Sempre un passo più avanti rispetto agli altri. L’innovazione è fondamentale per tutti, ma per il mondo militare lo è in modo speciale. C’è la necessità e il dovere di fare innovazione e di cercare di conquistare, sempre, un vantaggio competitivo, basato prima di tutto sulla conoscenza. Sono tante le innovazioni, oggi di uso comune, che arrivano dalla ricerca del mondo militare, pensiamo solo per fare un grandissimo esempio, e non a caso, alla Rete Internet e al progetto Arpanet e alla rete delle reti avviato negli Anni ’60 dal Ministero della Difesa degli Stati Uniti.
In particolare, in ambito militare, l’Aeronautica ha da sempre una vocazione speciale verso l’innovazione e non è un caso se oggi possiamo considerare le flotte di aerei militari come straordinari supercomputer con le ali. Ma non è corretto limitare questa associazione tra innovazione e Aeronautica solo ai temi militari e della difesa: l’Aeronautica Militare è a tutti gli effetti una grande Pubblica Amministrazione e un grandissimo operatore Logistico. Ecco che i temi dell’innovazione possono e devono essere letti anche in chiave di sviluppo di una Logistica 4.0 a beneficio dell’Arma ovviamente ma anche della altre pubbliche amministrazioni e del paese in generale.
E con uno spirito orientato alla comprensione delle opportunità legate alla blockchain per il mondo della Logistica e delle Pubbliche Amministrazioni, l’Aeronautica Militare italiana ha organizzato il workshop “Blockchain Logistica Aeronautica e Oltre” anche con il contributo della nostra testata Blockchain4Innovation.
Anticipare, comprendere e guidare il cambiamento e l’innovazione – Gen. Alberto Rosso
Alberto Rosso, generale di squadra aerea, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica
L’Aeronautica è la forza armata naturalmente portata all’innovazione e all’attenzione costante alla tecnologia. Sentiamo il dovere di anticipare, comprendere e guidare il cambiamento. Ma dobbiamo essere consapevoli che in passato era la tecnologia militare l’elemento trainante su cui si sviluppavano a cascata ricadute sul mondo civile. Oggi invece questo paradigma è cambiato: dobbiamo riconoscere che è la difesa che segue e che si adatta alle novità tecnologiche.
Un punto qualificante è la valorizzazione delle soluzioni che consentono di avere applicazioni trasversali e se possibile, un uso duale. La carenza di risorse, la necessità obiettiva di fare squadra e condividere soluzioni nella maniera più ampia possibile è un dovere morale. Tutte le applicazioni digitali, e la blockchain non deve essere una eccezione, incarnano questo sistema e meritano di essere approfondite.
Un altro punto fondamentale per l’Aeronautica Militare è poi nella capacità di ascoltare, nell’umiltà di prestare ascolto alle menti più giovani e più orientate al cambiamento.
Indagare e presidiare l’innovazione dell’Industria 4.0, dell’IoT, dell’AI e della blockchain – Gen. Giovanni Magazzino
Giovanni Magazzino, generale di brigata aerea, capo di stato maggiore del Comando Logistico
Il rapporto con l’innovazione del Comando Logistico dell’Aeronautica Militare da tempo non è più solo nel segno dell’innovazione per il mondo militare. Abbiamo intrapreso un percorso fondato sulla consapevolezza che il fenomeno dell’Industria 4.0 stava modificando concretamente il nostro modo di agire, di vivere e lavorare e ci siamo interrogati su come questa opportunità “industriale” potesse essere cavalcata a nostro vantaggio e a vantaggio delle realtà a noi più vicine.
Ci siamo interrogati, in particolar modo, sul ruolo delle nuove tecnologie come Internet of Things, realtà aumentata, AI, Big Data e blockchain e sui possibili vantaggi, in particolare per la logistica della supply chain aeronautica e per migliorare il nostro lavoro. Siamo consapevoli che l’Industry 4.0 modifica il rapporto tra prodotti (oggetti e servizi) e operatori, in un rapporto sempre più dinamico e interconnesso. Per questo abbiamo chiesto aiuto ad esperti del settore, al mondo dell’Università, abbiamo stretto collaborazioni con grandi e piccole-medie industrie, agenzie ed enti governativi. Già l’Aeronautica ha voluto interrogarsi sui temi dell’Industria 4.0 applicata alla logistica durante il simposio “Da Industria 4.0 a Logistica 4.0: sul futuro dell’aeronautica”. E quella è stata l’occasione per una presa di coscienza più forte, e ha permesso di capire che non bastava studiare e comprendere il fenomeno bensì metterlo in atto, in pratica da subito in maniera concreta, pragmatica. E da quell’esperienza è nata una maratona creativa o hackathon con l’intento di generare idee e progetti concreti.
Abbiamo organizzato per la prima volta in ambito interforze della PA in Italia, un ambiente militare in un aeroporto militare, con un hangar manutentivo circondato da velivoli di ultima generazione. Abbiamo convocato da tutta Italia giovani menti (con 16 startup) a cui abbiamo lanciato una challenge. Abbiamo chiesto di indicare, usando la tecnologia di realtà aumentata e di blockchain, soluzioni possibili in ambito formativo-addestrativo dei manutentori anche con la possibilità dell’operatività da remoto. In collaborazione con i nostri esperti, nel giro di 48 ore sono arrivati 8 progetti. Abbiamo giudicato questi progetti e ne abbiamo scelti 3 e li stiamo realizzando.
Con lo stesso spirito guardiamo oggi con grandissima attenzione alle possibilità offerte dalla blockchain.
Le potenzialità della blockchain e le opportunità di sviluppo per imprese e PA – Giuseppe Perrone, EY
Giuseppe Perrone, Blockchain Leader per l’area del Mediterraneo EY
La Blockchain è una tecnologia il cui interesse è importante anche in relazione agli investimenti condotti in questi anni. Stiamo parlando oggi di ricerche che parlano di un valore di mercato destinato a superare 3000 miliardi di dollari nel 2030. Un’altra proiezione importante è quella del World Economic Forum che testimonia come il 10% del PIL mondiale entro il 2025 sarà sviluppato attraverso la blockchain. Questo per dare un quadro sintetico di come i valori in campo siano importanti.
