Arrivano le linee guida per l’applicazione della blockchain al BIM

Con la transizione al digitale del comparto delle costruzioni, l’applicazione della tecnologia DLT può offrire grandi vantaggi e trovare ampi spazi di utilizzo.

Pubblicato il 01 Lug 2021

Lorenzo Nissim

vice presidente di IBIMI-buildingSMARTItalia

BIM

Il settore delle costruzioni sta gradualmente passando da metodi di gestione dell’informazione tradizionali a sistemi di gestione digitali complessi che assicurino un flusso di dati interrogabile e riutilizzabile. In particolare, negli ultimi anni si è assistito a una rapida diffusione del metodo BIM, Building Information Modelling, che prevede la rappresentazione tridimensionale di progetti e ambienti costruiti semanticamente ricchi di informazioni ben strutturate e organizzate.

Creare modelli BIM richiede lo scambio continuo di informazioni tra più parti, e un’unica consegna al committente, il quale utilizzerà quei modelli per supportare attività interne o come base informativa per altri servizi esternalizzati. Informazioni che passano di mano in mano senza un tracciamento delle responsabilità diventano informazioni inutili. Utilizzare informazioni prodotte da terzi per prendere decisioni che possono anche comportare l’assunzione di rischi penali e civili, pone l’accento sul livello di fiducia in termini di qualità e veridicità di quelle informazioni. Pensiamo se qualcosa va storto, per esempio crolla un ponte, cosa succede? Chi ha preso la decisione sbagliata? Basandosi su quali informazioni? Prodotte da chi?

Questi temi sono stati analizzati dal gruppo di lavoro (GdL) Block2020, nato in seno a IBIMI-buildingSMART, associazione no profit dedicata alla promozione del metodo BIM attraverso lo sviluppo di standard, buone pratiche, networking e formazione.

Il GdL ha analizzato i problemi sopra richiamati ed individuato alcune soluzioni ai problemi di assegnazione delle responsabilità e fiducia nei dati basandosi sulle opportunità offerte dalla blockchain e non solo.

Blockchain, smart contract, hash e conservazione a lungo termine

Il risultato delle analisi ha portato alla pubblicazione di due Linee guida, scaricabili gratuitamente, nelle quali vengono proposti alcuni flussi di lavoro e individuati il momento e lo scopo di applicazione della registrazione dei dati in blockchain.

Attraverso la registrazione in blockchain dei pacchetti di informazioni scambiati diviene possibile fare un tracciamento delle fasi di sviluppo dell’informazione. Il metodo può essere esteso eventualmente fino a coprire l’intero ciclo di vita dell’asset, quindi comprendendo gli scambi informativi risultanti dalle fasi di progettazione, costruzione, collaudo, uso, manutenzione, dismissione, ecc.

La protezione dei dati sensibili e l’opponibilità

La semplice registrazione in blockchain non è sufficiente ad affrontare alcuni problemi come la protezione dei dati sensibili presenti all’interno dei modelli BIM o l’opponibilità a terzi in sede di contenzioso giudiziale.

Al fine di rendere l’approccio solido e concreto, sono stati presi in considerazione anche altri strumenti, come l’hash, l’impronta digitale dei documenti informatici, come sistema di identificazione univoca del pacchetto dati da registrare in blockchain al posto del modello stesso; gli smart contract per registrare l’identità delle parti, e tenere traccia dello scambio come combinazione di due attività ben distinte e con diversi responsabili, cioè la consegna e l’accettazione di uno specifico e identico pacchetto dati; la conservazione a lungo termine dei documenti informatici per garantire la reperibilità e non alterazione dei dati originali che hanno prodotto l’impronta digitale registrata in blockchain.

Utilizzando queste tecnologie i problemi di assegnazione delle responsabilità e fiducia sono stati affrontati e risolti, con dirette indicazioni alle norme legislative e volontarie di riferimento. Si rimanda alla lettura delle linee guida per maggiori dettagli.

L’applicazione delle tecnologie DLT al BIM

Ora che la metodologia BIM sta sempre più abilitando lo scambio di grosse moli di dati, alcuni princìpi fondamentali dello scambio informativo vengono messi sotto pressione e richiedono di essere reingegnerizzati per assicurare la scalabilità e la solidità dei metodi digitali. Basti pensare alla complessità insita in azioni apparentemente semplici come, ad esempio, il poter esprimere un giudizio sull’affidabilità dell’informazione oppure l’importanza di poter identificare il soggetto responsabile della produzione iniziale del dato o chi ne ha fatto utilizzo successivamente.

