Il mercato cloud in Italia sfiora i 4,6 miliardi di euro nel 2022 e cresce a doppia cifra.
Secondo gli Osservatori Cloud Transformation del Politecnico di Milano, oltre metà delle PMI utilizza almeno un servizio sulla nuvola.
Il mercato cloud in Italia
Nel 2022 il mercato cloud tricolore continua a crescere, nonostante il fattore geopolitico che crea instabilità e la conseguente crisi energetica che gonfia l’inflazione.
Secondo l’indagine degli Osservatori Cloud Transformation, giunto alla dodicesima edizione e promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano, il mercato cloud in Italia, infatti, vale 4,56 miliardi di euro.
Cresce al ritmo del +18% rispetto al 2021. La crescita organica è +15%, in continuità con gli anni scorsi, mentre +3% è da attribuire all’impatto delle stime di rialzo.
A spingere il mercato è la componente public & hybrid cloud, ma sono in forte crescita anche i servizi PaaS, IaaS e SaaS (Software as a Service).
“Il 2022 ha portato grande incertezza in tutti mercati a livello internazionale: la delicata situazione geopolitica, la conseguente crisi energetica, le difficoltà in più catene di fornitura e il forte aumento dell’inflazione minacciano il potere di acquisto delle imprese in un momento di grande instabilità politica per l’Italia, ha commentato Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation.
“In un simile panorama anche il mercato Cloud, basato su infrastrutture energivore, non è esente da impatti. Se il trend positivo di spesa e di consapevolezza osservato nel corso degli ultimi anni ha finora subito limitate conseguenze dal contesto attuale, è necessario avviarsi verso una nuova fase di collaborazione nell’intero ecosistema con la partecipazione dei diversi attori del mercato Cloud in ottica di sostenibilità economica e ambientale”, sottolinea Piva.
Mercato cloud: le Pmi in Italia adottano la nuvola
Nelle grandi imprese l’adozione del cloud è ormai assodato e rappresenta il 44% dell’intero parco applicativo. Quindi bilancia gli ambienti on-premises.
Ma cresce l’adozione del cloud anche nelle Pmi. Il comparto delle piccole e medie imprese ha superato la fase dello scetticismo. Gettati ormai alle spalle questi dubbi, recentemente ha compiuto passo avanti.
Attualmente oltre la metà (52%) usa almeno un servizio cloud, in crescita di +7% in un anno.
La spesa cloud complessiva delle PMI metterà a segno quest’anno un incremento del +24%, a quota 351 milioni di euro.
“Superata la prima importante fase di adozione del cloud, basata prevalentemente sugli approcci più semplici, veloci e meno rischiosi, si è oggi accumulata una consapevolezza e una base di esperienza utile per affrontare le sfide più complesse che inevitabilmente richiedono anche interventi di modernizzazione delle applicazioni core”, spiega Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.
“La ricerca 2022 ha rilevato un rafforzamento della tendenza in atto nel concentrare le attività progettuali in importanti progetti di durata pluriennale capaci di abilitare una più profonda trasformazione digitale”, continua Mainetti.
Il cloud e la doppia sostenibilità: economica e ambientale
La sostenibilità ambientale gioca un ruolo importante, nel percorso di trasformazione delle imprese, oltre alla sostenibilità economica.
Ad oggi il 58% delle grandi imprese assegna i costi del cloud in modo centralizzato nell’IT. Ma il modello non è flessibile e non abbraccia la logica self-service della nuvola. Inoltre, 57 realtà offrano piattaforme di cost management sul mercato, ma l’adozione è limitata. La diffusione, infatti, è ancora legata a un’insoddisfazione della domanda da parte delle aziende rispetto all’attuabilità degli strumenti in vari contesti di business.
Infatti oggi solo il 14% delle realtà end user italiane ha già messo a punto una strategia di Green IT. Ma un ulteriore 21% di aziende muove i primi passi in questa direzione, al fine di perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale.
La maturità tecnologica cloud delle grandi aziende e l’aumento della complessità dei sistemi IT inducono le organizzazioni a ripensare i propri modelli di governance.
La crisi energetica obbliga le aziende a rivalutare i propri processi operativi e quelli dei partner di filiera. Essa fa emergere una domanda legata alla sostenibilità del Cloud, in quanto fondato su infrastrutture energivore.
“Per affrontare le nuove sfide di sostenibilità, economica e ambientale, l’ecosistema Cloud dovrà fare un salto culturale e di competenze che deve coinvolgere tutti gli stakeholder.
Le organizzazioni dovranno prendere atto di una nuova complessità da gestire ed investire non solo all’interno della direzione ICT, ma anche nelle Line of Business, nello sviluppo di nuove competenze e professionalità.
I player dell’offerta, dal canto loro, dovranno mettersi in grado di proporre non solo tecnologie più efficienti, ma anche servizi a valore aggiunto e modelli di relazione e pricing più trasparenti e collaborativi”, mette in evidenza Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.
L’indagine nei dettagli: le componenti a più alta crescita
A trainare il mercato è la componente public & hybrid cloud, ovvero il set dei servizi offerti da provider esterni e l’interconnessione tra cloud pubblici e privati. La spesa si attesta a un valore di 2,95 miliardi di euro, in aumento del +22% sul 2021.
I servizi PaaS (Platform as a Service) registrano un incremento del +33% sul 2021, a quota 531 milioni di euro. Quelli IaaS (Infrastructure as a Service) mettono a segno un +27% per totalizzare 1,15 miliardi di euro. Invece quelli SaaS (Software as a Service) sono in crescita del +14%, per raggiungere il valore di 1,27 miliardi di euro.
Fra le altre componenti del budget cloud complessivo, il Virtual & Hosted Private Cloud, ovvero i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, registra un +15% per raggiunge i 933 milioni di euro.
La Data Center Automation, cioè la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, mette a segno un incremento dell’8% per totalizzare 680 milioni di euro.