Big data

Object Storage di OVHcloud in due versioni: compatibili con S3 API e data-friendly

Le nuove soluzioni storage dello specialista europeo del cloud guadagnano due nuovi modelli Object Storage: High-Performance e Standard. Ecco le peculiarità della nuova gamma e le altre novità che rispondono alle attese del mercato e alla crescente domanda di scalabilità

Pubblicato il 04 Ott 2022

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La gamma di Object Storage di OVHcloud si rinnova con nuove soluzioni che puntano a rispondere alla domanda di scalabilità del mercato.

I nuovi modelli dello specialista europeo del cloud sono High-Performance Object Storage e Standard Object Storage. Ecco tutte le novità e quali caratteristiche presentano.

High-Performance Object Storage di OVHcloud è il top di gamma

OVHcloud amplia la gamma di soluzioni di storage per rispondere all’enorme crescita del volume di dati nel corso degli anni e all’impatto dei dati non strutturati sulle architetture del cloud.

Offrendo un’esperienza unica e trasversale, High-Performance Object Storage guarda alle app più complesse ed esigenti, è compatibile con S3 API e coniuga l’affidabilità con le prestazioni.

La soluzione ad elevata scalabilità, dal debutto di quest’anno, ora introduce il supporto a crittografia e Object Lock. L’opzione permette di bloccare un oggetto in maniera effettiva, per un certo lasso di tempo, per evitare che venga cancellato.

Il nuovo datacenter in Francia, a Gravelines (GRA), e il debutto nei mercati in Nord America, prima a Beauharnois (BHS) in Canada e poi con due datacenter negli USA, ampliano le aree di attività.

Standard Object Storage punta sul rapporto qualità/prezzo

Standard Object Storage di OVHcloud risolve le esigenze di archiviazione dati senza compromettere le prestazioni. Inoltre è disponibile mediante S3 API, è user-friendly e si integra nel flusso di lavoro del cliente .

Contribuisce non solo a rendere il cloud pienamente reversibile, ma soprattutto vanta un buon rapporto prezzo/prestazioni. Il costo mensile è pari a 7 euro per Terabyte. Al fine di garantire costi prevedibili, l’offerta comprende il traffico dati nei server OVHcloud.

Standard Object Storage è già presente nei datacenter di Gravelines (GRA) in Francia: sarà disponibile a ottobre in quelli di Strasburgo (SBG) e a novembre a Roubaix (RBX). Il lancio in Germania è previsto in dicembre presso il datacenter di Francoforte (LIM) e nel Regno Unito a Erith (ERI). In Nord America debutterà in Canada (BHS) in ottobre e negli USA a novembre, presso i datacenter sia di Vint Hill (VH) che di Hillsboro (HB).

Le altre novità di OVHcloud

OVHcloud ha svelato anche novità che riguardano File Storage, il nuovo servizio di storage, Block Storage.

Per soddisfare le necessità di archiviazione ad alta disponibilità dei dati strutturati, OVHcloud sta accompagnando l’evoluzione del suo servizio di file storage con ridondanza NAS-HA. I livelli di storage spaziando da 3 a 144 TB: la tariffa mensile parte da 159 euro per 3 Terabyte, senza limitazione di traffico (in/out).

Il nuovo servizio di storage si chiama Cold Archive. La soluzione basata su nastro, nata in collaborazione con IBM e Atempo, presenta 4 mini datacenter (in Francia con almeno 200 km di distanza tra un sito e l’altro). Si definisce iper-resiliente e l’offerta è competitiva. Il servizio, abbinato a Standard Object Storage, permetterà alle imprese l’archiviazione a lungo termine dei “dati Id co-lanciati a inizio 2022”.

Block storage è la punta di diamante dell’elaborazione transazionale e database. I punti di forza sono velocità e la scalabilità. I clienti dei servizi Kubernetes, gestiti da OVHcloud, potranno archiviare i dati dei microservizi all’interno dell’offerta.

“I dati sono al centro del nostro mondo digitale”, commenta John Gazal, Vice President Southern Europe e Brasile di OVHcloud, “sia per le applicazioni aziendali sia per i contenuti on-demand o di IA”.

“Le soluzioni storage di OVHcloud supportano il ciclo di vita dei dati”. Accanto a solidità, efficienza e competitività, sono universali, “grazie all’utilizzo di standard di mercato globalmente riconosciuti, consentendo così l’adattamento a diversi casi d’uso e lo sviluppo di applicazioni cloud native”, conclude John Gazal.

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