Ridurre le frodi, aumentare l’efficienza nei workflow informativi e sviluppare nuove forme di condivisione delle informazioni: con il progetto “Fideiussioni digitali” Cetif Università Cattolica, SIA e Reply mettono in gioco la blockchain. Con il gennaio 2020 e con la collaborazione di Banca d’Italia e IVASS parte un progetto di sperimentazione a livello nazionale che prevede la digitalizzazione dei workflow di gestione delle fideiussioni su piattaforma blockchain.
Il progetto punta a coinvolgere diverse realtà come assicurazioni, banche, istituzioni finanziarie, PA e imprese private e arriva dopo uno studio di fattibilità che ha coinvolto una trentina di soggetti primari e che è durato circa 4 mesi.
A inizio 2019 il Comune di Bari aveva avviato una collaborazione con SIA su piattaforma blockchain SIAChain che aveva lo scopo di ripensare il workflow delle fideiussioni con la dematerializzazione dell’iter di rilascio da parte di banche, intermediari finanziari, assicurazioni e con lo scopo di certificare in modo univoco e irrevocabile tali garanzie. Il progetto aveva a sua volta anche lo scopo di ridurre i tempi di gestione delle diverse fasi, di ridurre gli errori manuali e di prevenire possibili frodi ad esempio legate alla presentazione di documenti falsi.
Portare maggiore sicurezza in questo settore vuol dire riuscire a limitare il numero delle false fideiussioni che secondo una indagine della Guardia di Finanza ha raggiunto un valore di 1,6 miliardi di euro negli ultimi 4 anni. Ma i benefici, oltre ai temi della sicurezza si concretizzano anche nella rivisitazione della “filiera” informativa composta da garante, garantito e contraente che possono disporre di una nuova modalità di gestione e condivisione delle informazioni.
“Fideiussioni Digitali” prevede la realizzazione di una “Sandbox”, nella forma di un ambiente di sperimentazione che può lavorare su dati reali e che è controllato da un Comitato Scientifico composto da Banca d’Italia, IVASS, CeTIF, SIA, Reply e altri aderenti all’iniziativa.
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