Da molti anni – da quando lasciai l’Italia fresco di laurea – non avevo più passato tanto tempo in questo meraviglioso paese. Il giorno stesso in cui le frontiere furono riaperte dopo il lockdown, il 3 giugno, ho attraversato il Brennero con una gioia incontenibile ed una commovente felicità per potere riabbracciare finalmente i miei familiari, gli amici di una vita e potermi di nuovo riempire il cuore e gli occhi della bellezza che solo l’Italia è in grado di dare a chi, da emigrante – di lusso se vogliamo, ma pur sempre emigrante – è in grado di apprezzare e sentirne la struggente nostalgia. Da quel 3 giugno ho passato gran parte dell’estate in Italia, con in mente un chiodo fisso: tornare prima o poi nella mia amata terra. In questo contesto il recente Decreto Rilancio n.34 del 2020, che istituisce tra l’altro importanti incentivi fiscali per operazioni di riqualificazione immobiliare, è diventata materia di studio. Se da una parte l’obiettivo del Governo è quello di dare una “spinta” al settore immobiliare e quindi, a cascata, all’economia stagnante del paese, l’Art 121 dello stesso – cioè la possibilità di cedere il credito fiscale a terzi – cela ben più importanti opportunità per l’economia del paese. Basta saperle cercare.
Mi stupisce un po’ che nessuno l’abbia ancora proposto o evidenziato. Purtroppo, la blockchain non è ancora abbastanza conosciuta o non lo è al punto da essere considerata anche per queste prospettive.
Qualcuno, come la Workinvoice, ci si è avvicinato proponendosi di creare un mercato per la compravendita dei titoli rappresentativi del credito d’imposta certificato per gli interventi soggetti al superbonus 110% per le ristrutturazioni immobiliari.
Ma al giorno d’oggi creare una piattaforma/mercato e mettere a vigilare sulla legittimità dei crediti transati i controllori “tradizionali” potrebbe essere paragonabile all’ipotesi di costruire la più moderna e performante scocca di auto da corsa utilizzando poi il motore della mia amatissima prima auto, il 600cc della Fiat 126.
Un tale sistema potrebbe essere soggetto a truffe, tramite la duplicazione fraudolenta dei crediti e/o la loro rivendita molteplici volte; appare poi come una soluzione estremamente costosa sia per l’opera di revisori che va profumatamente retribuita; sia perché lenta con verifiche che richiedono tempo ed una latenza fisiologica; va poi aggiunto che è anche inutilmente complesso per la necessita di avere diversi attori coinvolti nella gestione. Tutto quindi eccetto che una “grande innovazione”. Soprattutto quando i mezzi tecnologici ci sono oggi per fare molto di più e meglio.
Mi stupisce che nessuno abbia detto “usiamo la blockchain”. Proprio per questo esiste la blockchain. Bitcoin ha genialmente risolto il problema della duplicazione dei valori e reso obsoleta la fiducia, cioè la necessità di avere qualcuno super partes di cui fidarsi.
Ecco quindi che il Governo ha davanti a sé la rara opportunità di trasformare un’ottima idea, frustrata però all’origine da una implementazione già obsoleta, in un’ottima idea in grado di cambiare per il meglio le sorti economiche del paese. Non che, per la verità, altri paesi siano stati più attenti dell’Italia in questo. Non mi risulta infatti che nessuno dei paesi che hanno approvato benefici fiscali per le imprese ed i cittadini per la crisi Covid abbiano pensato ad un meccanismo basato sulla blockchain. Neanche la Germania. Ma forse, l’Italia ne ha più bisogno di altri e per questo dovrebbe fare più degli altri.
Ecco quindi come potrebbe funzionare il sistema dei crediti d’imposta basati su blockchain. Lo stesso schema è applicabile non solo all’Italia, ma a qualsiasi altro paese e in principio a qualsiasi tipologia di crediti, incentivi, sussidi o valori in generale, dati dallo stato al cittadino/imprese:
Emissione del credito-token digitale
L’Agenzia delle Entrate emette il credito in forma di token digitale e lo fa girare su una blockchain pubblica. Ci sono varie opzioni relativamente alla blockchain da utilizzare, il tipo di token rappresentativo del credito e la sua governance, ma non è questa la sede per un’analisi tecnica di questo complesso – ma secondario – aspetto e quindi non mi ci addentro. Una precisazione però è d’obbligo per evitare fraintendimenti. Una blockchain usata dallo Stato è ridondante. La fiducia nello Stato quale ente emittente e controllore è necessariamente insita nell’autorità che lo Stato ha verso i propri cittadini. Lo Stato potrebbe bene utilizzare una semplice piattaforma digitale da esso creata e gestita. Ma la blockchain diventa non solo utile, ma necessaria – anche allo Stato – se si vogliono sviluppare le sinergie che evidenzio sotto ai punti 4-5-6 e dare una spinta alla modernizzazione del paese. Viceversa, un’iniziativa privata come quella della compravendita dei titoli rappresentativi del credito d’imposta certificato, non ha secondo me reale utilità al di fuori della blockchain.
Le caratteristiche trustless e double spending avoidance della blockchain
La blockchain garantisce ab origine e senza margine di errore quello che non potrà mai garantire un revisore/controllore, che cioè i crediti siano unici e non duplicabili. Garantisce inoltre che non vengano spesi molteplici volte (double spending), perché le piattaforme di mercato che verranno poi sviluppate per fare il trading dei crediti, verranno o integrate nella blockchain o saranno piattaforme P2P (peer to peer) decentralizzate dove i crediti possono essere trasferiti direttamente senza intermediazione. Un altro vantaggio, tutt’altro che trascurabile, è la resilienza del sistema basato su blockchain da hackeraggi, che sono invece la piaga di ogni piattaforma di intermediazione centralizzata.