Oggi nel mondo si scambiano più di 150 milioni di email in 60 secondi, messaggi, ricerche sui motori di ricerca e visualizzare milioni di video su provider come YouTube. Una potenzialità straordinaria, ma quello che non si può fare in 60 secondi è effettuare una rimessa di denaro internazionale, acquistare un titolo di stato o beni registrati: bisogna ricorrere ad una terza parte che permetta di validare questa transazione. La blockchain arriva anche per dare risposte a queste domande e si propone di abbattere la barriera tra mondo fisico e digitale.
Possiamo continuare dicendo che è oggi possibile acquistare un titolo finanziario per mezzo di un intermediario finanziario che verifica che il mittente sia in possesso del titolo azionario e che possa scambiarlo con il ricevente. Con la blockchain e con gli smart contract sarà possibile verificare in automatico le clausole e gli adempimenti e abilitare transazioni digitali.
I punti qualificanti della blockchain possono essere sintetizzati in tre punti:
Altrettanto importante è avere anche una visione chiara sulle principali tipologie di blockchain:
Ma dove può servire la blockchain? In quali ambiti e per quale motivo sta diventando una tecnologia mainstream? Sono tre le “qualità” specifiche oggi che permettono di superare la differenza tra mondo fisico e digitale:
Va poi ricordato che la blockchain è già realtà, con soluzioni in corso per la tracciabilità delle filiere produttive che abilitano un meccanismo di estrema trasparenza e che ad esempio permettono di raccontare al consumatore una storia di filiera testimoniata dalla registrazione sul network che rende le informazioni immodificabili e immutabili.
Altri esempi riguardano le smart grid dove la blockchain sia utile permette di scambiare energia all’interno di una griglia di distribuzione con attori di tipo prosumer che può essere nella condizione di vendere il proprio surplus energetico al vicino in un sistema che gestisce gli scambi e che guarda all’efficienza energetica.
Tavola Rotonda: Le prospettive, le aspettative e le opportunità di sviluppo della blockchain
Esigenze e requirements dell’Aeronautica Militare in merito alla blockchain – Gen. Sergio Antonio Scalese
Sergio Antonio Scalese, generale di brigata, Comandante della 3ª Divisione del Comando Logistico
L’interesse dell’Aeronautica Militare per la blockchain parte prima di tutto dall’obbligo di seguire l’evoluzione della tecnologia per capire in netto anticipo come possa essere utilmente introdotta nelle forze armate, anche per portare efficienza alle operazioni della logistica e alla gestione del personale. Il nostro interesse è poi legato alle caratteristiche intrinseche alla blockchain che si presta a dare risposte nuove a 3 importanti requisiti dell’information security:
- la disponibilità (avere sempre l’informazione disponibile tempestivamente quando serve, dove serve e nel formato in cui serve);
- la riservatezza (l’informazione è sfruttata solo da chi ne ha l’autorità);
- l’integrità (nessuna modifica e manipolazione dell’informazione a meno di autorizzazione specifica)
Abbiamo interesse a definire una visione di come questa tecnologia possa essere introdotta nelle forze armate e a cosa possa servire. Per quanto riguarda i possibili scenari vediamo un utilizzo nell’identity management, nel document management; nella logistica, nella gestione dei materiali e nella supply chain.
C’è poi la prospettiva legata ai requisiti dell’information security e alla possibilità di consentire la decentralizzazione dell’infrastruttura IT permettendo di eliminare i single point of failure e garantire una maggiore resilienza, con maggiore sicurezza per l’informazione e per l’infrastruttura che la comunica e la gestisce.
Non possiamo poi non guardare anche alla prospettiva di realizzare un sistema globale di comunicazioni, di messaggistica militare con cifratura end-to-end che colleghi i singoli o i singoli apparati. La blockchain potrebbe garantire la certezza dell’integrità dei dati (contro le possibili manipolazioni esterne).
In Aeronautica e auspicabilmente nella Difesa, dovrà essere adottata un’unica blockchain privata, e andranno affrontati i temi dell’interoperabilità e degli standard. Se dobbiamo colloquiare con gli alleati della NATO e dell’UE e attivare delle forme di interoperabilità con PA e industrie partner per la logistica, la nostra infrastruttura privata dovrà interfacciarsi con la struttura di altre entità. E si tratta di temi che vanno posti sul tappeto con il supporto di visioni e di conoscenze.
Mercato, processi, modalità di approccio. Overview della blockchain in Italia e nel mondo – Valeria Portale, Osservatorio Blockchain & DL Politecnico
Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano
Stiamo parlando di un nuovo paradigma che potrebbe essere disruptive. Il vero elemento rivoluzionario è il cambio di prospettiva scatenato dall’Internet of Value. Ed è un cambiamento che apre a innumerevoli opportunità. Pensiamo ad esempio alla possibilità di trasferire un asset fisico nel mondo digitale e pensiamo a forme integrate con IoT e smart object che sono le altre basi di questa trasformazione.
Ma per capire le prospettive della blockchain è necessario porsi una serie di domande. Su quali processi ha senso pensare di applicare l’internet of value della blockchain?
Dove ci sono attori eterogenei che non riescono a trasferirsi asset. Dove c’è bisogno di meccanismi di fiducia che non sono trasferibili ad un ente terzo. E ancora dove c’è un asset fisico che si può rappresentare in digitale, e che diventa univoco ed è ben riconoscibile; e dove c’è la necessità di condividere informazioni che diventano immutabili.
Come Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger abbiamo censito da gennaio 2016 a ottobre 2018 circa 546 casi in tutto il mondo. Molti sono annunci e sono significativi anche per la difficoltà di questa tecnologia di essere messa a terra. Molti dicono di voler investire in tecnologia, ma pochi poi partono con reali sperimentazioni e progetti operativi. Con la sperimentazione si acquisiscono informazioni e conoscenza e poi si investe. E il fenomeno sta crescendo: nel 2018 si è rilevata una crescita importante.
Chi sta trainando questo mercato?
Sicuramente il mercato USA, poi mondo asiatico con Cina e Giappone e a ruota e poi Australia e Regno Unito. L’Italia è al terzo posto in Europa. C’è molta competenza su questi temi in Italia, a livello di sviluppatori che lavorano su questi temi.
