Nuova fase per Sopra Steria: la crescita passa da partnership e design thinking

«Dobbiamo essere i primi a metterci in discussione se vogliamo ripensare i processi di business dei clienti», dice Stefania Pompili da poco appuntata alla guida di Sopra Steria. Raddoppia la divisione consulting e crescono le assunzioni di giovani talenti. «La Blockchain? Avrà un enorme impatto, ma sta a noi dimostrarne i ritorni». Focus sui Big Data con il social listening

Pubblicato il 05 Mar 2018

Stefania-Pompili_Sopra-Steria

Obiettivo: consolidamento. E non è solo una questione di numeri, di fatturato, di portafoglio clienti. Ciò che va promossa e rafforzata, sulla piazza italiana, è innanzitutto la cultura dell’innovazione, dell’apertura, stimolando attraverso lo sviluppo di partnership con i soggetti più attivi del mercato una domanda che è in fermento ma ancora non ai livelli ottimali.
In questo senso Sopra Steria, multinazionale francese specializzata in soluzioni e consulenza per la Digital Transformation, ha puntato su Stefania Pompili, promuovendola da Direttore Generale a Chief Executive Officer della Penisola. «Un ampliamento di responsabilità previsto dal percorso iniziato nel 2016, quando sono entrata in Sopra Steria come Direttore della Divisione PA, Energy e Telco», spiega Pompili. «La sede romana aveva bisogno di un fine tuning prima di affrontare il salto quantico a cui è chiamata tutta l’organizzazione. Abbiamo obiettivi di crescita ambiziosi e sfidanti, per i quali disponiamo di basi solide. Ma non cerchiamo il raddoppio del fatturato a tutti i costi, vogliamo piuttosto una crescita organica fortissima ma sana. E per questo è necessario fare leva prima di tutto sulle competenze del Gruppo».

Il suo arrivo Sopra Steria è relativamente recente, cosa ha trovato e cosa ha provato a cambiare?

Un’azienda con grandi valori, competenze e concretezza: una componente umana fondamentale che è premessa e terreno fertile per qualsiasi processo di rinnovamento. L’organizzazione ha poi una visione chiara dei propri target sia in termini di mercati che di clienti, con la consapevolezza dei passi da compiere per consolidare determinati verticali, e portare a bordo prospect provenienti da nuovi settori, anche erodendo le posizioni dei concorrenti. Uno dei maggiori punti di discontinuità è stata l’introduzione in Italia, nel 2017, della divisione Consulting. Una funzione non strategica, ma necessaria per comprendere e revisionare i processi di business dei nostri clienti. Oggi il team è composto da 25 consulenti, ma per fine anno le risorse dovrebbero essere almeno il doppio, da  indirizzare su tre verticali: Banche, Retail ed Energy. La creazione di Sopra Steria Consulting ci ha permesso accogliere nuove skill, attraverso le quali aiutare le persone con background più tecnologici ad avvicinarsi ai temi del business. Il piano d’assunzione per il medio termine prevede in tutto 180 ingressi. Di queste persone il 70% avrà meno di 30 anni e proverrà direttamente dalle università. Cerchiamo profili formati in diversi ambiti per indirizzare nuove tematiche, come quelle legali e  di marketing: un team multidisciplinare è la chiave di volta per avere una visione a tutto tondo della digital transformation e delle sue implicazioni.

Sopra Steria, dal social listening fino all’analisi dei Big Data

Nello specifico, su che tipo di progetti intendete lavorare?

Alcuni sono già partiti, nel Fashion come nel Retail. Abbiamo per esempio prestato consulenza a Unieuro per l’identificazione di una roadmap che aiutasse la catena a evolvere sul piano dell’omnicanalità. Si sono prese le mosse dalla maturità che il gruppo aveva già sviluppato sul fronte dell’IT per costruire una serie di progetti e prototipi che hanno coinvolto ogni aspetto della filiera, dall’organizzazione ai siti Internet, passando per l’e-commerce e i processi logistici, fino ad arrivare alla mobile app e naturalmente agli store fisici, per l’implementazione di totem interattivi. Nel mondo dei trasporti stiamo invece approfondendo il tema del social media listening con un primario player del settore. L’obiettivo è dar vita a una sala controllo che si occuperà di monitorare ed eventualmente anticipare criticità sugli itinerari attraverso l’analisi dei big data ottenuti dalle conversazioni sui social network, opportunamente incrociati con le informazioni e le serie storiche contenute nei database dell’azienda. Infine stiamo sperimentando insieme a un gruppo di banche alcune soluzioni di robotica, mentre rispetto alla PA lavoriamo gomito a gomito con istituzioni illuminate – ce ne sono – che puntano a razionalizzare il proprio spending mettendo a frutto l’infrastruttura informatica. Tutti questi progetti hanno in comune il fatto che sono stati ideati e portati avanti con la logica dell’agile e del design thinking, coinvolgendo su ogni passaggio gli utenti finali. L’efficacia si raggiunge davvero solo attraverso la partecipazione, ed è un assunto che vale anche per la trasformazione che sta avvenendo all’interno di Sopra Steria: dobbiamo essere i primi a metterci in discussione, se vogliamo ripensarci.

La sua sembrerebbe una visione ottimistica del mercato italiano…

Ci sono precise specificità a seconda del settore. In linea di massima vedo una certa ripresa, sicuramente, ma non è ancora quello di cui abbiamo bisogno e soprattutto non è ancora la realtà che vivono altri paesi europei: la domanda in Italia è ancora abbastanza contenuta, cresce bene in certi ambiti, ma deriva soprattutto da nuovi clienti, piccole organizzazioni. Sta quindi a noi dimostrare concretezza e sostenerli nel loro processo di digitalizzazione. È nostro compito aiutarli a crescere, entrando così in realtà piccole ma ad alto potenziale, iniettando valore e facendo della debolezza dei competitor il nostro punto di forza. Tengo a ripetere che comunque ho notato un certo riscontro in tal senso, in maniera trasversale, anche nella PA, che non è più quell’apparato elefantiaco con cui si ha avuto a che fare per anni: i progetti vanno sviluppati in tempi rapidissimi, con l’attesa di ritorni  tangibili sui sistemi e sui processi.

In questo contesto che valore assumono le partnership per voi?

Abbiamo realizzato una mappatura puntuale di startup e fintech, per valutare la possibilità di integrare le soluzioni più interessanti con la nostra offerta. Le partnership tecnologiche sono fondamentali, ma ci rendiamo conto che è piuttosto complicato definire collaborazioni di ampio respiro replicabili. Abbiamo perciò scelto un approccio più tattico, ponendoci come un system integrator che non impone vincoli e che dialoga con qualsiasi interlocutore, dai grandi software vendor alle startup e alle fintech, fino alle università per portare sul mercato un punto di vista differente

Quali sono le tecnologie destinate a rivoluzionare Commerce e attività omnichannel?

Risulteranno sicuramente vincenti le soluzioni che sapranno integrare il mondo fisico con quello on line, facendoli convergere nell’ottica di generare maggiore fluidità dell’organizzazione. Non possiamo sottovalutare il fenomeno della polverizzazione delle decisioni in azienda, e in questo senso anche il machine learning contribuirà a mettere la persona al centro in tutti i processi. L’intelligenza artificiale, d’altra parte, aiuterà a costruire customer experience sempre più appaganti E infine, impossibile non citare la Blockchain, rispetto alla quale l’unica certezza è che avrà un impatto enorme. Di che natura, con quali declinazioni e su che verticali toccherà a noi dimostrarlo creando casi d’uso che ne dimostrino il ritorno in termini concreti.

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