Un modello di distribuzione degli array storage, basati su tecnologia all-flash, che consente di unire in un unico cluster logico anche array che si trovano geograficamente separati, è la via che ha scelto Pure Storgae per dare una risposta efficace al tema della continuità operativa e del Risk Management
Dal Cloud all’Internet of Things, dai Big Data Analytics all’Intelligenza Artificiale, oggi i propulsori digitali per l’innovazione d’impresa sono molteplici e aprono il tema della disponibilità del dato, sempre e ovunque. Il Risk Management non può non tenere conto della continuità operativa di business dalla quale ormai dipendono variabili critiche per il successo di un’azienda, dal vantaggio competitivo alla relazione con i clienti o l’ecosistema di partner fino ai processi di innovazione.
Indipendentemente dal loro volume e dalla natura, i dati devono essere sempre accessibili e disponibili quando e dove servono davvero. Se i dati non sono accessibili e non raggiungono il destinatario corretto (inteso come task, servizio digitale, applicazione, sistema, ambiente, infrastruttura, ecc.), il business rischia di collassare (si fermano le macchine operative, si bloccano i magazzini, i processi di fatturazione rallentano, i sistemi eCommerce non si caricano, e via dicendo).
Nella visione di Pure Storage, ciò che costituisce l’abilitatore per una Business Continuity di alto livello ed un Risk Management efficace, è l’integrazione delle soluzione di BC e DR a livello di sistema operativo (Purity). Questa integrazione permette di fornire ai clienti una serie di soluzione di protezione che vanno dalla gestione delle copie dei volumi (snapshot), alla migrazione integrata verso sistemi terzi degli stessi e sfociano poi alla disponibilità di soluzione di replica sia asincrona che sincrona. Quest’ultima è una soluzione di cluster esteso attivo/attivo, con failover trasparente per una totale business continuity application aware. Tutte queste funzionalità legate alla protezione e alle sicurezza del dato sono incluse nel cuore stesso del sistema operativo.
Si tratta di un innovativo modello di distribuzione in cui due array all-flash storage fanno parte dello stesso cluster logico ma si trovano in posizioni geografiche separate. Questa tecnologia, inserita in Purity prende il nome di ActiveCluster, assicura la disponibilità dei dati su entrambi i siti simultaneamente grazie al mirroring sincronizzato per un determinato volume di storage. E’ proprio il design attivo/attivo multisito a rappresentare il fulcro della ridotta complessità che caratterizza ActiveCluster.
Tra i vantaggi di questi sistemi, emergono senz’altro gli aspetti di:
1) protezione globale: ActiveCluster può essere utilizzato a supporto di una protezione globale con una configurazione di tre data center. I siti A e B sono in modalità ActiveCluster, mentre un terzo sito, collocato a livello nazionale o internazionale, è configurato per replicare in maniera asincrona dal sito A al sito B.
2) migrazioni senza soluzioni di continuità: l’agilità del Cloud implica che ambienti profondamente consolidati abbiano bisogno di flessibilità per muoversi e bilanciare i carichi di lavoro. ActiveCluster può essere utilizzato per spostare carichi di lavoro applicativi da un array all’altro senza soluzioni di continuità.
Gli esperti di Pure Storage sono convinti che le aziende che operano in settori come la Sanità, i Servizi Finanziari, i Media, le Telecomunicazioni o l’eCommerce avranno immensi vantaggi nel poter contare su una business continuity di alto livello, riducendo sensibilmente, rischi, costi e soprattutto complessità. Oggi è necessario pensare alla disponibilità del dato sia attraverso forme di replica ma anche attraverso forme di cooperazione e collaborazione con i cloud provider. Pure Storage, integrando a livello di sistema operativo, sia funzionalità di replica che di copia verso sistemi terzi (Cloud o Storage NFS) fornisce alle imprese la flessibilità per affrontare e risolvere questa tematica, aggiungendo a supporto tutta l’intelligenza dei sistemi di gestione basati su machine learning e analytics per prevenire funzionamenti anomali.
Oltre che per la continuità operativa aziendale, le imprese possono sfruttare ActiveCluster per migliorare il disaster recovery, semplificare le migrazioni applicative e apportare, nel complesso, netti miglioramenti in termini di affidabilità per un’ampia gamma di applicazioni e carichi di lavoro.