Tra blockchain pubbliche e private, le aziende stanno scegliendo le seconde per sicurezza e gestione della privacy. Le private sono quelle che permettono di fare più sperimentazione. In futuro vediamo più interoperabilità tra blockchain e possiamo prevedere che in futuro anche le pubbliche permetteranno versioni intermedie con forme di privacy maggiore. Ora ci troviamo proprio nel mezzo della trasformazione di una tecnologia.
Chi investe?
Blockchain è una tecnologia che nasce nel mondo finance. Al suo debutto è stata vissuta come una specie di “dichiarazione di guerra”. Ma dobbiamo pensare che il 2008 era l’anno della crisi in cui le banche avevano perso la fiducia dei consumatori. In quell’anno esce il white paper di Satoshi Nakamoto (Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System) che presenta un sistema automatico che permette di scambiare i pagamenti P2P. Il mondo bancario ha pensato che fosse una tecnologia inaffidabile, anche per l’utilizzo in situazioni ambiguo o illegali. La blockchain è stata così associata al tema della criminalità (una percezione del tutto sbagliata, perché se si parla di frodi o di criminalità il bitcoin è utilizzato molto meno del contante …). Molti hanno comunque capito che blockchain non è necessariamente da associare al tema delle criptovalute, ma è una tecnologia sottostante che può creare e portare tante nuove opportunità.
Il mondo finance dunque è il settore che si è mosso per primo. Al secondo posto, la pubblica amministrazione, i governi, in Italia il MISE ha istituito un team di esperti per definire la tecnologia della blockchain e al terzo posto mondo logistico. È poi importante vedere anche come e dove viene utilizzata la blockchain e in particolare si evidenziano tre grandi ambiti a livello mondiale:
In Italia abbiamo iniziato a vedere come le aziende stanno utilizzando questa tecnologia per capire le potenzialità legate al nostro tessuto italiano. L’agrifood e il Made in Italy che esporta all’estero ha avuto sempre il problema della concorrenza sleale che fa leva sulle contraffazioni, senza riuscire a garantire una tracciabilità completa e precisa dei prodotti. La blockchain può aiutare ad avere una maggior visibilità e trasparenza nella filiera. Anche il mondo insurance esprime molto interesse, in particolare per l’utilizzo di smart contract, e così pure il mondo delle utility.
Il mondo dell’aeronautica dichiara voler affrontare questa tecnologia ed è un tassello fondamentale che potrà trainare altri attori di altri mercati che guarderanno con fiducia a una tecnologia e al fatto che può cambiare il modo di fare business. È molto importante disporre di best practice e di modelli a cui ispirarsi. Così come è importante la creazione di ecosistemi, sia nell’accezione di attori che danno vita alla blockchain sia per quanto riguarda gli sviluppatori. Perché non si può pensare di implementare soluzioni blockchain da soli.
La prospettiva internazionale e la coesistenza con gli altri fenomeni della trasformazione digitale – Davide Del Vecchio, Microsoft
Davide Del Vecchio, Data Solutions Architect Microsoft
Per analizzare le prospettive future e il suo ruolo in una digital transformation più articolata, è molto importante abbandonare l’idea di blockchain come strumento finanziario. È importante mettere da parte l’associazione con Bitcoin e avvicinarsi alla blockchain come ad un fenomeno strettamente legato all’industria.
I clienti si confrontano con una rivoluzione digitale in cui ci sono sempre più organismi autonomi che si scambiano informazioni con una grossa quantità di informazioni. Nello stesso tempo hanno il timore di essere estromessi da questo paradigma digitale e di perdere controllo rispetto a entità agili che sfruttano questa trasformazione digitale a proprio vantaggio in modo più agile. La blockchain interviene quando si superano i perimetri della propria organizzazione, quando qualcuno si interfaccia con terze parti e ha bisogno di affidabilità, di fiducia e nello stesso tempo di ridurre i costi. La blockchain anche anche quando serve dar vita alla frictionless economy, a una economia senza elementi di frizione e basata sul trust.
Come provider, ci mettiamo a disposizione di un ecosistema. Lavoriamo molto con la componente open source, interveniamo sulla parte di governance, oltre gli smart contract per creare grazie al cloud e all’infrastuttura IT un ambiente adatto per realizzare i progetti blockchain e per gestire non la rivoluzione, bensì l’evoluzione. Lavoriamo anche con aziende che non seguono un progetto blockchain partendo da zero, ma che decidono di fare retrofitting su un’iniziativa già presente: che hanno bisogno di rivedere un processo di business e ci innestano una componente blockchain.
La blockchain in relazione ad IoT, Big Data, Intelligenze Artificiale – Stefano Solari, Leonardo
Stefano Solari, Project Manager Offer Innovation Team presso il CTO di LEONARDO
Leonardo è sempre più attenta al tema blockchain. Negli ambiti nei quali operiamo sono importanti fattori come la struttura e l’integrità dei dati protetti dalla crittografia; le potenzialità in termini di availability e infine la confidenzialità: Guardiamo alla blockchain anche per i temi della qualità del dato e della protezione del dato e prestiamo grande attenzione al paradigma della credibilità digitale e del trust domain. L’evoluzione delle reti di comunicazione e di Internet in particolare ha posto la necessità di trovare delle soluzioni per garantire una credibilità digitale. Il Cloud ha a sua volta aggiunto il tema della “delega computazionale”. Ci sono cambiamenti radicali in tutta la catena del valore del mondo IT. Con la blockchain non stiamo parlando più solo di comunicazione e di capacità elaborativa, bensì di accesso ai dati e di computazione verificabile. Pensiamo ad esempio agli Smart contract il cui output una volta validato diventa digitalmente credibile. Un tema potente se calato in un contesto operativo popolato da più soggetti che devono rendersi credibili a vicenda.
Non dimentichiamo poi che nell’IoT c’è il tema della gestione dei dispositivi, del mondo dei sensori che ci danno informazioni. Il device management e l’identity management nell’IoT avranno sempre più bisogno della blockchain.
