Lo scorso anno, il 24 settembre la Commissione europea ha pubblicato il Digital Finance Package, dando avvio al percorso di sviluppo della finanza digitale. Il “pacchetto” di proposte ha avuto l’effetto di stimolare un percorso per la creazione di condizioni di maggiore fiducia tra tutti gli attori che popolano il mondo della digital finance, con particolare riguardo (ma non solo) ai temi collegati alla tokenizzazione e ai crypto-asset.
A un anno di distanza, il mercato è in grande fermento, con alcuni fenomeni che stanno catturando l’attenzione di un pubblico sempre più vasto, come la diffusione di NFT (Non Fungible Token), o come la diffusione degli exchange di crypto-currency ai quali guardano non più solo gli addetti ai lavori, ma anche gli investitori più “tradizionali”. Uno scenario che sta portando allo sviluppo di nuovi asset, alla nascita di nuovi attori e alla creazione di nuovi servizi e nuovi modelli di business.
Proprio questa prospettiva, che mette in diretta relazione l’innovazione digitale, le DLT e le Blockchain con il mondo finanziario, impone una riflessione speciale in termini di valutazione dei rischi, delle opportunità e delle prospettive che abbiamo davanti unitamente alla necessità di comprendere come sta cambiando lo scenario normativo.
Temi e prospettive che abbiamo affrontato con il Commissario Consob Paolo Ciocca.
La finanza digitale sta vivendo una grande trasformazione che ha trovato nel Digital Finance Package della Commissione europea dello scorso anno un punto di riferimento. Come state affrontando, come Consob, questa trasformazione?
Prima di tutto va detto che il Pacchetto della Commissione europea porta chiarezza su tre punti in particolare: sulla necessità di regolamentazione dei crypto-asset, in particolare con il MiCAr (Proposal for a Regulation on Markets in Crypto-Assets), con interventi che puntano a mantenere alto il livello e la motivazione all’innovazione digitale introducendo elementi di gestione del rischio e di stabilità a garanzia degli investitori; in secondo luogo, sulla necessità di “testare” le infrastrutture di mercato, chiamate a gestire le transazioni di questi nuovi strumenti finanziari attraverso un percorso “Pilot” che applica l’approccio “sandbox” per creare un ambiente protetto all’interno del quale si possono testare questi nuovi percorsi. Infine, l’altro punto chiave è rappresentato dall’attenzione che la Commissione europea ha voluto prestare ai temi della sicurezza e della resilienza della finanza digitale nel suo complesso: il Digital Operational Resilience Act (DORA), un componente più trasversale del pacchetto sulla finanza digitale, che ha lo scopo di aumentare le garanzie per tutti i partecipanti al sistema finanziario e ridurre i fattori di rischio, a partire da quelli legati alla cybersecurity. Un aspetto questo che vale peraltro tanto per la “nuova finanza digitale” quanto per la finanza in generale.
Nello specifico come avete agito?
Come Consob siamo partiti 3 anni fa, con un primo studio, nella forma di una consultazione pubblica, con l’obiettivo di capire come affrontare il percorso di una normativa sui digital asset. La consultazione ci ha permesso di mettere a fuoco con precisione i principali vincoli. Alla luce del Digital Finance Package abbiamo focalizzato l’attenzione su alcuni punti da affrontare: nel caso dei token, ad esempio, abbiamo affrontato temi legati alla tipologia di informazioni da presentare al momento dell’emissione; la gestione di problematiche relative a possibili conflitti di interesse nel caso di particolari tipologie di security e nuove forme di market abuse. Infine abbiamo affrontato il tema, altrettanto importante, del passaggio dai tradizionali modelli centralizzati verso modelli decentralizzati basati sull’uso di tecnologie DLT. Come Consob, abbiamo chiesto nel corso del negoziato legislativo maggiore chiarezza sulle definizioni, sulle responsabilità e sulla corretta identificazione dei soggetti attivi nella emissione di crypto-asset, e abbiamo spinto per una sperimentazione più allargata rispetto a quella prevista dalla proposta regolamentare.
La nuova regolamentazione può essere il presupposto per una crescita organica del settore? Che ruolo può avere inoltre nell’evoluzione degli attori più tradizionali?
Ci sono oggi i presupposti per una crescita del settore che va letta anche in funzione dell’evoluzione del mercato. Non dobbiamo dimenticare che il Digital Finance Package è un insieme di proposte regolamentari che, una volta entrato in vigore, porterà alla creazione di una cornice di sicurezza molto rafforzata. Allo stesso tempo però occorre osservare che la concomitanza nell’attivazione di più livelli di regolamentazione può produrre una sorta di “Big Bang”. Si deve pensare a un momento di passaggio e di discontinuità con il passato che porterà alla creazione di un nuovo mercato, caratterizzato da nuove dinamiche. Questo è un punto molto importante perché un nuovo mercato, in grado di fornire garanzie in termini di affidabilità e sicurezza, rappresenta anche una grande opportunità per tutti gli operatori, nuovi o tradizionali che siano.
Una situazione che aumenta la necessità di chiarezza. Quali sono gli aspetti più rilevanti di questo approccio alla regolamentazione?
