A settembre 2018 un articolo del Financial Time evidenziava che almeno 75 delle maggiori banche al mondo si sono rivolte alla tecnologia blockchain per lottare contro la minaccia che arriva dai potenziali nuovi competitor soprattutto nel sistema dei pagamenti, uno dei modi per mantenere questo business in-house.
La società di ricerca Research and Market prevede che il mercato mondiale della blockchain nel suo complesso (231 milioni di dollari nel 2017) supererà nel 2026 i 34 miliardi di dollari e che la fetta principale sarà proprio nel campo dei servizi bancari, finanziari e assicurativi, come confermano anche i dati IDC (figura 1)
Cos’è e perché la blockchain piace alle banche
Per comprendere l’attrazione che la blockchain esercita nel settore finance, ricordiamo in breve che si tratta di un registro digitale, distribuito e non alterabile, delle transazioni, ciascuna delle quali viene validata e registrata da una rete di computer; dopo la validazione, nessun singolo utente può modificare il record della transazione. La tecnologia blockchain è alla base dello sviluppo di algoritmi di controllo e verifica dei dati alla base della Distributed Ledgers Technology (DLT), ossia Libri Mastro (alla base della contabilità di qualunque settore e in particolare delle banche) che possono essere aggiornati, gestiti, controllati in modo distribuito, da parte di tutti gli attori, con nuovi livelli di trasparenza, sicurezza e affidabilità (figura 2).
Come evidenzia un’analisi Accenture, realizzata su 8 delle principali banche di investimento al mondo che già stanno usando blockchain, ci sono grandi potenzialità di risparmio: fra il 30% e il 50% per la compliance, fino al 50% sia per le operazioni centrali sia per le business operation.
“Gran parte del clamore suscitato da blockchain è legato a Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute, di fatto irrilevanti per la creazione di valore che interessa alle imprese che offrono servizi finanziari”, sostiene Benjamin Karsch, Managing Director di Accenture Global Financial Services practice. Il valore deriva invece dalla possibilità di accedere agli stessi dati da più parti, virtualmente nello stesso momento, con un livello di sicurezza senza precedenti, valore che le banche stanno sperimentando, come vedremo di seguito con alcuni esempi.
Le principali analisi convergono nell’individuare 5 aree di immediato interesse, di seguito elencate.
- Compensazione e regolamento, dove le banche spendono miliardi di dollari per gestire l’intricata ragnatela che registra prestiti e titoli; Accenture ha valutato che le banche di investimento spendono circa i due terzi dei loro budget IT per supportare l’infrastruttura del back-office e che le maggiori potrebbero risparmiare 10 miliardi di dollari grazie alla blockchain.
- Che i pagamenti siano un’area di miglioramento è confermato dal fatto che le banche centrali in tutto il mondo stiano verificando le potenzialità di spostare parte dei loro sistemi di pagamento su piattaforme basate su questa tecnologia e che le banche commerciali, stanche di aspettare il responso degli istituti bancari centrali stiano facendo pressione portando avanti i loro progetti. Nel campo dei pagamenti cross-border, il sistema di messaggistica Swift, di proprietà delle banche usato per scambiare trilioni di dollari, è stato spinto a sperimentare blockchain dalla competizione con numero crescente di attori, come ad esempio Ribble.
- Per modernizzare un settore ancora basato sulla carta come il Trade Finance, blockchain potrebbe essere la giusta soluzione, soprattutto per consentire l’accesso contemporaneo a molteplici attori. Una spedizione internazionale coinvolge infatti decine di soggetti fra cui compagnie di navigazione, agenti, assicurazioni, autorità portuali…
- Il tema dell’identità, per la verifica dei clienti e delle controparti, è fondamentale per le banche, che rischiano di perdere il proprio ruolo di fidato guardiano del denaro depositato e che i regolatori ritengono responsabili di eventuali illeciti dei loro clienti.
- Nel campo dei prestiti sindacati, erogati da un pool di banche a una singola impresa, il ricorso a blockchain può aiutare a gestire il ciclo di vita del prestito sia sul versante delle banche sia su quello dell’impresa che lo ha ricevuto.
Sperimentazioni in corso in tutto il mondo
L’esistenza di molte sperimentazioni che coinvolgono le banche centrali, consorzi globali e le principali banche internazionali conferma l’interesse del sistema finanziario in tutto il mondo per la tecnologia blockchain. L’Italia tiene il passo: dopo la conclusione a fine settembre della prima fase di test della tecnologia con il progetto Spunta, promosso da ABI per applicare la blockchain ai processi interbancari, si è passati alla sperimentazione su dati reali (2 milioni di movimenti corrispondenti a due mesi di attività) delle 17 banche coinvolte. Il gruppo di lavoro, composto dalle banche aderenti e guidato da ABI Lab, ha selezionato come piattaforma DLT Corda sviluppata da R3, con la collaborazione di Ntt Data per lo sviluppo applicativo e Sia come fornitore dell’infrastruttura di nodi. Un altro aspetto della sperimentazione riguarda gli Smart Contract, componenti software che incorporano le regole di esecuzione che disciplinano il trasferimento di dati e informazioni. Il tipo di blockchain utilizzata, in questo caso, è di tipo permissioned, aperta cioè solo alle banche che fanno parte della sperimentazione su una rete dedicata come Sia.
Per restare nel mondo delle banche italiane, UniCredit è nel gruppo ristretto degli Istituti che a livello mondiale hanno effettuato transazioni reali in produzione, basate su tecnologia blockchain, grazie alla piattaforma trade we.trade, condivisa con altri otto grandi gruppi bancari, come Deutsche Bank, Hsbc, Kbc, Natixis, Nordea, Rabobank, Banco Santander, Société Générale e realizzata con il partner tecnologico del progetto, IBM. La prima transazione di UniCredit, lo scorso agosto, ha avuto come protagonisti un suo cliente tedesco, Navabi Gmbh, e un fornitore spagnolo supportato da Banco Santander.
Blockchain e DLT sono dunque già realtà nel mondo bancario se pur ancora in aree limitate ma, secondo Accenture, con il maturare della tecnologia, nel medio-lungo termine, potrebbero essere alla base della trasformazione dell’attuale infrastruttura informatica delle banche mandando in pensione i costosi sistemi legacy.