Nel Cloud, nell’edge computing e nel campo dell’elaborazione distribuita gli operatori vanno verso forme federative, fornendo servizi flessibili e in questi casi la blockchain può agire come governance e può garantire la tracciabilità delle richieste in modo trasparente. Con queste soluzioni gli operatori cloud possono condividere le loro risorse.
Nella robotica e nell’intelligenza artificiale si aprono spazi enormi ad esempio nel campo della logistica, che si doterà sempre più di sistemi autonomi che interagiscono, con carico di un mezzo, scarico magazzino e forme di interazione tra robot. Questa interazione dovrà essere gestita, governata e assicurata dagli sviluppi dell’AI e dalla capacità di automatizzare i sistemi. Dobbiamo iniziare a rispondere alla domanda su chi potrà tracciare le informazioni tra enti così evoluti.
Nei Big data analytics cresce fortissima la capacità di correlazione di grandi masse di dati utilizzati per lo più per aspetti predittivi. Chi valida e traccia le previsioni? Chi controlla l’accuratezza? Si deve indagare la possibilità di trovare supporto nella blockchain in termini di certificazione dei dati e dei modelli previsionali.
La blockchain per il mondo della Difesa e per la Logistica 4.0 – Umberto Panetta, Leonardo
Umberto Panetta, Chief Commercial Office, Senior Vice President Customer Support, Services & Training di Leonardo
Mediamente Leonardo spende oltre un miliardo all’anno in progetti di ricerca e innovazione coinvolgendo anche istituzioni universitarie italiane. L’innovazione applicata alla logistica è un tema estremamente importante per le efficienze che può portare e per la replicabilità dei modelli. Siamo convinti che oggi non si tratta solo di considerare la blockchain ma di avere una visione integrata della trasformazione digitale e di saper aggiungere Intelligenza Artificiale, Internet of Things, realtà aumentata e virtuale per fare un salto tecnologico nei processi logistici e per innovare anche a livello di training. Nel caso specifico della logistica 4.0, molte nostre attività nascono insieme al cliente e sono sviluppate con una modalità agile per seguire da vicino tutte le evoluzioni e tutte le possibili variabili.
Dal punto di vista applicativo, la logistica 4.0 per Leonardo significa tracking del ciclo di vita degli asset, controllo del processo logistico, gestione del flusso di lavoro distribuito anche come forma di garanzia di un processo logistico complesso. Parliamo dunque di validazione del patrimonio informativo, tema particolarmente importante ad esempio nell’ambito della Difesa e della connessione diretta, tramite big data, con quelli che sono i dati operativi degli asset tecnologici, con i dati di manutenzione, di servizio, di tracciabilità dei singoli fornitori.
Più concretamente la blockchain è un’applicazione di forte valore nella logistica militare per due aspetti:
In termini di impostazione strategica come Leonardo vediamo l’approccio alla blockchain su tre grandi piani d’azione:
Competenze e skills per preparare e sostenere la digital innovation – Alessandro Vizzarri, Università Tor vergata
Alessandro Vizzari, Università Roma Tor Vergata Dipartimento Ingegneria dell’Impresa
L’università è coinvolta nel processo formativo con iniziative che non sono solo dirette alla didattica, ma anche alla realizzazione di progetti di ricerca congiunti. Questo significa sposare il trend di ricerca delle singole imprese. Molte di queste ad oggi hanno una forte barriera all’accesso a fondi di finanziamento e noi ci siamo non solo per la crescita, ma con forme di accompagnamento alle startup innovative e alle piccole e medie imprese che hanno ad esempio la necessità di affrontare percorsi di assessment, di analisi delle potenzialità, per l’adozione e la implementazione della blockchain.
Le università si stanno focalizzando su progetti di ricerca con le imprese in un contesto non facile. Il nostro Paese conta una media del 18% di laureati contro il 37% dei 35 paesi più influenti al mondo. Solo il 25% intraprende un percorso STEM dedicato alle tecnologie. Gli esami di informatica sono ancora troppo pochi, e serve più formazione applicata a business case reali. Nello stesso tempo ci si confronta con una crescita esplosiva negli annunci di lavoro per blockchain, e ad oggi abbiamo bisogno di competenze, di talenti e di percorsi e di un approccio che tenga conto di due punti chiave:
– l’innovazione sulle reti dove servono figure con forti conoscenze sulle nuove reti, pesando all’overlay networks come al nuovo paradigma
– le competenze di IT con cloud ed edge computing come piattaforme che devono tenere in fortissima considerazione le prospettive del 5G, anche questo porterà a un nuovo paradigma.
E più nello specifico lo sviluppo della blockchain porterà a un aumento della richiesta di competenze in termini di
La Blockchain nell’agenda digitale – Daniela Maria Intravaia, AGID
Daniela Maria Intravaia Coordinamento Attività Internazionali, Comunicazione, Responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza AGID
Il compito affidato ad AGID è di descrivere come si sta evolvendo l’Agenda Digitale Nazionale in particolare della PA. Sicuramente i servizi pubblici possono beneficiare delle tecnologie emergenti e delle architetture basate sui registri distribuiti.
La blockchain può dare una mano, per superare i silos tra i diversi settori e migliorare la qualità delle risposte ai cittadini. Pensiamo che la blockchain possa avere un ruolo all’interno di ecosistemi, in determinati settori come trasporti, assistenza, salute, scuola, cultura e patrimonio beni culturali. Un primo importante obiettivo sarà quello di evitare al cittadino di chiedere più volte davanti alla PA di presentare la stessa tipologia di dati che già l’amministrazione ha ottenuto e prodotto in un momento precedente al fine di erogare servizi, in ottemperanza al principio once only.
Ora la blockchain può aiutare molto ad attuare questo principio perché se ogni pezzo della PA curasse il proprio registro, a quel punto basterebbe metterli in comunicazione in una catena in “trust” dove ognuno dà fiducia agli altri interlocutori nella stessa catena, limitando le operazioni autorizzative, formali e burocratiche che le architetture organizzative attuali richiedono.
