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“L’era dell’intelligenza: unificare i dati per sfruttare la potenza della GenAI”



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Con l’arrivo della terza era del “dato”, integrazione e ottimizzazione dei dati diventano fondamentali per il successo aziendale. George Kurian, CEO di NetApp, spiega come le aziende possano navigare in questa nuova frontiera seguendo 4 linee direttrici

Pubblicato il 10 gen 2025



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“Siamo arrivati alla terza era del dato: dopo la digitalizzazione del dato e il monitoraggio del suo ciclo di vita per i processi di business siamo ora arrivati all’unificazione del dato. I dati non devono stare più in silos separati ma devono essere integrati per diventare vere e proprie informazioni per il business. E la GenAI può dare può dare una grossa mano per estrarre valore da questi dati”.

George Kurian, CEO di NetApp, durante la tappa italiana del roadshow Insight Xtra, traccia la strategia per affrontare quella che definisce “l’Era dei dati e dell’intelligence”.

George Kurian, CEO di NetApp

“Viviamo in un’epoca dominata dai dati e dall’intelligence, dove i dati sono diventati il cuore pulsante del successo delle organizzazioni, il motore che alimenta l’intelligenza artificiale e le tecnologie innovative. Tuttavia, gestire e ottimizzare questi dati non è mai stato così impegnativo. Per eccellere in questa nuova era, è necessario semplificare le complessità della gestione dei dati, sfruttando le potenzialità dell’AI in modo agile, flessibile e sicuro”.

Come? Lavorando essenzialmente su 4 linee direttrici:

  • Impostare una forte data strategy in azienda. I dati sono il carburante della GenAI, ma meno dell’1% dei dati presenti in azienda viene usato per addestrare l’intelligenza artificiale generativa. Promuovere una cultura aziendale orientata ai dati è fondamentale. Non basta semplicemente raccogliere dati, è essenziale che tutta l’organizzazione comprenda il valore strategico di essi e come utilizzarli al meglio per prendere decisioni informate. La formazione continua e la sensibilizzazione verso l’uso dei dati sono elementi chiave.
  • Conoscere “bene” il proprio business. Sembra un concetto banale, ma spesso molte aziende danno per scontata la conoscenza delle peculiarità del proprio settore e dei processi aziendali specifici. Solo così si possono identificare le aree dove l’AI può apportare i maggiori benefici e sviluppare soluzioni su misura.
  • Bisogna sperimentare. Kurian parla di “learn and adapt”. La capacità di apprendere e adattarsi rapidamente è fondamentale in un contesto in continua evoluzione. Le aziende devono essere pronte a testare nuove tecnologie, valutare i loro risultati e apportare modifiche in base ai feedback ottenuti. Kurian enfatizza l’importanza di una mentalità aperta e innovativa, dove l’errore è visto come un’opportunità di crescita e miglioramento.
  • Infine, è fondamentale instaurare partnership strategiche. Collaborare con esperti del settore, fornitori di tecnologia e altre organizzazioni può accelerare l’adozione e l’implementazione delle soluzioni AI. Kurian parla di “ecosystem”: le partnership possono fornire accesso a risorse, competenze e tecnologie che altrimenti sarebbero difficili da ottenere.

In altre parole, per trarre il massimo vantaggio dall’AI generativa, le aziende devono adottare un approccio olistico che integra strategia, cultura, conoscenza approfondita del business, sperimentazione continua e collaborazioni strategiche. Solo così sarà possibile navigare con successo nell’era dei dati e dell’intelligence. 

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