Ecosistemi. La parola chiave per capire come unire nuove opportunità di sviluppo collegate al digitale con sicurezza ed efficienza è nella realizzazione e nello sviluppo di ecosistemi. Lo vediamo recentemente sempre più frequentemente nel mondo dell’agrifood o delle filiere complesse (leggi: il servizio su un ecosistema con una forte vocazione territoriale come Umbria Food Cluster), ma da più tempo lo si vede nel mondo del banking, del finance e per essere precisi del trade finance. Nel gennaio 2017 un gruppo di banche internazionali con il sostegno dell’innovazione tecnologia di IBM decise di dare vita a Digital Trade Chain, un consorzio che puntava a mettere a valore le potenzialità della blockchain in termini di nuovi benefici a livello di efficienza e di sicurezza. Di fatto l’operazione aveva lo scopo di creare un network basato sulla blockchain per gestire in modo nuovo, più semplice e nello stesso tempo più sicuro la gestione completa di transazioni tra banche, assicurazioni e grandi organizzazioni di logistica a livello internazionale. Qualche mese dopo, a ottobre nello stesso anno, l’iniziativa veniva ribattezzata we.trade ed era sostanzialmente costituita da una piattaforma espressamente dedicata alla gestione del trade finance in digitale basata su Hyperledger Fabric di Linux Foundation e su IBM Blockchain. Una scelta strategica che ha accompagnato il percorso di sviluppo di questa iniziativa e che vede oggi una serie di passaggi strategici nella collaborazione con IBM per rafforzare ed estendere a livello globale la piattaforma e la capacità di erogare servizi. Un impegno, quello di IBM che con questo passaggio non si ferma alla collaborazione tecnologica ma la vede entrare nella compagine azionaria dell’operazione accanto alle 12 banche che fanno parte del progetto. Passaggi che vanno a sostenere un piano di sviluppo su due livelli con l’estensione e l’apertura in termini di interoperabilità verso altri network finanziari ledger-based e una estensione verso altre imprese bancarie e verso altri clienti con lo sguardo sia all’ Europa sia all’ Asia. Si colloca in questo scenario anche una operazione di collaborazione con eTradeConnect, una piattaforma di trade finance basata sulla tecnologia blockchain basata a Hong Kong e sua volta costituita da 12 banche asiatiche.
La crescita di we.trade
In questi anni we.trade ha visto crescere il proprio ruolo e i propri obiettivi: la piattaforma che è appunto nata per garantire una maggiore affidabilità e sicurezza nelle gestione delle transazioni globali in settori come finance, insurance e logistica. Ma è la creazione e lo sviluppo di un vero e proprio ecosistema che sta permettendo a questa iniziativa di poter svolgere mettere a disposizione la possibilità di offrire alle imprese aderenti la possibilità di estendere la propria presenza su altri mercati, anche grazie alla possibilità di attivare forme di partnership tra attori presenti all’interno della piattaforma. Partnership che possono essere progettate e implementate con costi minori e con maggiore velocità. Un aspetto questo che appare sempre più importante e che viene anche fotografato nella ricerca Advancing global trade with blockchain realizzata da IBM Institute for Business Value che ha coinvolto oltre 1000 rappresentanti di imprese a livello mondiale e che mette in evidenza come la partecipazione a we.trade permetta di facilitare l’ingresso in nuovi mercati e l’attuazione di nuove partnership. Nello stesso tempo per il 64% dei partecipanti il valore associato alla riduzione della complessità collegato all’utilizzo della blockchain ha permesso di aumentare gli investimenti in innovazione digitale.
In uno scenario come quello attuale che sta imponendo in tanti settori un redesign dei processi alla luce di una ripresa delle attività post-lockdown unitamente a una accelerazione su processi digitalizzazione appare sempre più determinante poter contare su una piattaforma stabile e affidabile per il trade finance, un ambiente che consente di superare le difficoltà legate alla ripresa di processi che arrivano da logiche “manuali” e che possono trovare una maggiore efficacia in un ambiente pensato per automatizzare in sicurezza tutte le principali funzionalità di trading come l’automazione dei processi finanziari, un più facile accesso a servizi assicurativi, accanto a servizi di rating del credito e dei servizi logistici.
we.trade conta sulla partecipazione di CaixaBank, Deutsche Bank, Erste Group, HSBC, KBC, Nordea, Rabobank, Santander, Société Générale, UBS, UniCredit e come accenato con questo annuncio, di IBM in qualità di azionisti. A loro volta UniCredit AG in Germania, EuroBank in Grecia e ČSOB, Komerční Banka e Česká Spořitelna nella Repubblica Ceca partecipano all’operazione in qualità di licenziatari.