dei dati e valorizzazione dei dati: questa la logica con cui Gruppo Castelli, specialista nella produzione di formaggi DOP, affronta il tema della digital transformation con il supporto di Pure Storage

Pubblicato il 17 Gen 2019

Castelli - sede

Cogliere l’occasione di un importante cambio societario per cercare – e trovare – nuove forme di efficienza e miglioramento della produttività lungo tutta la filiera.
È questo il senso della case history che vede collaborare da un lato Gruppo Castelli, azienda attiva nel comparto alimentare e specializzata nella produzione di formaggi dop per il segmento private label.
Cinque anni fa nella compagine azionaria del Gruppo entra il fondo Charterhouse Capital, con il preciso obiettivo di valorizzare tutti gli asset aziendali, inclusi Alival, realtà pistoiese specializzata nei formaggi a pasta filata, e North Coast, con sede in Polonia a sua volta specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari di alta qualità, acquisite sempre nel 2014.
Con l’ampliamento della compagine azionaria, la struttura del Gruppo è arrivata a comprendere oltre 1.000 dipendenti e 20 impianti distribuiti in tutto il mondo.
Non è difficile comprendere perché la società abbia scelto di dare il via a un progetto di trasformazione aziendale in termini di efficienza.

La digital transformation di Gruppo Castelli

Logo Castelli

Spiega Michele Gottardi, IT Manager della società: “Il primo passo di questo percorso è stata l’adozione di un sistema di gestione ERP centralizzato, per le operation e la distribution che dunque sono state tutte appoggiate su Navision. Il progetto è andato live lo scorso anno, con l’implementazione del quartier generale di Reggio Emilia e la successiva integrazione degli stabilimenti di Pavia e Novara”.
Il cambiamento è tangibile.
“Ancora 5 o 6 anni fa l’efficienza produttiva era controllata dal responsabile di produzione. C’era molto lavoro manuale e non si parlava di digitalizzazione del dato”.
La spinta dalla quale ha preso il via il nuovo progetto di gestione del dato è stata la volontà, anzi la necessità di disporre di dati in tempo reale, senza dover aspettare i tempi di un data entry manuale e senza subirne i limiti.
“Non solo – prosegue Gottardi -. Per noi era indispensabile poter garantire business continuity, così come era necessario avviare un processo di dematerializzazione, che ci portasse alla riduzione degli archivi cartacei e dei manuali, che facilitasse la ricerca delle informazioni, automatizzando il più possibile il processo”.

La valorizzazione del dato centrale nella case history di Gruppo Castelli

Ziliotti - Gruppo Castelli

“Non possiamo dimenticare – interviene Stefano Ziliotti, responsabile Marketing e Trade della società – che avendo come core business la produzione di formaggi DOP per private label, abbiamo l’obbligo dei disciplinari, dobbiamo rispettare gli audit dei nostri clienti, dobbiamo ottemperare agli obblighi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti”.
“L’aver introdotto un nuovo sistema di gestione dei dati – prosegue Ziliotti – ci ha aiutato da un lato a rispettare le criticità di produzione, dall’altro a dare un valore aggiunto commerciale, per il fatto di avere una filiera completamente tracciata”.

Tanta è l’importanza di questo tema, che Gruppo Castelli comincia a guardare persino alla blockchain.
“Stiamo guardando all’esperienza nel mondo della distribuzione alimentare, ad esempio il caso Walmart, ma in questo momento per una realtà come la nostra dar vita ad una blockchain ad hoc è probabilmente eccessivo. Però potrebbe avere senso inserirsi in una blockchain già attiva, soprattutto per prodotti come i nostri che hanno disciplinari molto rigidi. Una blockchain pensata soprattutto per la distribuzione sul mercati esteri”. 

Tornando al progetto in corso, i vantaggi si estendono poi ad altri aspetti più tecnici, quali l’impatto ambientale e il risparmio energetico, con una riduzione misurabile del carbon footprint, che diventa valore aggiunto nei mercati Nordics, come non manca di sottolineare Ziliotti.

