MILANO – Consulenza per progetti innovativi nelle grandi aziende, soluzioni per l’ottimizzazione dei business process, per la vendita di contenuti digitali e per l’industria 4.0. Queste sono le specializzazioni di Moviri, società italiana che dalla fondazione, avvenuta 17 anni fa, ha scommesso sull’applicazione delle tecnologie innovative, focalizzandosi su big data e AI.
Who's Who
Paolo Bozzola
“Nel 2000, quando la società è nata [con il nome di Neptuny presso il PoliHub, l’incubatore d’impresa del Politecnico di Milano, ndr] non si parlava di big data e sistemi intelligenti – spiega il CEO Paolo Bozzola -, c’era solo l’idea di realizzare software innovativi applicando quanto allora era oggetto di teorie e studi”. Così è nato il primo software dell’azienda, Caplan, per il capacity planning: “Un software che rispondeva alle esigenze di gestione dei grandi data center, venduto in Italia e all’estero ad aziende come Fastweb, Vodafone, Expedia, Home Depot. Questo ha attirato l’attenzione degli analisti di Gartner e, nel 2010, BMC Software ha comprato il ramo d’azienda di Caplan, fornendoci risorse per nuovi sviluppi”. Con il nome di Moviri, la società ha sviluppato le attività di consulenza e progettazione negli ambiti delle IT operation, performance optimization e service management, come partner di BMC, HPE, MicroFocus, Splunk (soluzioni di operational intelligence) e RSA. Le capacità di sviluppo nell’ambito big data e AI sono quindi state riversate nella creazione di soluzioni innovative negli ambiti media e bancario: “Come ContentWise, un engine per profilare gli utenti dei servizi di IPTV e suggerire contenuti d’interesse – continua Bozzola –. È oggi impiegato da Sky, Mediaset, TIM, Rai, BBC, AT&T, Turner Broadcasting e molti altri. C’è poi Cleafy, per la protezione degli endpoint usati per transazioni bancarie da malware e frodi informatiche”. Le competenze nel software analitico e AI che erano alla base dei primi sviluppi software nel capacity planning sono state reimpiegate da Moviri per creare strumenti intelligenti per la vendita di contenuti digitali e per rendere più sicure le transazioni. Con successo, visto che la società punta a chiudere il 2017 con 30 milioni di euro di fatturato (dai 21,5 dello scorso anno) con circa 200 persone, di cui una ventina nelle filiali USA di Boston e Los Angeles. “Negli ultimi 3-4 anni abbiamo visto enormi sviluppi nell’hardware, nella disponibilità di dati e le tecniche hanno fatto passi da gigante – commenta Bozzola -. Questo rende la data analytics sempre più importante per il business delle imprese, cosa che ci fa credere di essere sulla giusta strada”.
Moviri con Arduino per l’industria 4.0
A metà novembre Moviri ha perfezionato l’ingresso nel capitale di Arduino, società creatrice della più famosa scheda hardware open source usata da milioni di makers, professionisti e non, per lo sviluppo di applicazioni didattiche e controllori intelligenti. Un passo che ha già portato il presidente di Moviri, Fabio Violante, come CEO di Arduino a fianco del presidente e fondatore Massimo Banzi. “Abbiamo finanziato Arduino perché crediamo rappresenti un’opportunità nel campo dell’IoT”, spiega Bozzola. L’interesse di Moviri guarda agli sviluppi futuri del business model dell’azienda verso l’offerta di servizi cloud per i futuri controller intelligenti che saranno giocoforza connessi in rete. “Pensiamo che questo farà esplodere le esigenze di security, performance e availability – continua Bozzola –. Sensori distribuiti, tecnologie analitiche, di mediazione e inferenza permetteranno la creazione di applicazioni di nuova generazione: dirompenti in settori come i trasporti e la manutenzione predittiva”. Nella prossima sfida dell’IoT, “Arduino può vantare un marchio che vale oro e una community di cinque milioni di sviluppatori – precisa il manager -. Ci sono società, anche molto grandi, che già oggi usano Arduino come piattaforma di produzione o di prototipazione interna. Sarà inevitabile che dalla domanda del settore education, dove oggi Arduino è lo standard de facto, si sviluppi quella per le soluzioni d’industria 4.0”.
Dal performance management al business process mining
Un altro ambito che Moviri giudica oggi promettente per lo sviluppo delle attività di consulenza e sviluppo software della società riguarda l’applicazione delle tecniche analitiche e di AI al performance management.
Who's Who
Matteo Banchio
“Tutto è iniziato con un progetto per una grande azienda telco che voleva monitorare e migliorare la gestione della portatilità del numero telefonico – spiega Matteo Banchio, Head of analytics & big data di Moviri -. Già nella fase di studio era emerso come i problemi non stessero nella tecnologia di monitoraggio, bensì nella comprensione della topologia del processo”. Chi aveva disegnato i processi ne aveva – secondo il manager – una visione troppo astratta, così come restava parziale quella dei gruppi operativi. “Serviva applicare un diverso approccio che abbiamo trovato nei metodi del business process mining”. Moviri ha quindi selezionato sul mercato e in parte creato internamente i tool per mappare automaticamente la topologia del processo, verificare in real time la conformità dei modelli con la situazione reale e quindi ottenere gli spunti per i miglioramenti. “Ovvero capire come semplificare e aggiornare i processi ed eliminare i colli di bottiglia – precisa Banchio -. L’impiego dell’AI e delle tecniche analitiche permette la mappatura data-driven dei processi più complessi, senza organizzare tavole rotonde con decine di persone”. I metodi del business process mining sono applicabili ai processi di grandi aziende come le telco, “ma anche delle aziende meccaniche o di assemblaggio, nelle società chimiche e in molte altre, laddove sia possibile ottenere pochi dati fondamentali”. Moviri ha iniziato da alcuni mesi a offrire il business process mining come attività consulenziale: “Non ci interessa vendere tool, ma risolvere le esigenze del cliente utilizzando le soluzioni nostre o di mercato più adatte”, puntualizza Banchio. Per sviluppare le attività in questo specifico settore, avviare 3-4 grandi progetti nel corso del 2018, Moviri ha assunto cinque nuovi ingegneri sui 30 messi in organico nel corso del 2017.