Blockchain e società: il fenomeno bitcoin sotto la lente dei media

La Blockchain Bitcoin è da tempo sotto i riflettori, con il valore di mercato del Bitcoin che sale oltre ogni previsione sale anche il livello di attenzione da parte di tutto il mondo dei media. Vogliamo far partire con questo servizio una orta di rassegna dei diversi punti di osservazione e delle diverse interpretazioni che possono aiutare alla comprensione del fenomeno

Pubblicato il 01 Feb 2018

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Da quanti punti di osservazione si possono analizzare fenomeni come bitcoin e cryptocurrency? Certamente tanti e anche molto diversi tra loro sopratutto quando l’attualità consegna un mercato tra i più “esplosivi” e quando proprio per questo sono in tanti a voler seguire e capire le logiche del mercato e le logiche della tecnologia.

Da qui una copertura mediatica imponente che consegna al lettore una ricchezza di punti di osservazione, di interpretazione e di comprensione che raramente accompagnano il mondo delle tecnologie.

Per sfruttare questa straordinaria offerta di “intelligence” sul tema abbiamo voluto cercare di riprendere alcuni dei temi che si sono distinti, a nostro avviso, per l’approccio e per il contributo originale alla comprensione del fenomeno.

Il servizio che vi proponiamo è per definizione in continuo aggiornamento e intende proporvi una lettura di come viene vissuto il fenomeno bitcoin sul mondo dei media.

I nodi da sciogliere nel 2018 per il mondo Bitcoin

Iniziamo con un approfondimento che guarda al futuro e in particolare agli sviluppi che bitcoin è chiamato ad affrontare nel corso del 2018. Da AgendaDigitale.eu vi proponiamo la lettura di bitcoin, tutti i nodi da sciogliere nel 2018. Nell’editoriale firmato da Massimiliano Nicotra: Il servizio parte dalla considerazione che il 2017 è stato l’anno in cui il mondo si è accorto delle valute virtuali e all’aumento di popolarità hanno contribuito una serie di fattori a partire da fenomeni come l’ICO Initial Coin Offering che permettono alle imprese di esplorare nuove forme di “accesso al credito” o nuove forme di investimento, dalla introduzione di nuove altcoin, che hanno contribuito ad aumentare la domanda di bitcoin, (anche in ragione del fatto che gli exchange permettono l’acquisto di nuove valute con il cambio in bitcoin) o ancora per il preoccupante aumento di attacchi informatici di tipo ramsonware che si appoggiano a pagamenti con bitcoin e contribuiscono, in modo del tutto malevolo, a loro volta alla crescita del fenomeno (questi attacchi richiedono un pagamento in valuta virtuale per fornire la chiave di decifrazione dei dati). Il servizio concentra l’attenzione sulle prospettive 2018 partendo da una prima e semplice suddivisione in due grandi tipologie di valute virtuali basata sulla tipologia dei diritti che queste stesse valute sono in grado di conferire ai loro possessori.

  • Le valute virtuali definite come pure che non conferiscono diritti verso terzi o verso l’emettitore della valuta e che fanno riferimento a Bitcoin, Bitcoin Cash, Dash, Zcash, Monero e ad altre
  • Le valute basate su un Token che invece sono progettate per conferire un diritto che si configura nell’utilizzo della piattaforma e in questo senso si collocano Ethereum e Ripple, oppure conferiscono un diritto all’utilizzo di servizi come può essere Safecoin o si sostanziano in veri e propri strumenti finanziari e gli esempi possono essere Bitconnect o Blackmoon.

In questo scenario, secondo il servizio, cosa ci si può aspettare dal 2018? A questa domanda vuole rispondere il servizio e qui sottolineiamo in sintesi i 6 temi sul tappeto per il prossimo anno secondo Massimiliano Nicotra:

Blockchain e Regolamentazione

All’inizio di febbraio 2018  il Bitcoin è sceso sotto la soglia dei 6.000 dollari sulla piattaforma lussemburghese Bitstamp, segnando una perdita del 13% e aggiornando i minimi da novembre, seguito dalle altre valute digitali Ripple, Ether e Litecoin. A causare il crollo sono state indiscrezioni secondo cui la Sec, organo di vigilanza delle Borsa Usa, e la Commodity Futures Trading Commission chiederanno al Congresso americano di prendere in considerazione l’ipotesi di un controllo a livello federale delle piattaforme per gli scambi di monete digitali.