Per certi aspetti è come trovarsi ai nastri di partenza di una gara nella quale la posta in gioco è davvero molto rilevante. Occorre prepararsi bene anche perché ci sono tanti Paesi che stanno lavorando per accogliere questa sfida. La confederazione elvetica, tanto per fare un esempio, ha preparato una cornice normativa che ha attratto diversi operatori. Ma per comprendere meglio questo fenomeno dobbiamo dire che si tratta di un tema che è primariamente culturale. Non “ci si inventa esperti in finanza digitale dalla sera alla mattina” e non si creano d’incanto le condizioni per definire regole su una materia così nuova e in costante evoluzione. C’è una preparazione che va costruita, rispettando una serie di passaggi e costruendo e diffondendo competenze. La parola chiave è formazione. Inoltre, se si deve identificare una priorità, tra i tanti temi sul tavolo, è sicuramente urgente la definizione di regole precise sulle informazioni da fornire ai consumatori e sulle garanzie di chiarezza e trasparenza di tali informazioni. Questo è uno dei punti cruciali.
Forse è anche una questione che abilita e consente il passaggio da un mercato per addetti ai lavori a un mercato di massa?
Esattamente, in questo momento siamo ancora in un mercato che potremmo definire per “esploratori”. Con la legislazione europea ci apprestiamo ad andare nella direzione di un mercato mainstream. Abbiamo una grande sfida con grandi opportunità. E l’attore che è chiamato a svolgere un ruolo chiave in questa trasformazione è rappresentato dalla figura dell’intermediario.
Focalizziamo l’attenzione sulle prospettive per il mercato: quali potenzialità e quali rischi vedete come Consob nelle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger? Quali sono i principali incroci di queste tecnologie con la finanza tradizionale?
Lo scenario che abbiamo davanti è complesso e in grande evoluzione. Per comprendere le prospettive e i rischi è necessario innanzitutto valutarli in funzione di tanti fattori a partire, per fare un esempio, dalla tipologia di token. Ci dobbiamo sempre domandare cosa si sta offrendo. Rispetto all’offerta di asset tradizionali, in termini di valutazione del rischio, l’emissione di security token aggiunge anche un rischio tecnologico, che non attiene solo alla cybersecurity. Trattandosi di un’emissione decentralizzata, l’asset “vive” sui device o sugli exchange con una serie di “variabili” che sono diverse da quelle del mercato tradizionale e che vanno gestite anche in termini di informativa verso i clienti, anche da parte degli intermediari. Occorre chiarire agli investitori come cambiano i diritti e occorre preparare gli attori del mercato a gestire un processo di collocazione basato sulla disintermediazione tipica delle DLT.
In Europa, in particolare in Germania e Francia, iniziano ad esserci diverse iniziative in termini di securities on chain. Come si colloca il nostro paese in questo scenario?
Sì, in Europa ci sono già iniziative importanti che hanno il pregio di testare la capacità di tenuta normativa a livello nazionale. Ci si deve preparare. Anche grazie all’arrivo del nuovo pacchetto di finanza digitale per i security token spetta al legislatore nazionale il compito di adattare la propria normativa relativa ad azioni-obbligazioni digitali. L’Italia non ha ancora definito la propria norma interna (diritto privato), al contrario ci sono paesi che sono un po’ più avanti. Per questo avvertiamo la necessità di un’accelerazione affinché tutto sia pronto quando il regolamento entrerà in vigore.
Ma la chiave di volta per raccogliere la sfida delle opportunità della digital finance è nella formazione e nella capacità di preparare tutti gli attori a questo passaggio, solo in questo modo si creano le condizioni per trasformare queste prospettive in opportunità tenendo sotto controllo i nuovi rischi.
Proprio per questo abbiamo realizzato un progetto denominato “Le nuove frontiere della Tokenization, implicazioni per il mercato nazionale” costituito da una serie di incontri di formazione organizzati in collaborazione con l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano.
Vediamo meglio di cosa si tratta e cosa vi aspettate da questa iniziativa
Ricordiamo che, come Consob, abbiamo preparato uno schema di normativa, lo abbiamo trasmesso al Ministero dell’economia e delle finanze ed è in corso un intenso lavoro a questo riguardo tra Autorità e Governo. Accanto a questa iniziativa abbiamo pensato fosse necessario alzare il livello di attenzione con attività di comunicazione e di formazione sul MiCAr e abbiamo voluto realizzare, una volta al mese, approfondimenti verticali sui temi chiave della legislazione che sta per entrare in vigore. Il progetto non si limita a proporre incontri teorici, ma sono momenti che uniscono la visione istituzionale, l’approfondimento del contenuto normativo ad aspetti più legati all’evoluzione dei mercati, alle esperienze e alle tematiche tecniche.
Si tratta di fatto di incontri strutturati in due sessioni in cui Consob e Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano hanno unito le forze e si sono divisi i compiti per dare una ricognizione e un approfondimento sul tema della emissione, sulla formazione dei contenuti informativi, sul mercato secondario, sulle regole di condotta, sui possibili rischi. Nella seconda sessione, si incontreranno anche soggetti di mercato e si proveranno ad approfondire gli aspetti tecnologici delineando le linee guida per la preparazione dei singoli soggetti.
Il percorso inizia l’8 ottobre con una visione generale dell’iniziativa. Si prosegue con un appuntamento al mese per arrivare alla conclusione del percorso a marzo 2022.
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