È prevista durante i lavori del terzo Congresso internazionale sulla blockchain e le sue applicazioni che si tiene a Salamanca, in Spagna, da oggi all’8 ottobre, la presentazione della ricerca realizzata da Armundia Group , società italiana di respiro internazionale che progetta e fornisce piattaforme digitali Fintech e Insurtech altamente innovative, e dal dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione e Matematica (DISIM) dell’Università dell’Aquila sul tema del post-trading finanziario delle transazioni con derivati Otc. Grazie al lavoro della partnership italiana sarà possibile ottenere vantaggi in termini di riduzione di errore, rapporto con i regulator, funzioni di repository ed elevata automazione, oltre che di velocità nella validazione delle operazioni, con “ricadute positive – spiega Armundia in una nota – sui flussi di lavoro e sulla gestione ottimizzata delle risorse umane liberate da operazioni manuali e ripetitive.
“Oggi, i contratti derivati Otc (Over-the-Counter Derivative), operazioni negoziate direttamente tra due parti contraenti fuori dai mercati regolamentati, offrono molte opportunità a intermediari e consulenti finanziari perché hanno il vantaggio di essere particolarmente personalizzabili e molto più flessibili rispetto a titoli e derivati standardizzati negoziati nei mercati regolamentati. Tuttavia, nella maggior parte delle organizzazioni bancarie private, questo tipo di transazioni viene eseguita manualmente da operatori specializzati, con possibile rischio di errore umano”. Proprio per approfondire il tema legato a questo rischio, Armundia Group ha avviato la collaborazione con l’ateneo abruzzese chiedendo uno studio sulla possibilità di automazione delle transazioni con derivati Otc, in modo che sia possibile annullare le criticità che si possono verificare nel credito, nella liquidità, nell’aspetto legale, nella custodia e nell’operatività. Utilizzando un ambiente di “Distributed Ledger Technology”, questa la tesi di partenza, si potrebbe risolvere il problema della mancanza di trasparenza tipica di questi prodotti finanziari.
“La collaborazione tra ecosistema universitario e impresa per noi di Armundia è sempre stato un valore – afferma Franco di Michino, direttore divisione consulting e membro del Consiglio di Amministrazione di Armundia Group – Siamo davvero molto orgogliosi dei risultati di questo recente lavoro perché una tecnologia ormai diffusa come la blockchain viene per la prima volta sperimentata in modo unico e originale in un settore dove non era mai stata applicata. Siamo certi che gli esiti pionieristici di questa ricerca pongono solide basi per una evoluzione del prototipo già funzionante”.
“Finanziando questo progetto Armundia Group ci ha dato la possibilità di vedere applicati al mondo reale, in questo caso il mondo della finanza digitale, concetti, metodi e modelli algoritmici che i nostri laureandi e dottorandi nel settore ICT studiano e approfondiscono, anche potendosi confrontare con la comunità scientifica internazionale e di esperti del settore blockchain – sottolinea Giovanni De Gasperis, ricercatore e responsabile scientifico del progetto, del Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione e Matematica dell’Università degli Studi dell’Aquila – Auspichiamo ulteriori collaborazioni che ci diano la possibilità di esplorare nuove idee, applicare metodologie e modelli di finanza digitale distribuita sulle quali abbiamo intrapreso nuove attività di ricerca e sviluppo”.