Agli interventi del 2017 caratterizzati dall’impegno non sempre coordinato tra diversi enti regolatori dovrebbe fare seguito un intervento invece che parte dal principio del coordinamento tra le diverse visioni e interpretazioni con particolare attenzione ai criteri per l’identificazione dei token che rappresentano strumenti finanziari e per la loro gestione a livello normativo.

La scalabilità del Bitcoin

Un altro tema del 2018 è nella capacità di sviluppo della rete Bitcoin che con l’aumento della diffusione della cryptocurrency bitcoin ha fatto emergere i problemi di scalabilità. I Fork del 2017 sono il segnale di un percorso di crescita e di un importante problema di scalabilità in particolare della rete Blockchain Bitcoin. Cresce il numero delle transazioni, cresce il numero dei partecipanti è difficile per la tecnologia mantenere un livello di performance (ad esempio la risoluzione di un blocco di transazioni ogni 10 minuti). Nel 2018 si pone il problema della sostenibilità che non è solo un tema tecnolgoico ma soprattutto e primariamente di governance.

Investitori e cryptocurrency

L’ingresso di investitori istituzionali presumibilmente porterà a una concentrazione di risorse sulle cryptocurrency e a un allargamento e rafforzamento delle piattaforme di servizi. Il servizio sottolinea poi il ruolo di Ethereum che per le sue funzionalità per gli sviluppatori consente di implementare smart contracts complessi e funzionali a diversi mercati. Non è un caso che diverse Initial Coin Offering del 2017 sono state sviluppate su Ethereum. Inoltre, il PoS o proof of stake, ovvero il meccanismo di creazione del consenso sulle transazioni ovvero ancora per processare una transazione su Ethereum prevede il pagamento di un corrispettivo in “Gas” (ossia il prezzo interno) che possono essere acquistati tramite gli Ether, dando quindi semplicemente la prova di essere in possesso dei token necessari con un consumo di minori risorse computazionali e, quindi, energetiche.

Il ruolo dei Token

Sempre nell’ambito dei Token l’attenzione nel 2018 riguarderà anche il mondo Ripple, ovvero la Blockchain “chiusa” accessibile solo a soggetti autorizzati con un Token necessario per utilizzare la piattaforma (come nel caso di Ethereum) ma non destinato a un utilizzo al di fuori della stessa. Ripple è pensata come strumento per transazioni internazionali tra istituti di credito (sostanzialmente come strumento alternativo a SWIFT) consentendo di diminuire il rischio di credito e di liquidità dal processo di pagamento e riducendo fortemente i costi bancari.

GDPR e Privacy

Il 2018 anche come momento per un rafforzamento degli strumenti di tutela dei consumatori e della protezione dei dati personali. Sul tavolo la non facile sintesi tra il diritto al trattamento dei dati personali, alla cancellazione degli stessi e il diritto all’oblio e il tema centrale nella Blockchain dell’immutabilità dei dati. Il GDPR ha probabilemnte rilevanti implicazioni nella progettazione e nella Governance delle Blockchain e le caratteristiche di immodificabilità e persistenza nel tempo delle informazioni registrate nelle DLT appare necessario.

Bitcoin sotto la lente

La domanda di conoscenza su un tema che attira tanta attenzione si tradce anche in servizi chepropongono una vera e propria guida al fenomeno come l’approfondimento di Cinzia Meoni, “Tutto quello che c’è da sapere sul fenomeno dei bitcoin”, pubblicato su Il Giornale.it (leggi la versione integrale),. Il servizio risponde a 13 domande, le più frequenti, sul tema titcoin, riportando alcuni dei principali concetti relativi a questa tecnologia: definizione, numero e valore, modalità di acquisto e possibilità di utilizzo, unità di misura, sicurezza, vantaggi e svantaggi. Scorriamo alcuni dei punti del servizio:

Cosa sono i bitcoin e quanti sono?

