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Osservatorio Internet of Things, il ruolo del comparto Smart home

L’Osservatorio del Politecnico di Milano fa il punto sull’Internet of Things in Italia guardando ad applicazioni e trend in ambito Smart home

Pubblicato il 24 Feb 2020

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Il settore della smart home emerge, nell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, quale protagonista del mercato italiano dell’IoT.

“Il mercato delle soluzioni per la casa intelligente – ha affermato Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things – cresce rapidamente e mostra oggi maggiore maturità, con offerte che si concentrano sempre più sui servizi e i bisogni che gli oggetti connessi possono soddisfare. Una spinta determinante viene dall’espansione di assistenti vocali e dallo sbarco degli Over The Top (OTT), che ora puntano a estendere le funzionalità dei loro smart speaker integrandole in dispositivi sviluppati da terzi e supportando attività tipiche dell’e-commerce, come le consegne a domicilio e il monitoraggio delle scorte. Perdono quote di mercato i tradizionali canali di vendita, che ancora riescono a cogliere solo in parte le opportunità offerte dalle nuove soluzioni, a vantaggio di retailer online e multicanale, che ormai coprono quasi il 50% del mercato, e operatori telco, che raggiungono quota 10%”.

“La Smart Home – ha dichiarato Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things – è sempre più nota ai consumatori italiani. In crescita anche il numero di utenti che installa in autonomia e utilizza le funzionalità smart dell’oggetto una volta acquistato. Sono però ancora pochi i consumatori che si dichiarano interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home nel 2020 . Per aumentare le vendite occorre migliorare i servizi di installazione e formare adeguatamente il personale dei negozi per aiutare i consumatori in cerca di informazioni e consigli. È necessario poi lavorare sull’esperienza utente, sulla comunicazione dei benefici e rassicurare i consumatori sull’utilizzo dei dati raccolti”.

Il mercato generato dalle soluzioni IoT per la casa

Il 2019 segna il sorpasso dei nuovi canali di vendita sulla filiera tradizionale che, pur in crescita del +9%, con 210 milioni di euro, continua a perdere terreno in termini di quote di mercato, passando dal 50% del 2018 al 39% di quest’anno, penalizzata da un atteggiamento ancora in larga parte conservativo da parte degli installatori.

Si segnalano invece i primi casi interessanti di distributori che hanno dato vita a veri e propri showroom dedicati alla Smart home, che possono essere utilizzati per fare formazione sul tema verso queste figure, con i produttori che sfruttano sempre più il canale online per raggiungere direttamente il consumatore finale. A trainare il mercato negli ultimi dodici mesi sono gli eRetailer (150 milioni di euro, +90%) e i retailer multicanale (100 milioni, +39%), che sulla spinta delle vendite degli assistenti vocali raggiungono complessivamente un valore di 250 milioni di euro, pari al 47% del mercato.

L’anno appena concluso è stato molto positivo anche per le telco, che grazie agli sforzi in termini di semplificazione dell’offerta (soluzioni gestibili da App e pagamenti mensili), apertura di nuovi servizi (come i dispositivi per localizzare gli animali domestici e i wearable per monitorare gli anziani) e integrazione dell’offerta tradizionale con i nuovi oggetti smart, sono cresciute del 140% rispetto al 2018, toccando quota 50 milioni di euro (10% del mercato).

Utility e assicurazioni, invece, non hanno compiuto il salto di qualità che ci si attendeva lo scorso anno, mantenendo un peso marginale nel mercato (appena il 4% complessivo).

Le tecnologie utilizzate nelle Smart Home

L’ingresso degli OTT nel settore del Smart home ha portato numerose novità, nuovi casi d’uso e nuove tecnologie a questi dedicate.

Amazon, per esempio, ha rilasciato un nuovo protocollo con l’obiettivo di offrire connessioni a consumi, costi e banda ridotti su distanze in cui WiFi e Bluetooth non garantiscono la copertura, per fornire applicazioni adatte a spazi aperti come l’illuminazione degli ambienti esterni, la rilevazione dei movimenti e la localizzazione degli animali domestici.

Apple prevede l’inserimento di un chip Ultra Wide Band (UWB) all’interno dell’iPhone 11, con applicazioni in termini di controllo degli accessi (utilizzando lo smartphone come passepartout) all’interno della casa.

“Per accelerare lo sviluppo del mercato della Smart home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance – ha commentato Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – hanno progettato una struttura open source (Connected Home over IP – CHIP) capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili fra loro e con gli assistenti vocali. Le precedenti iniziative congiunte non hanno avuto il successo sperato, ma questo progetto punta sull’approccio open-source e sulla forza degli Over-The-Top per imporsi sul mercato”.

L’intelligenza artificiale è un fattore sempre più importante all’interno dell’ecosistema della Smart Home, con applicazioni nel campo della sicurezza, dell’assistenza agli anziani e del comfort.

“L’AI – ha sottolineato Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – abilita nuove funzionalità e nuovi servizi. Oltre agli smart home speaker, in cui è fondamentale la componente AI di comprensione del linguaggio, ci sono numerosi esempi di applicazione in ambito sicurezza, con algoritmi di riconoscimento facciale che potenziano le telecamere di sorveglianza. Nel comfort, con soluzioni per la regolazione dell’ambientazione luminosa, sonora e della temperatura in base alle abitudini delle persone e alle condizioni climatiche. E nell’assistenza ad anziani e persone fragili, con sensori che possono raccogliere dati in vari ambienti della casa per comprendere le abitudini degli occupanti e mandare segnali di allarme in caso di comportamenti anomali”.

Quali oggetti rendono Smart le case in Italia?

La Smart home è nota ai consumatori italiani: il 68% del campione intervistato dall’Osservatorio, in collaborazione con Doxa, ha sentito parlare di casa intelligente almeno una volta (+9% sul 2018), il 63% conosce il termine domotica, con percentuali che salgono rispettivamente al 77% e al 65% fra gli utenti con meno di 35 anni.

La diffusione degli oggetti smart nelle case degli italiani è stabile rispetto al 2018 (di poco superiore al 40%), ma aumenta il numero di dispositivi posseduti, con sensori per porte e finestre (presenti nelle case del 16% del campione), telecamere (15%), altoparlanti e casse audio (14%) ai primi posti, seguiti da videocitofoni e serrature (12%), soluzioni per il riscaldamento (9%), assistenti vocali (8%), lampadine (8%), grandi elettrodomestici (7%) e caldaie (6%).

Cresce anche il numero di consumatori in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati, senza l’aiuto di un professionista (64% dei rispondenti, +10% rispetto al 2018), e l’utilizzo delle funzionalità smart da parte degli utenti (65%, +7%).

Le motivazioni più frequenti che frenano ancora l’uso sono l’eccessiva complessità (18%), la mancata percezione dei benefici (10%) e la difficoltà a utilizzare le App per la gestione (6%).

Nonostante la buona crescita del mercato, sono ancora relativamente pochi i consumatori interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home in futuro (37%), con appena l’11% che intende farlo nel 2020 e il 26% che lo prevede nei prossimi tre anni. Le funzionalità più desiderate sono le soluzioni per il riscaldamento (23% dei rispondenti) e i grandi elettrodomestici (21%), seguite da lampadine (15%), telecamere (15%) e caldaie (12%).

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