Non poteva mancare un momento di riflessione sul tema Blockchain in occasione di Cisco Live 2018, l’evento dedicato ai clienti e ai partner della società, in corso in questi giorni a Orlando.
Abbiamo incontrato Maciej Kranz, Vice President Corporate Technology Group, che avevamo già avuto modo di incontrare qualche mese fa a Milano, in occasione della presentazione di un suo libro, dedicato alla rivoluzione IoT.
Insieme a lui erano presenti Joshua Przybylko, product manager Blockchain Cisco, e Anoop Nannra, che all’interno della società segue proprio la Blockchain Initiative.
L’approccio metodologico di Cisco alla blockchain
Kranz spiega subito l’approccio metodologico: “In Cisco abbiamo un incubatore interno, con il quale proviamo di fatto i nuovi business in una sorta di spazio bianco nel quale lavorare senza toccare i business esistenti. Abbiamo poi le iniziative di co-innovation, con centri in tutto il mondo, da Londra a Berlino, da Parigi a Tokyo, passando per l’Austrialia e il Canada. In questo caso sviluppiamo progetti congiunti con i nostri partner”.
Per quanto riguarda la Blockchain, Kranz spiega che è un tema al quale Cisco ha iniziato a lavorare tre o quattro anni fa: “Siamo tra i membri fondatori di Hyperledger, lavoriamo su Etherium Enterprise Alliance e siamo membri fondatori di Trusted IoT Alliance”.
Partire dai casi d’uso
La prima cosa sulla quale Cisco si è concentrata è stata la necessità di distinguere la realtà dall’hype e per questo sono stati presi in esame 70 use case, con l’obiettivo di fare chiarezza.
Poi, il pensiero si è spostato sul contributo che Cisco può dare a questa innovazione.
“Innanzi tutto, la blockchain alla quale stiamo guardando è una blockchain di tipo enterprise”, spiega Przybylko. “Nel corso della nostra analisi ci siamo resi conto che oltre alle opportunità, ci sono anche alcune problematiche non da poco, legate alla frammentazione, alla complessità, alla sicurezza”.
Tre obiettivi su cui lavorare
Sulla scorta di queste considerazioni, Cisco si è data tre obiettivi sui quali lavorare.
In primo luogo, rendere la blockchain più semplice sia nelle fasi di adozione, sia nelle fasi di deployment: “Deve essere più facile l’onboarding di nuovi membri, così come deve essere più semplice sviluppare e rilasciare smart contract”, spiega ancora Przybylko.
In secondo luogo, la sicurezza, un tema che Cisco sente proprio per eccellenza.
In terzo luogo, l’interconnettività. “Pensiamo alla blockchain come a un ecosistema di tecnologie che si interconnettono. Per questo il superamento della frammentazione potrebbe passare anche da una blockchain di blockchain. E come azienda leader nelle tecnologie di rete, ci impegniamo per rendere le reti sempre più efficienti per reggere le applicazioni blockchain”.
Quanto agli ambiti applicativi, sicuramente i mondi della tracciabilità o quello della sicurezza alimentare sono elettivi, come spiega Anoop Nannra, sottolineando dal canto suo la necessità di collaborare, in una logica di ecosistema, con altri attori della filiera.
Il futuro
Inevitabile la domanda finale: ma dovremo aspettarci anche una Cisco Blockchain Platform in futuro?
Non sappiamo se sarà questo il nome, ma di sicuro è a questo che la società sta lavorando. Kranz ci invita solo ad avere pazienza: “Nel giro di un anno qualcosa ci sarà”.