Meoni spiega che il bitcoin è il primo mezzo di pagamento creato elettronicamente, che consente l’estrazione di dati dalla rete attraverso un processo di Mining. Grazie alla Blockchain, ogni transazione viene registrata, in modo da impedire la duplicazione dei bitcoin. Indicativamente si parla di circa 16 milioni di bitcoin, per un valore totale di 176 miliardi di dollari.

Da dove arrivano, chi li controlla e quali sono le unità di misura?

I bitcoin, creati da Satoshi Nakamoto, affascinano per l’idea di economia che portano con sé, priva di intermediari e controllata dalla sola rete. Le unità di misura sono millibitcoin (mBTC), microbitcoin (uBTC) e satoshi, pari a 0,001, 0,000001 e 0,000000001 bitcoin.

Come e dove si possono comprare e come possono essere usati?

È possibile comprare bitcoin da privati o exchange, e presso alcuni sportelli Atm italiani; dopo l’acquisto, i bitcoin si trasferiscono su un portafoglio elettronico o su una chiavetta offline. Le operazioni si possono eseguire attraverso wallet o carte di credito prepagate.

I bitcoin sono legali?

Assolutamente si, i bitcoin sono legali in tantissimi paesi. non lo sono solo in alcuni come: Arabia Saudita, Kyrgystan, Ecuador Bangladesh e Bolivia.

I bitcoin possono essere considerati un investimento sicuro? E come ci si regola con le tasse?

Gli investimenti in bitcoin non sono tutelati da norme o da organismi di controllo e di tutela degli investitori e non ci sono soggetti predisposti a intervenire in caso di truffe, attacchi hacker o perdite di dati. Dal punto di vista fiscale i bitcoin generano guadagni che non sono tassati; la conversione delle valute, inoltre, non è soggetta a Iva.

Quali sono i principali vantaggi e svantaggi?

La rete Bitcoin permette di effettuare transazioni 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, in tutto il mondo, senza costi di intermediazione. I bitcoin hanno una grande volatilità, non hanno valore legale, ed è ancora scarso il numero delle attività che accettano questa forma di pagamento.

Ma come funziona la rete Bitcoin e come funzionano i bitcoin

I media “generalisti” davanti a un fenomeno nello stesso tempo così rilevante e così intrigante avvertono la necessità di aiutre i lettori a comprendere anche le logiche di funzionamento “tecnologico” e più ancora “logico”. Segnaliamo, a testimonianza di questa chiave di lettura l’articolo di Fabio de Ponte, “Bitcoin, al di là della bolla: come è nato e perché”, apparso su La Stampa, (leggi la versione integrale). De Ponte parte dal funzionamento e dalla genesi della moneta virtuale, fino ad arrivare a riflettere sui percoli e sulle prospettive future.

Il concetto di base del bitcoin

Il concetto di Bitcoin è spesso accompagnato dal termine “bolla”, che ben descrive l’esplosione e la precarietà della tecnologia che ruota attorno alla criptovaluta, caratterizzata da un grande volatilità.  I bitcoin sono generati attraverso un processo definito Mining, e possono essere acquistati da chi già ne possiede. Ci sono negozi online che accettano questo tipo di moneta come forma di pagamento (ad esempio Usebitcoins.info fornisce un elenco degli esercizi). L’articolo ricorda l’origine della Blockchain Bitcoin e il white paper di Satoshi Nakamoto: uno pseudonimo dietro il quale potrebbe celarsi un intero team. L’intento del fenomeno Bitcoin, basato su un sistema decentralizzatoto senza organismi centrali, ha il potenziale di sottrarre il potere di controllo della moneta alle banche centrali e agli Stati. Il fatto che il trasferimento della criptovaluta sia anonimo, ha sollevato molte “critiche” indirizzate a un uso del bitcoin anche per compravendite illegali. Ma guardando al futuro il servizio sottolinea che è impossibile stabilire se il bitcoin sostituirà l’euro o il dollaro; ha invece aperto una nuova strada che con l’introduzione del modello Blockchain, ha visto la creazione di altre cryptocurrency (se ne contano più di 1300) e le banche guardano a questa tecnologia con timore e con estremo interesse, perché offre un livello di sicurezza dei database molto più alto dei sistemi tradizionali.

Se i bitcoin cono una mania, quali saranno i prossimi passi?