La blockchain può poi simulare un processo organizzativo di PA: come l’emissione di un certificato o come il rilascio di una autorizzazione che il cittadino richiede per aprire un pubblico esercizio e che può essere replicabile come uno smart contract. Serve però un cambiamento di paradigma anche culturale perché nella presente impostazione della nostra normativa e organizzazione statale burocratica è complesso trasferire un modello “analogico” su una tecnologia blockchain. Occorrere ingegnerizzare processi organizzativi e autorizzativi delle PA e basarli sulla blockchain. Non bisogna ricadere nell’errore di una informatizzazione che riprende processi sbagliati o inefficaci di per sé.
Tra i casi d’uso l’Agenzia delle Dogane ha progettato di usare blockchain per il controllo delle merci e la tracciabilità di particolari prodotti che devono subire controlli anche prima dello sdoganamento e che possono essere posti su una catena di registri distribuiti. Nell’ambito del welfare nel settore sanitario si sta lavorando per analizzare le potenzialità della blockchain a livello di gestione del fascicolo sanitario elettronico.
Governance e blockchain – Michele Faioli, CNEL
Michele Faioli, Consigliere CNEL con delega Blockchain e politiche di sostegno al reddito
La blockchain non può essere in sé analizzata adeguatamente se non si affronta l’aspetto delle normative con un approccio interdisciplinare. Le opportunità sono strettamente legate anche a tre grandi temi che devono essere affrontati e presidiati:
- Il rapporto tra trasparenza e riservatezza: nella forma di trasparenza dei contenuti giuridici che circolano su blockchain e che necessitano di riservatezza. Occorre capire come si bilancia questa esigenza di riservatezza nell’ambito della trasparenza propria della blockchain.
- Rapporto tra blockchain e l’origine dei dati e delle informazioni. Quando si ragiona di blockchain si concentra l’attenzione sulla gestione di vicende con origine certificata per accompagnare questa certificazione nel tempo. Ma se l’origine fosse falsata tutto il processo perderebbe valore.
- Smart contracts. Non possiamo dimenticare che si tratta di algoritmi e che serve un approccio interdisciplinare. Non si può ragionare sulla programmazione di smart contract senza avere a fianco del giurista un tecnico che è capace di programmare condizioni ed eventi futuri incerti da cui derivano una serie di vicende.
La blockchain senza diritto non avrebbe senso. Ma qual è il diritto che deve regolare blockchain? Si può immaginare un intervento del legislatore, oppure forme di self-regulation, al CNEL e nell’associazione LABCHAIN si sta ragionando su questo.
Così come ci stiamo interrogando su quali siano le forme di autonoma regolazione della blockchain. E ci domandiamo anche se per alcuni casi, come lavoro, previdenza e rischio, si possa immaginare una forma di governance privatistica all’interno di blockchain pubbliche. Il punto di arrivo della ricerca in questa fase preliminare è come costruire codici di autoregolamentazione della blockchain che possano permettere l’utilizzo della blockchain per finalità di carattere pubblico mantenendo la blockchain nell’ambito di un contratto plurilaterale associativo con matrice privatistica.
Tavola rotonda: Come ci si deve preparare alla blockchain
Il quadro normativo di riferimento per la blockchain – Andrea Reghelin, P4I
Andrea Reghelin, associate partner di P4I
Il tema normativo è fondamentale, così come lo è stato nel passato rispetto ad altri temi. Pensiamo alla rete Internet degli albori e alla diffusione del web in cui si discuteva sulle normative applicabili. In Italia c’è stato un dibattito prolungato sui temi vicini ad AGID: si discerneva sul valore probatorio del documento informatico e delle sottoscrizioni elettroniche, fino a che non si è arrivati ad una normativa stabile e quindi gli operatori hanno acquisito fiducia su queste tecnologie e sistemi di sottoscrizione c’è stata un’adesione, anche se inizialmente debole, da parte degli operatori economici. Anche la blockchain sta affrontando questo percorso che la porterà ad introdurre forme di regolamentazione e con queste contribuire ad aumentare la fiducia su questa tecnologia.
Alcune tematiche sono a questo proposito particolarmente rilevanti:
Oggi possiamo dire di essere ancora in una fase iniziale di discussione sugli aspetti legali della blockchain e vediamo la contrapposizione di diverse filosofie di pensiero: c’è chi pensa che non ci debba essere una regolamentazione, che si debba rispettare lo spirito della blockchain, chi invece va nella direzione di interventismo legislativo sulla blockchain o nella blockchain. Io ritengo sia opportuna una chiave di lettura intermedia: occorre fare attenzione al fatto che la blockchain non si inserisce in un terreno neutro privo di regolamentazione, ma in uno scenario giustamente e correttamente regolamentato.
Il primo sforzo che abbiamo fatto, anche per altri temi con una impronta innovativa più o meno dirompente, come per Internet, per il cloud, per la gestione della documentazione in digitale o per le firme elettroniche, è stato quello di porre attenzione al fatto che esiste una struttura normativa che già si applica alla blockchain. E la vera sfida è proprio quella di applicare strutture giuridiche esistenti ad una nuova tecnologia. Ovvero provare a vedere se già con la attuale regolamentazione si riesce a definire un quadro normativo nel quale gli operatori possano trovare punti di riferimento affidabili e stabili sui quali assumere decisioni.
Un altro grande tema giuridico è poi quello degli smart contract. Si tratta di un terreno molto affascinante per i giuristi e per i legali. Partendo dal punto di vista giuridico ci si interroga se l’innovazione che chiamiamo Smart Contract sia davvero costituita da “oggetti” smart e da contract. Questo è un po’ il vero punto della questione: il concetto di contratto. Quando utilizzo una categoria giuridica tradizionale come quella del contratto mi aspetto una fattispecie che abbia una serie di caratteristiche per permettano di riconoscere gli elemento e i contenuti del contratto. Il secondo aspetto è se queste soluzioni abbiano la forza di racchiudere in sé l’intero contratto, ovvero sia siano nella condizione di garantire una piena integrazione e sovrapposizione tra gli elementi essenziali del contratto e l’intelligenza o l’automazione che è chiamata ad attuare quegli elementi. Dobbiamo considerare che ci sono poi categorie del diritto difficili da tradurre in codice: fattori come la sopravvenuta impossibilità, la negligenza, le cause di forza maggiore solo per fare alcuni esempi. Ci sono correnti di pensiero secondo cui lo smart contract assumerà elementi del contratto tradizionale e chi pensa invece che avrà un ruolo sussidiario come possibilità di eseguire automaticamente obbligazioni contrattuali che però risiedono esternamente in un contratto tradizionale.