La transizione al digitale del comparto introduce quindi una serie di sfide ed è in questo scenario che l’applicazione della tecnologia blockchain (DLT) può offrire grandi vantaggi e trovare ampi spazi di utilizzo.

BIM

La digitalizzazione dell’industria delle costruzioni

L’industria delle costruzioni è storicamente restia ai cambiamenti e non sorprende quando gli studi statistici ci informino che è il settore meno digitalizzato tra tutti. Ma negli ultimi anni si è registrata un’accelerazione poderosa verso “metodi elettronici di gestione informativa”. Il virgolettato richiama la terminologia usata dal codice degli appalti per indicare il metodo BIM. Infatti, questa accelerazione non solo spontanea, ma è anche una precisa richiesta legislativa. Il codice degli appalti L. 50/2016 inizialmente suggerisce alle stazioni appaltanti pubbliche di richiedere progetti BIM, successivamente il decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture n.560/2017 va ad imporre, con gradualità, il metodo.

Oggi l’obbligo normativo ricade su tutti i progetti con importi superiori ai 15 milioni di euro, ma la soglia si abbasserà di anno in anno, fino al 2025 quando tutti i progetti dovranno essere in BIM.

Conseguentemente è già qualche anno che nel settore tutti ne parlano e in molti hanno cominciato ad adottare questa nuova metodologia. Si tratta di digitalizzare le davvero tante informazioni che circolano tra i vari attori del settore e le varie fasi industriali di progettazione, costruzione e manutenzione dell’edificio o infrastrutture. Digitalizzare e accentrare in un unico modello tridimensionale con il fine di rendere disponibili le informazioni a chi servono e quando gli servono.

BIM

Questo è un punto di svolta epocale del settore. Per la prima volta si avranno a disposizione dei dati che renderanno i processi più trasparenti, controllati ed efficienti. È un processo di standardizzazione e allineamento delle pratiche che prenderà del tempo per arrivare a una diffusione completa, ma è già molto evidente come la produzione di dati sia in fortissima crescita.

Il passo successivo a cui si sta già guardando è l’applicazione di logiche di intelligenza artificiale che finalmente potrà nutrirsi di informazioni di qualità e offrire in tempi rapidi proposte decisionali ottimizzate sia per la progettazione che per la realizzazione che per la manutenzione. Ma per poter davvero sfruttare le informazioni occorrono impianti di raffinazione, perché non tutto il petrolio diventa benzina per le nostre auto, non tutte le informazioni possono essere utilizzate per prendere decisioni. Esistono infatti delle criticità e dei rischi, forse ancora poco compresi dal settore, che presto diventeranno priorità assoluta.

BIM: responsabilità sulle informazioni e fiducia nei dati

Il settore è caratterizzato da una iper-frammentazione degli attori coinvolti, sia dal lato dell’offerta che della domanda. Per esempio, a differenza di altri settori come quello dell’aerospazio e dell’automotive, dove pochi grandi committenti impongono degli standard operativi, nel nostro caso questo non può avvenire. Ma anche dal lato dell’offerta, ogni progetto richiede l’intervento di innumerevoli operatori, ogni volta diversi ed ognuno con le proprie peculiarità e metodi di lavoro. Questo sicuramente è una delle principali cause del ritardo della transizione al digitale. Ogni progetto richiede di scambiare informazioni con molteplici partner sempre diversi. Se l’obbligo normativo, gli standard di interoperabilità come l’IFC, e software BIM maturi hanno facilitato l’adozione di nuovi metodi di scambi informativi, resta ancora il problema di contesti così frammentati e dinamici: la fiducia dei dati ricevuti e l’assegnazione delle responsabilità sulle informazioni consegnate.

Conclusioni

Le Linee guida sono state pubblicate sia in italiano che in inglese e presentate durante l’international summit di buildingSMART e la conferenza nazionale di IBIMI, per raccogliere l’interesse di tutta la comunità internazionale.

Il gruppo di lavoro block2020 non ha terminato la propria attività, e intende avviare un nuovo progetto, questa volta dedicato a sperimentare le soluzioni immaginate attraverso l’applicazione a contesti reali di progetti pilota.

IBIMI buildingSMART è uno spazio di incontro e confronto per gli stakeholder e non intende sviluppare soluzioni proprietarie ma offrire un quadro standardizzato per promuovere la diffusione del metodo, per questo è importante avere una partecipazione ampia e multidisciplinare ai nostri progetti. Vi invitiamo quindi a contattarci nel caso il tema sia di vostro interesse ed eventualmente partecipare al prossimo progetto dedicato.

Al seguente link è possibile scaricare le Linee guida IBIMI.

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