Per guardare alle prospettive oltre che alle criticità aperte dai bitcoin segnaliamo l’articolo di Carlo R.W. De Meijer, Bitcoin mania: what next?”, apparso su Finextra.com, (leggi la versione integrale), che analizza il fenomeno Bitcoin, soprattutto dal punto di vista dei rischi correlati

Il servizio mette in evidenza che da aprile 2017 è cresciuto notevolmente l’uso e il valore dei bitcoin, con una crescita e con oscillazioni estreme. In tanti investono nei bitcoin, e in tanti vedono nella criptomoneta una forma di investimento importante e questo naturalmente porta a un aumento del prezzo, e dunque anche del numero di persone disposte a rischiare nella speculazione. Si tratta, però, di un investimento instabile, volatile, e fortemente rischioso perché non garantisce garanzie in materia di attacchi hacker, frodi e perdite. Inoltre, come osserva il servizio, il sistema, non è regolamentato, almeno non nelle forme convenzionali (Marocco, Bolivia, Ecuador, Nepal e Cina hanno bandito i bitcoin), si basa sulla “fiducia” con un paradigma importantissimo che però al komento non è associato alla certezza dell’identità. nello stesso tempo è anche limitato l’utilizzo per scopi commerciali. Infine, sottolineando che si tratta di una moneta creata attraverso la rete, durante un processo definito Mining, che richiede costi energetici alti e assorbe molta energia elettronica, pone un tema di “consumo” . nello stesso tempo però, pur a fronte di una serie di criticità al momento irrisolte il servizio mette in evidenza che la base del fenomeno Bitcoin, ovvero la Blockchain sta portando nuove prospettive in termini di gestione delle trnsazioni..

Come uscire dall’immagine negativa del bitcoin

L’articolo di Nathaniel Popper, “What Is Bitcoin, and How Does It Work?”, pubblicato sul New York Times, (leggi la versione integrale), parte dalla spiegazione del fenomeno Bitcoin, dei suoi elementi di base per trasferire una immagine più oggettiva e “corretta” del bitcoin per guardare oltre certi aspetti negativi che hanno caratterizzato molta comunicazione.

Il servizio ricorda che il bitcoin è un token digitale, privo di supporto fisico, che può essere inviato elettronicamente da un utente a un altro, in qualsiasi parte del mondo. La più piccola frazione di un Bitcoin viene chiamata “satoshi”. Ma soprattutto il servizio precisa che la rete Bitcoin non è gestita da un’azienda o una persona, ma da una rete decentralizzata di computer. Il sistema di registrazione è conosciuto col nome di “Blockchain”. Purtroppo il sistema Bitcoin è stato anche utilizzato per attività illecite perché è anonimo e non prevede la presenza di un’autorità centrale che possa raccogliere dati identificativi. Registri, saldi e transazioni sono archiviati su ogni computer. Ma è importante precisare che il bitcoin  è utilizzato per attività illegali in modo assolutamente marginale rispetto a tante altre forme di “pagamento illegale”. Tra gli utilizzi più popolari c’è infatti lo spostamento internazionale di denaro che normalmente, attraverso le banche, richiederebbe settimane, mentre con questo sistema bastano pochi minuti. Ed è su questo e sulla sicurezza, immutabilità e gestione decentralizzata della Blockchain che è importante concentrare l’attenzione, perché è su questi aspetti che si può costruire lo sviluppo di soluzioni che nelal Blockchain trovano nuove risposte più efficienti, sicure e accessibili.

Il rapporto tra bitcoin e “fake”

L’articolo di Gary Silverman, Hannah Murphy e John Authers, “Bitcoin: an investment mania for the fake news era”, apparso su Financial Times, parla del fenomeno Bitcoin riportando le riflessioni di alcuni esponenti del settore economico-finanziario. Riportiamo qui un breve abstract sui principali punti che caratterizzano il sistema (leggi la versione integrale dell’articolo per conoscere i pareri).

