Lo scorso 7 febbraio Oracle ha annunciato la disponibilità generale della versione 5.6 di MySQL. L’evento, atteso da tempo in quanto la beta-release di questa stessa versione era stata messa in circolazione sin dallo scorso aprile, testimonia l’impegno di Oracle nello sviluppo e potenziamento di quello che è il database relazionale open source più diffuso del mondo. Come si ricorderà, quando, con l’acquisizione nel gennaio 2010 di Sun Microsystems, che ne deteneva la proprietà, il codice sorgente di MySQL passò sotto il controllo della casa di Redwood Shores, molti nella comunità open source, soprattutto in Europa, avevano espresso il timore che il conflitto d’interesse con il Dbms della stessa casa ne avrebbe decretato la fine, tanto che Mike Widenius, il ‘padre’ di MySQL, aveva lanciato sul Web una petizione affinché gli organi di controllo dell’Unione Europea bloccassero l’operazione. Invece, con una saggia politica di doppio binario che gli assicura, in pratica, il dominio del mercato dei Dbms per Unix e Linux (ma MySQL funziona anche su Windows), Larry Ellison ha mantenuto per gli utenti l’opzione open source continuandone lo sviluppo in parallelo alla versione commerciale e rendendo disponibili le nuove funzionalità all’interno della MySQL Community Edition.
La nuova versione di MySQL si caratterizza soprattutto per il fatto di essere stata pensata per far da base alle applicazioni Web di nuova generazione, destinate ad operare in ambienti cloud e ad interfacciarsi con dispositivi mobili. In quest’ottica si sono, ad esempio, migliorate le operazioni in connessione ai sistemi informativi geografici (GIS) e si è curata la conformità ai protocolli Internet IPv6.
Le caratteristiche più significative di MYSQL 5.6 si sviluppano su quattro fronti:
– Miglioramento dei tempi d’esecuzione e della diagnostica delle query, ottenuto con il potenziamento di MySL Optimizer. Lo sviluppo delle query viene semplificato ottimizzando le subquery prima dell’esecuzione e sono state introdotte nuove funzioni che accelerano il throughput di particolari tipi di query sino a due ordini di grandezza.
– Innalzamento dei livelli di availability e performance delle applicazioni (throughput prestazionale) con il potenziamento di InnoDB. Il motore database è stato ridisegnato per ridurre al minimo i colli di bottiglia e aumentare le operazioni concorrenti sui sistemi Oltp.
– Incremento della scalabilità e dell’affidabilità del Dbms tramite nuove funzionalità di replicazione. Queste comprendono funzioni multi-thread che sfruttano le capacità dell’hardware di nuova generazione e soluzioni di healing automation che facilitano il rilevamento e ripristino automatico da condizioni di errore e in caso di crash permettono di riprendere la normale attività di replicazione senza intervento dell’amministratore.
– Nuovi strumenti di performance monitoring che riducono il carico sull’infrastruttura. Con l’identificazione e il controllo delle query, degli oggetti, delle applicazioni e degli utenti che più pesano sulle risorse storage e server si migliora la configurazione di default riducendo a meno del 5% l’overhead sui sistemi.