La scelta di Pure Storage nel segno dell’all-flash e dell’alta disponibilità

Per raggiungere gli obiettivi previsti dal progetto, Gruppo Castelli ha scelto le soluzioni storage all-flash di Pure Storage, che garantiscono business continuity e consentono di attuare una strategia di alta disponibilità dei dati, senza interruzioni e con risparmi misurabili sia dal punto di vista dei costi di manutenzione, sia dei costi di esercizio, in particolare per quanto attiene al consumo energetico.

Con le soluzioni Pure Storage è stato possibile mantenere allineate in tempo reale le linee di confezionamento con il magazzino di stoccaggio, così da consentire di avere sotto controllo le quantità disponibili. I PLC che controllano le linee di produzione inviano i dati alle applicazioni sui sistemi Pure Storage, che assicurano una disponibilità completa delle applicazioni e dei dati, escludendo il rischio del blocco della produzione che comporterebbe un forte impatto sul business.

“È un progetto oneroso – spiega Gottardi – i cui punti essenziali si possono riassumere in tre parole chiave: efficienza, operatività, costi. Inizialmente abbiamo pensato a sistemi all-flash in termini di efficienza, ma poi ne abbiamo misurati i benefici in termini di risparmio energetico, dal momento che siamo passati da un consumo di 600 W rispetto ai 3 kW utilizzati in precedenza, e a una riduzione di circa l’80% delle risorse dedicate alla manutenzione dello storage”.

Per una azienda come Castelli, prosegue Gottardi, “la Business continuity è essenziale. Il nostro data center è centralizzato e raccoglie tutti i dati delle filiali e dei centri produttivi. Non potevamo avere una soluzione entry level: se il manufacturing si ferma, per un’azienda come la nostra significa perdita di business”.
A sua volta Stefano Ziliotti precisa: “Con la soluzione di Pure Storage il risultato più evidente è la messa a valore del dato. Il dato è attore positivo e generatore di revenue. Stiamo andando oltre il backup: per noi era una sfida tecnologica, di persone, di ecosistema, di mercato. Oggi riusciamo infatti a gestire il demand planning, la pianificazione della supply chain, grazie all’integrazione con Navision, creando una funzione che in precedentemente non gestivamo con questi strumenti”.

Nuove opportunità e interlocutori per Pure Storage

Alfredo_Nulli_pure storage

Così commenta Alfredo Nulli, Emea Cloud Architect di Pure Storage Italia: “In un caso come quello di Gruppo Castelli emergono tutti i pregi delle nostre soluzioni. In questo caso parliamo di una soluzione fortemente flessibile, in grado di adattarsi in base ai diversi dati da gestire. Nel caso di Gruppo Castelli non stiamo parlando di un IT bancario con silos applicativi, ma di un IT che ha bisogno di efficienza. Nel nostro caso, la soluzione consente di memorizzare e modellare i dati nello stesso ambiente e si caratterizza per semplicità di acquisto, facilità di manutenzione, operatività, riduzione delle maintenance notturne, per la possibilità di effettuare manutenzione a caldo senza compromettere né funzionalità né prestazioni”.
A sua volta, Mauro Bonfanti, regional director di Pure Storage Italy, sottolinea: “La case history

Mauro_Bonfanti pure storage

di Gruppo Castelli è sintomatica di un fenomeno che stiamo notando sul mercato: l’apertura di nuove opportunità, partnendo da un refresh tecnologico. Con l’occasione dello svecchiamento del parco macchine arrivano intorno al tavolo nuovi interlocutori, che si occupano della gestione del dato, più che della gestione dello storage. Ed è così che si scoprono nuove opportunità di business. Per una realtà come la nostra, questo significa assumere un ruolo nuovo. Non siamo più solo interlocutori per le grandi aziende, ma accompagniamo le imprese nei loro percorsi di digital transformation, aiutandole a focalizzarsi sulla centralità del dato”.

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