Il bitcoin, lanciato nel 2009 grazie al progetto di Satoshi Nakamoto, è basato su un sistema per la gestione delle transazioni registrate in un database pubblico senza l’intervento di banche o governi, ed escludendo il ruolo di soggetti terzi nel ruolo di intermediari o garanti. Questo aspetto ha portato la Blockchain a essere letto come un fenomeno alternativo e libertario. Il Bitcoin, quest’anno, ha registrato una fortissima impennata, ma a differenza di azioni e obbligazioni, il bitcoin non ha flussi di reddito; a differenza delle materie prime industriali o agricole, non si lega ad un uso pratico in grado di stabilire e calcolare un valore intrinseco. Diventato veicolo di speculazione, il valore dei bitcoin è determinato dalla domanda e dall’offerta e anche per questo il servizio invita a guardare oltre agli aspetti transazionali per indirizzare anche le opportunità e le possibilità della Blockchain applicata ad ambiti applicativi industriali, nelle libere professioni o nelle Publiche amministrazioni.

Bitcoin come opportunità, ma attenzione ai rischi

L’articolo “Bitcoin: cosa sono, come funzionano, i rischi”, pubblicato su Corriere.it (leggi la versione integrale), affronta la tematica Bitcoin analizzandone caratteristiche, funzionamento, utilizzo e rischi, soffermandosi sul concetto di Blockchain, sul ruolo e le sue potenzialità. Il bitcoin è una moneta virtuale senza supporto fisico, le cui transazioni non sono tutelate legalmente. Nasce tra 2008 e 2009 da un’idea di Satoshi Nakamoto e non si tratta dell’unica cryptomoneta, ne esistono tante altre basate su nuove Blockchain. Il servizio sottolinea che la Blockchain è un sistema che si autogoverna, senza intermediazione da parte di una banca centrale. Tutte le transazioni sono registrate su una tecnologia a database distribuito nella forma di un libro mastro pubblico, aperto al controllo di tutti, ma protetto in modo da non poter essere modificato. La Blockchain è basata su un algoritmo, accessibile e leggibile per intero da qualunque computer in tutto il mondo. Da qui anche il tema delle opportunità: la Blockchain rappresenta un’importante occasione tanto che le 42 più importanti banche del mondo, ad esempio, si sono unite in un’iniziativa, il consorzio R3, con l’obiettivo di definire uno standard comune per il suo utilizzo in ambito interbancario. Non solo: alcune delle principali Borse internazionali stanno sperimentando questo universo alternativo come nuovo elemento software di base per il sistema degli scambi azionari.

Bitcoin un fenomeno che ha conquistato tutti come una “mania” ma serve attenzione

Una attenzione quasi maniacale. Verso i bitcoin è cresciuta una forma di attenzione che ha ampiamente superato la normale curiosità che accompagna i fenomeni dell’innovazione digitale. In questo senso va letto  l’articolo di Andrea Gennai, “Bitcoin mania, i rischi e cosa sapere per non scottarsi”, pubblicato su Il Sole 24 Ore (leggi la versione integrale). Nel servizio si parla del fenomeno Bitcoin analizzando l’esplosione che ha caratterizzato l’anno 2017, il ruolo degli Exchange, il rischio “bolla” e i future. Il 2017 si può descrivere come l’anno del Bitcoin, con un rialzo di oltre il 1500%. Ispirato alla logica della Blockchain, il sistema Bitcoin si basa su un meccanismo privato e decentrato, non controllato dalle banche centrali. I bitcoin possono essere conservati in portafogli digitali (wallet) per fare transazioni oppure scambiati con le valute tradizionali su piattaforme chiamate “Exchange”. Le piattaforme sono private, non regolamentate come le tradizionali Borse valori. Sulle piattaforme sono inserite proposte di acquisto e vendita tra Bitcoin e altre valute tradizionali tramite il pagamento di commissioni (i valori dei cross valutari possono differire anche molto tra le piattaforme). Il servizio sottolinea con che si tratta di un meccanismo che presenta anche dei rischi che il livello di attenzione che si è venuto a creare ha portato spesso a sottovalutare.

La cryptovaluta è un investimento volatile, caratteristica che fa sì che sistema Bitcoin venga spesso descritto con il termine “bolla”. Inoltre, mentre le monete tradizionali possono essere stampate a oltranza, il bitcoin è limitato, e in un futuro si esaurirà. La comunità finanziaria non si esprime in modo univoco per quanto riguarda la possibilità che le cryptovalute possano diventare un sistema utilizzato su larga scala.

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