Un libero ed efficiente mercato per i crediti aperto a tutti
I crediti dovranno circolare liberamente. A questo libero mercato potranno partecipare tutti, incluse le persone fisiche titolari dei crediti. Non è chiaro se al mercato concepito da realtà che gestiscono piattaforme di compravendita dei titoli rappresentativi del credito d’imposta certificato potranno accedere solo “soggetti privati” persone giuridiche o anche persone fisiche. E’ evidente che se così fosse si creerebbe l’opportunità per un cartello di speculatori, che potrebbero comprare i crediti dalle persone fisiche ad un forte sconto per poi guadagnarci rivendendoli ad investitori professionali sul mercato a sconti nettamente inferiori sulla base della reale domanda ed offerta. Un mercato aperto a tutti consentirebbe invece a tutti di beneficiarne lasciando che il mercato fissi il tasso di sconto e non quindi il -10% o più che ho sentito proporre dalle banche.
Il credito-token digitale diventa effettivamente moneta, la Nuova Lira Digitale (NLD)
L’altra grande opportunità che consente questo sistema e quella di “monetizzare” il credito, rendendolo cioè liquido e trasferibile da persona (anche fisica) a persona. Pensiamo quindi alla possibilità di utilizzare il credito ne più ne meno come moneta contante digitale custodita in un wallet nel proprio cellulare e poterla quindi spendere, anche frazionalmente, per i consumi ordinari, per fare la spesa. Ecco che il credito potrebbe essere trasformato in unità di una nuova moneta, chiamiamola la Nuova Lira Digitale (NLD), scambiabile 1:1 con l’Euro e garantita dai crediti che rappresenta. La NLD avrebbe il vantaggio di lubrificare l´intero sistema dei crediti portando immediatamente liquidita all’economia reale.
Il Portale Nazionale del Turismo e la NLD
Ecco allora che la NLD potrebbe già essere utilizzata in moltissimi modi e fungere letteralmente da “salvagente” nell’ipotesi in cui il progetto Euro dovesse affrontare una crisi, consentendo ai cittadini di avere una moneta nazionale già circolante e spendibile. Si aggiunga poi che in un paese come l’Italia, dove ogni anno decine di milioni di turisti vengono a passare le vacanze, la NLD potrebbe essere efficacemente lanciata nel settore turistico per i pagamenti di tutti i servizi. Per sostenerla basterebbe infatti creare un portale nazionale del turismo, che faccia concorrenza ai vari booking o airbnb, dove far confluire tutti gli operatori del settore (dagli alberghi, ai ristoratori, ai musei fino alle stesse autostrade per i pedaggi) e dove verrebbero pagate commissioni dagli operatori e dai clienti nettamente inferiori a quelle applicate dai portali globali. I pagamenti con la NLD potrebbero essere incentivati consentendo ulteriori risparmi rispetto ai pagamenti tradizionali. Profili di violazione delle norme antitrust o aiuti di stato – che pure possono esserci – sono sotto questo aspetto importanti ma secondari.
Smart Money programmabile ed evasione fiscale
Infine, la tanto sbandierata e spesso a sproposito citata lotta all’evasione, si combatte solo utilizzando strumenti efficaci ed incentivando meccanismi collaborativi virtuosi da parte dei cittadini e delle imprese. La blockchain è un eccezionale strumento per allineare interessi ed incentivi tra una pluralità di soggetti in situazioni complesse. Il sistema sopra delineato dovrebbe funzionare proprio così. L’imprenditore diventa un partner dello Stato. Lo si incentiva ad usare il sistema con le basse commissioni ed una ridotta aliquota impositiva per tutte le transazioni che passano per la NLD. La NLD può essere programmata con smart contracts per applicare alla fonte la ritenuta agevolata sulle transazioni che va allo stato. Lo stato avrà maggiori introiti pur in presenza di aliquote più basse e si creerà un circolo virtuoso positivo senza dover ricorrere a folli meccanismi tipici della “caccia alle streghe” per recuperare il sommerso. Si noti che questo meccanismo non ha niente a che fare con la proposta del Governo di tassare l’uso del contante o promuovere l’uso delle carte di credito, cosa che giova invece soprattutto alle banche. Una NLD usata senza intermediari beneficia solo lo stato ed i cittadini, non il sistema finanziario, se non indirettamente. Per questo forse non ci arriveremo mai…
Ecco alcune idee che potrebbero aiutare a cambiare, in meglio, le sorti del paese che amo in un momento difficile. Spero che qualcuno le faccia proprie. Intanto continuo a cullare il sogno di tornare, prima o poi, in questo paese meraviglioso per godere delle sue ineguagliabili bellezze naturali ed artistiche, della simpatia della gente e delle sue eccellenze gastronomiche.
*Andrea Bianconi è un avvocato d’affari internazionale con oltre due decenni d’esperienza, uno studioso di Austrian Economics, storia monetaria e geopolitica, un appassionato sostenitore di Bitcoin, delle tecnologie DLT e di Blockchain. Svolge consulenza nel settore ed è speaker/panellist a conferenze ed eventi di settore. Membro del Think Tank Untitled-INC , della Blockchain Hub di Berlino e della Blockchain Bundesverband tedesca, ha collaborato alla stesura del primo studio di settore internazionale “EU Token Regulation Paper” presentato alle autorità europee e nazionali