C’è infine un terzo punto di grande attenzione e riguarda il rapporto tra blockchain e data protection. Oggi abbiamo una normativa in Italia e in Europa molto stringente e sfidante da un punto di vista degli istituti che introduce. Nelle blockchain c’è il tema del trattamento di dati personali, ma la tecnologia pone dei problemi che in alcuni casi possono sembrare confliggenti con i principi del regolamento europeo, come per esempio il concetto di durata limitata di conservazione nel tempo o la difficoltà di applicare i ruoli contenuti nel regolamento europeo ad una blockchain. La mia chiave di lettura è che non esiste una tecnologia conforme o meno ad una normativa, ma è l’uso che se ne fa che la rende conforme o meno.
Il regolamento europeo introduce un concetto molto innovativo e molto forte: il data protection by design. Si tratta di un concetto che può ispirare le attività progettuali negli ambiti delle blockchain private, ovvero le tipologie di blockchain che più si prestano ad esser interpretate anche ad aspetti di compliance normativa. Anche perché il concetto di data protection by design afferma che le attività di sviluppo di nuovi progetti si devono ispirare in modo conforme ai requisiti informativi. In altre parole, prima ancora di preoccuparci dei possibili utilizzi della blockchain, è importante portare l’attenzione su come sviluppare i nuovi progetti nel rispetto delle compliance normative.
La visione l’azione del Ministero dello Sviluppo Economico per la blockchain – Marco Bellezza, MISE
Marco Bellezza Rappresentante per la cabina di regia in seno al Ministero dello Sviluppo Economico MISE e temi giuridici collegati all’introduzione della blockchain
Prima di tutto occorre sottolineare l’importanza della blockchain per il nostro tessuto produttivo, e la necessità di creare una piattaforma in Italia che sia rilevante a livello comunitario. Come MISE e come azione in generale dell’esecutivo abbiamo avviato iniziative sul fronte internazionale: aderito alla partnership europea (European Blockchain Partnership), promosso accordi di partnenariato con paesi del mediterraneo per sperimentare soluzioni blockchain e avviato un processo di acquisizione di competenze. È stato avviato un gruppo di lavoro pubblico con esperti che scriveranno una strategia nazionale sulla blockchain e sui registri distribuiti, un gruppo eterogeneo e vivace che si affianca a un gruppo dedicato all’Intelligenza Artificiale a sua volta con professori universitari ed esperti.
In particolare, sulla blockchain abbiamo voluto creare un team che mettesse assieme competenze molto eterogenee così come è eterogenea la dimensione della blockchain, con avvocati, notai, programmatori, tanto che abbiamo iniziato e abbiamo visto al lavoro il notaio e lo sviluppatore nerd di 20 anni. Siamo convinti che sia fondamentale mettere a confronto mondi e acquisire come MISE consapevolezza e conoscenze su questa tecnologia. Il primo incontro è stato molto positivo anzitutto perché ci ha dato un segno di cambiamento e di evoluzione. È stato avviato un grande processo bottom-up e stiamo valutando gli indirizzi per questo lavoro. Tra i punti fermi devo citare la convinzione del ruolo che le soluzioni blockchain possono portare sui temi della protezione e della valorizzazione del Made in Italy. La blockchain può portare nuove soluzioni per proteggere l’autenticità dei nostri prodotti in ambiti come il food o come il fashion, dove la qualità è una valore primario. Certamente questo è un ambito nel quale la blockchain può portare valore a tantissime imprese, anche di piccole dimensioni che oggi sono penalizzate da una concorrenza non sempre corretta.
Un caso concreto: la blockchain per la smart mobility – Vincenzo Pensa, ACI
Vincenzo Pensa, Direttore Centrale ACI Sistemi Informativi e Innovazione
Come Automobile Club Italia, ovvero come ente pubblico e non economico che ha anche la caratteristica di essere un’associazione di automobilisti, ci siamo concentrati su quello che possiamo definire un caso d’uso: come utilizzare blockchain per fornire dei servizi legati al mondo della mobilità.
Per questo siamo partiti dall’analisi dello scenario: le informazioni che riguardano cittadini e veicoli fanno capo a numerosi sistemi, la cui complessità rende difficoltosa la erogazione veloce e flessibile dei servizi. Le esigenze che ci hanno portato all’uso di questa tecnologia trovano riscontro nella numerosità dei soggetti coinvolti, nella necessità di digitalizzazione degli asset, nelle opportunità legate alla immutabilità delle informazioni, nei processi legati al trasferimento e alla condivisione dei dati, tutti elementi presenti nel processo di transazioni commerciali che avvengono quando ci si trova a vendere un veicolo.
Unitamente a EY abbiamo esaminato il contesto, ovvero il fatto di avere intrapreso nelle aziende un percorso finalizzato alla digitalizzazione dei servizi che permette e abilita la fruizione delle tecnologie e che rappresenta uno scenario favorevole allo sviluppo di innovazioni.
L’app si chiama ACI SPACE, è disponibile su tutte le piattaforme e permette la fornitura di servizi che spaziano dall’informazione sulla mobilità, all’assistenza stradale, dalla conservazione di documenti al pagamento del bollo, ecc. Abbiamo poi pensato che poteva essere importante fornire all’automobilista un ulteriore strumento e abbiamo pensato alla creazione di un fascicolo del veicolo che potesse rappresentare un plus informativo e di “trust” ad esempio nei casi di vendita o acquisto di un veicolo usato. L’elemento della fiducia in questo processo di acquisto è importante e spesso i soggetti interagiscono con persone che non si conoscono. Abbiamo pensato che tracciare la vita del veicolo e certificare le informazioni relative a quel veicolo potessero rappresentare una carta d’identità del mezzo che una volta messo sul mercato potesse essere nella condizione di rappresentare un elemento di certezza sia per chi vende sia per chi compra.
