Progetti concreti per portare la Blockchain nel cuore delle aziende clienti: così può essere riassunto l’approccio a questa particolare tecnologia da parte di Aubay Italia, system integrator attivo nell’ambito della consulenza ICT, parte dell’omonimo gruppo francese e partner dell’Osservatorio Blockchain della School of Management del Politecnico di Milano. Da circa tre anni a questa parte, come racconta Francesco Cuscino, Professional Services Consultant di Aubay Italia, il Centro di Competenza Digital & Architecture di Aubay Italia, che si occupa di affrontare le tecnologie disruptive, ha deciso di affrontare anche la partita della Blockchain. In questo senso la spinta è partita dal direttore del centro competenze, Marco Appetito, che ha lavorato per proporre delle applicazioni concrete della Blockchain presso i clienti finali. “Il centro di competenza ha iniziato il suo percorso tre anni fa per conto di una Ong, Liter of light, che utilizza delle bottiglie di plastica per rendere possibile l’illuminazione delle abitazioni in realtà difficili come le favelas. La loro esigenza era quella di rendere trasparente ai propri partner tutta una serie di attività, quali il processo di creazione, spedizione in loco, formazione del personale e consegna finale. Abbiamo quindi proposto di utilizzare un tracciamento di filiera attraverso la Blockchain, in questo caso di tipo permissioned. Questo progetto è stato il nostro battesimo del fuoco: successivamente abbiamo aderito all’Osservatorio Blockchain, abbiamo acquisito know-how e ideato POC su vari ambiti”.
I progetti di Aubay Italia
Aubay Italia ha potuto contare in questo percorso sulla partecipazione all’Osservatorio Blockchain (qui tutte le informazioni per partecipare all’imminente edizione): “Questa partnership è stata fondamentale per noi, ci ha assicurato una visione non solo su aspetti tecnologici o manageriali, ma allargando la prospettiva alle possibilità di impiego della tecnologia”. Attualmente il principale progetto di Aubay Italia, finanziato anche dal Mise, si chiama Demat e riguarda la dematerializzazione del processo documentale: in questo caso la scommessa è che la Blockchain possa rendere possibile il tracciamento di filiera di tutti i processi e la loro relativa notarizzazione, assicurando una trasparenza sia interna che esterna della gestione documentale. “Questo progetto ha lo scopo di creare un prodotto che possa avere un mercato. Abbiamo riscontrato un deciso interesse, speriamo di consolidarlo entro il 2021 e avviarne così la commercializzazione. Allo stato attuale è il progetto in maggiore fase di avanzamento, ma stiamo portando avanti delle iniziative anche in altri settori, tra cui ad esempio il Finance: in questo settore la Blockchain può permettere l’instaurarsi di un maggiore trust tra attori che hanno interesse a scambiarsi documenti commerciali e che magari non risiedono nello stesso Stato”.
Il remote Working spinge la Blockchain
Questi e altri progetti vengono affrontati da Aubay Italia con una grande attenzione all’aspetto di ecosistema: l’obiettivo dei POC è quello di integrare la Blockchain con altre piattaforme tecnologiche esistenti, riuscendo a dare risposte a problemi diffusi nell’ambito produttivo, superando così resistenze e diffidenze che ancora possono esserci nei confronti di questa tecnologia, che potrebbe ricevere una spinta dalla emergenza sanitaria: “Temi come il lavoro da remoto, la digitalizzazione, sono stati imposti dall’emergenza Covid e possono assicurare un ulteriore spazio alla Blockchain. In una fase in cui la remotizzazione è diventata diffusa, l’aspetto del trust, ovvero stabilire un’area di fiducia tra attori coinvolti in un progetto, è decisivo. Da questo punto di vista sicuramente la Blockchain fornisce una risposta, oltre a possedere una serie di caratteristiche che permettono l’automatizzazione di una serie di interazioni”. Sullo sfondo c’è poi l’arrivo del Recovery Fund europeo, che potrebbe spingere le tecnologie digitali in Europa: “Da tanti anni, ben prima del Recovery Fund, si parla ormai digitalizzazione, non vorrei che le soluzioni finanziate nascessero già vecchie. In ogni caso, l’aspetto positivo è che tecnologie disruptive come la Blockchain sono finalmente entrate nel dibattito pubblico, quindi spero che il Recovery Fund possa realmente abilitarne la diffusione, soprattutto in ambito PA”, conclude Cuscino.
Francesco Cuscino porterà la propria testimonianza al prossimo Osservatorio Blockchain & DLT. Clicca QUI per avere maggiori informazioni e per iscriversi