Se da una parte è vero che le potenzialità del quantum computing potrebbero rivoluzionare interi settori, dalla chimica allo sviluppo dei farmaci, dalla finanza fino alle previsioni meteorologiche, vale a dire ovunque sia necessario gestire ed elaborare grandi quantità di dati, in tempi molto rapidi, dall’altra bisogna anche considerare che la ricerca in questo ambito è ancora agi inizi, e che non esiste ancora, al momento, un sistema commercialmente valido per la diffusione di questa innovazione.
Tra i giganti impegnati nella ricerca nel campo del quantum computing c’è Intel, che già nel 2015 ha lanciato un programma di ricerca collaborativa su cui ha investito 50 milioni di dollari.
Tra i nodi da sciogliere per lo sviluppo del quantum computing c’è anche quello architetturale, la definizione cioè della forma che prenderanno i processori quantici, i cosiddetti qubits: in questo campo Intel sta investendo su due possibilità e quindi due progetti di ricerca, quello che riguarda il test dei chip qubits superconduttori, strada seguita anche da altre industrie a realtà accademiche, e quello alternativo noto con il nome di “spin qubits”, che fa leva sull’esperienza maturata dal gruppo nella manifatture di transistor in silicone. Una tecnologia, spiega Intel, che potrebbe aiutare a superare alcuni degli ostacoli scientifici per la transizione del quantum computing dal campo della ricerca a quello dell’applicazione nella realtà.
Ma cos’è uno spin qubit? Somiglia molto da vicino ai semiconduttori e ai transistor che si utilizzano oggi, spiega Intel in una nota. Lo spin qubit trasporta la potenza quantistica facendo leva sulla rotazione di un singolo elettrone su un dispositivo di silicone, e controllando il movimento con minuscoli impulsi microonde. “Gli elettroni possono ruotare in diverse direzioni – spiega Intel – quando l’elettrone gira gli si assegna il valore binario 0, quando si ferma l’1. Ma questi elettroni possono anche trovarsi in una ‘superposizione’, in cui possono teoricamente processare una mole grandissima di dati in parallelo, più velocemente di un computer classico”.
Rispetto ai qubits superconduttori, spiegano i ricercatori, gli spin qubits hanno il vantaggio di essere più piccoli e resistenti, e di poter funzionare a temperature più alte, e questo potrebbe agevolarne l’adozione a livelo commerciale, riducendo le controindicazioni e le criticità emerse nello studio e nella sperimentazione dei qubits superconduttori