All’interno del nostro ecosistema ACI abbiamo creato il coinvolgimento di tutte le realtà e le strutture che operano sui servizi, le società di IT, le compagnie di assicurazione, l’assistenza stradale e altri operatori. Tutto questo grazie alla blockchain privata.
Concretamente il cittadino può attivare l’applicazione e può inserire una serie di dati. Questi dati sono uniti a quelli che provengono da fonti certificate come appunto ACI, come il pubblico registro automobilistico e come quelli di altre istituzioni, sono inseriti all’interno del fascicolo e rappresentano un punto di riferimento certo per chiunque ne abbia bisogno. Il cittadino/proprietario della vettura può a sua inserire informazioni che possono riguardare lo stato del veicolo, la sua manutenzione e dall’altro la rete di operatori costituiti ad esempio dalle auto-officine integrate nel sistema, può aggiungere la sua dimensione informativa. Il tutto con l’obiettivo di creare un ambiente di fiducia tra i vari operatori, nel momento in cui si valuta, ad esempio, l’acquisto di un veicolo.
Un ulteriore passaggio è poi rappresentato dai marketplace: esistono soggetti che raccolgono offerte e proposte di vendita di veicoli, e se abbiniamo un bollino di qualità al veicolo avremo contribuito a rendere il mercato di compravendita di veicoli usati migliore e potemmo favorire la partecipazione di altri soggetti che vorremmo invitare ad entrare in questo ecosistema che si sta realizzando.
Crittografia, sicurezza e blockchain – Alberto Leporati, Università Bicocca
Alberto Leporati Vice Direttore del Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazioni dell’Università BICOCCA di Milano
Non si può parlare di blockchain senza affrontare il tema della crittografia, anche in termini di gestione della sicurezza. La crittografia è ormai pervasiva anche a prescindere dalla blockchain, ma nello specifico non va dimenticato che l’idea stessa di blockchain è stata lanciata su una mailing list dedicata alla crittografia. Il suo ruolo è dunque assolutamente essenziale.
In qualità di informatico e come professore presso l’Università Bicocca, assieme ad alcuni colleghi abbiamo fondato il laboratorio di security in cui ci occupiamo anche di tematiche di innovazione legate alla crittografia, facciamo attività di ricerca e abbiamo in particolare avviato progetti sulle blockchain. Cito un progetto dedicato alla gestione del fashion di lusso, per abiti e accessori di alta moda e un altro dedicato alla gestione dei dati relativi ai comportamenti di guida degli autoveicoli e alla identità del guidatore.
L’informatica si occupa di elaborare, memorizzare e trasmettere informazioni; non dobbiamo ovviamente dimenticare che il contesto è però costituito spesso da entità ostili che cercano di interferire o ostacolare queste attività allo scopo di trarne qualche vantaggio. Ed è qui che si colloca la crittografia che viene utilizzata per cifrare e proteggere i dati. La crittografia coinvolge diverse competenze anche in campi diversi tra loro e ci ha regalato risultati sorprendenti: se pensiamo all’esempio classico della blockchain costituito da due soggetti che senza incontrarsi e senza conoscersi sono nella condizione grazie alla blockchain di attuare una transazione sicura senza ricorrere a terze parti con una tecnologia che porta fiducia.
Anche se noi non guideremo un Eurofighter, guidiamo automobili che stanno diventando computer potentissimi su quattro ruote, sempre connessi e sempre accessibili. Ora, queste connessioni devono essere prima di tutto protette. Pensiamo a quanti altri “mezzi” e strumenti stanno unendo la capacità di connessione con una intelligenza: i droni militari comandati da terra, le reti elettriche, l’industria automatizzata. Ecco perché cresce esponenzialmente la domanda di crittografia, di protocolli di autenticazione e di costruzioni crittografiche in cui diverse entità con interessi anche a volte contrastanti possano trovare una sintesi, nel segno della sicurezza. Le blockchain e le applicazioni decentralizzate vanno in questa direzione, ma dobbiamo essere consapevoli che la crittografia da sola non basta. Servono algoritmi di consenso che sappiamo trarre valore dal contesto applicativo, servono protocolli di rete più efficienti, servono implementazioni innovative di reti peer-to-peer. Un discorso a parte merita il tema degli smart contract, per la necessità di declinare l’uso della crittografia anche dal punto di vista dei contenuti legali e della loro declinazione in regole governate da algoritmi.
Il nuovo lavoro che arriva con la blockchain – Cristiano Nervegna, Idee Impresa
Cristiano Norvegna, Ceo di Idee Impresa
Idee Impresa viene dal mondo del volontariato: mettiamo in rete intelligenze, competenze, persone con cui abbiamo sviluppato un percorso di innovazione. Ci siamo impegnati nell’aiutare corpi sociali intermedi a ripensarsi e ripensare alla propria formazione indirizzata ai temi dell’innovazione. Abbiamo lavorato sulle strutture legacy, su sistemi vecchi che abbiamo riscritto con competenze, con il coraggio di ripensarsi, con lo sviluppo di un ecosistema.
La blockchain è un punto fermo di questo percorso dove sono nati progetti come quello della donazione alimentare, dove abbiamo realizzato una soluzione che arriva agli utenti nella forma di una applicazione che permette di realizzare e controllare tramite un marketplace il percorso di trasporto dal donatore al destinatario. Con una serie di vantaggi e di certezze: come il rating di chi dona e di chi riceve, per accertare ad esempio se chi dona lo sta facendo in modo “serio” e corretto. Tramite blockchain monitoriamo il trasporto e stiamo creando una rete di token che permette alle imprese di scambiare servizi senza con uno specifico asset di valore.
La blockchain è anche una grande occasione per dare lavoro a tanti giovani. La dobbiamo vedere come una tecnologia intergenerazionale e multidisciplinare.
Conclusioni: i vantaggi della blockchain per l’Aeronautica Militare e per una Logistica 4.0 – Gen. Giovanni Fantuzzi
Giovanni Fantuzzi, generale di squadra aerea, Comandante Logistico Aeronautica Militare
Per l‘Aeronautica Militare la blockchain è già una realtà, in particolare per l’integrazione dei propri sistemi nel campo della logistica e dell’innovazione che ci deve portare verso una Logistica 4.0. “Abbiamo fatto parlare Silef (Sistema Informativo Logistico Integrato per la gestione di Sistemi Complessi delle Forze Armate n.d.r.), che è il nostro sistema integrato e informatico di logistica, con la blockchain; abbiamo certificato le attività manutentive che avvenivano in un luogo diverso da quello dove si trovava il manutentore, stiamo lavorando sui temi della qualità dei dati e della certificazione dei dati. Siamo maturi per confrontarci, sempre da un punto di vista di aumento della nostra competenza, coi nostri partner. Mi riferisco anche ai partner della NATO, soprattutto ai partner dei programmi a cui l’Italia partecipa, come ad esempio quello Eurofighter.
Crediamo che la trasformazione digitale e la blockchain in particolare sia un grande tema di ecosistema, ovvero una sfida dove è importante creare percorsi di conoscenza condivisa e di collaborazione, per definire modelli, best practice e per portare, ad esempio al mondo degli attori della logistica, della sicurezza o delle Pubbliche Amministrazioni delle sperimentazioni validate e degli use case che possano essere replicabili o che possano ispirare e accelerare altri percorsi di innovazione. Esattamente nello spirito di innovazione che caratterizza da sempre l’Aeronautica Militare.
Il video di Michele Faioli, CNEL sugli sviluppo della blockchain
L’evento dell’Aeronautica Militare ha ospitato anche l’intervento in video del Professor Michele Faioli, dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Consigliere del CNEL, Consiglio nazionale Economia e Lavoro.
Domande e risposte
Nel corso dell’evento sono state poste diverse domande su vari temi attinenti alla blockchain. Di seguito vengono fornite le indicazioni per le varie risposte
La Blockchain è GDPR compliant?
La risposta in questo articolo: Blockchain e GDPR: le sfide (e le opportunità) per la protezione dei dati
L’avvento dei computer quantici impattera’ sulla sicurezza della blockchain ?
La risposta in questo articolo: Quantum computing e Blockchain: amici o nemici?
Nell’implementare la Blockchain possono essere considerati degli impedimenti dei framework normativi rigidi? Se si quali soluzioni si possono porre?
La risposta in questo articolo: Quali profili normativi e quali norme sono applicabili in tema di Blockchain e Smart Contract
La Blockchain necessita di un ecosistema per essere implementata?
La risposta in questo articolo: Come funziona e quali sono le caratteristiche della blockchain
Le Blockchain private può essere la chiave di volta per le comunicazioni nel mondo Militare. Vi sono dei casi di Test o implementazione nel mondo?
Alcune indicazioni, se non una risposta, a questo articolo: NATO Innovation Contest Seeks Military Blockchain Applications
Punto di forza della tecnologia è sicuramente la sicurezza. Cambia (se si come) la percezione di questa caratteristica con il quantum computing?
La risposta in questo articolo: Computer quantistico (o computer quantico): cos’è, come funziona e qual è il suo futuro
li apparati attuali sono pronti a diventare ancora più Smart grazie alla tecnologia Blockchain?
La risposta in questo articolo: Dall’IoT all’Intelligenza Artificiale sulla “strada” delle reti intelligenti
La legislazione attuale è molto restrittiva rispetto allo scambio dati classificati (centri commsec, omologazioni DIS ecc).Come gestire tale limite legislativo?
Alcune indicazioni si possono trovare in questi servizi:
Svizzera: Legal framework per DLT & blockchain
A Malta nasce un’Autorità di regolamentazione della Blockchain
Orientamenti dell’agenzia delle entrate su token e ICO
Ogni persona fisica può “acquistare “ o registrarsi con un nodo in BC public? O può avere più nodi? E dove ci si dovrebbe registrare per ottenere un nodo?
La risposta in questo articolo: Come funziona e quali sono le caratteristiche della blockchain
Garantire L’operatività dei Sistemi d’Arma passa per una supplì chain complessa e distribuita. Come gestire “standard” BC alivello internazionale?
La risposta a questo articolo: Come cambiano le supply chain grazie alla blockchain
La Blockchain è pronta a scalare per processare una grande mole di dati?
La risposta in questo articolo: Blockchain e Enterprise DataOps pronte per offrire il meglio alle aziende
Si sono verificati attacchi cyber a qualche Blockchain?
La risposta in questo articolo: Il risk management per ICO blockchain
Avremo standard progressivi in termini di trust dei singoli attori o nazioni, come già accade nel mondo non virtuale? Possibile mitigare il ranking tra stakeolder?
La risposta in questo articolo: ETSI lancia un piano per gli standard blockchain
in tema di previsioni, si sta pensando strumenti per il monitoraggio delle condizioni ambientali su larga scala?
La risposta in questo articolo: Il digitale per la prevenzione e la gestione dei rischi nei servizi pubblici
Come si possono approcciare le aziende al mondo della Blockchain?
La risposta in questo articolo: Quando serve veramente la blockchain
Perché si dice che Blockchain possa non essere compliant alla GDPR?
La risposta in questo articolo: Rapporto tra blockchain e GDPR
Quali sono i limiti legali di uno Smart contract come valenza circa l’onere della Prova opponibile davanti a terzi?
La risposta in questo articolo: Cosa sono e come funzionano gli Smart Contract
Come posso capire se la mia azienda: Avrà una utilità nello sperimentare la Blockchain È pronta ad utilizzare e sperimentare la Blockchain:
Qui potete trovare alcune indicazioni: Libri e guide per Industria 4.0 e blockchain
ACI come pensa di far evolvere il sistema? Vuole coinvolgere altri attori come produttori ed assicuratori?
A questo articolo alcune indicazioni: Aci Informatica: documentazione più veloce e più sicura con la blockchain
Quale sarà la fase II rispetto Al tavolo di lavoro sulla Blockchain promosso dal Mise?
La risposta in questo articolo: La strategia blockchain del Mise
Nella logica degli Smart contract sono previsti step intermedi di controllo e riconteggio dei dati numerici e/o riverifica dei dati giuridici presenti?
La risposta in questo articolo: Smart Contract: cosa sono e come funzionano
Articolo aggiornato da Mauro Bellini il 27 Aprile 2019