Quando parliamo di blockchain, sia sotto l’aspetto divulgativo che quello di sviluppo tecnico, ci riferiamo alla blockchain pubblica (permissionless).
Ricordiamo brevemente cosa si intende per blockchain: un registro distribuito delle transazioni, liberamente accessibile e basato sul consenso che avviene tra i partecipanti alla rete stessa, con l’utilizzo intensivo della crittografia e della firma digitale. Non esiste più una logica di centralizzazione (anche nelle sue forme evolute decentralizzate) ma una forma distribuita e orizzontale delle informazioni. È una tecnologia che conferisce totale fiducia e trasparenza ai soggetti e alle operazioni coinvolte. Una delle caratteristiche che la blockchain attribuisce con assoluta fiducia è l’immutabilità dei dati: una volta che una transazione è iscritta, non si può né modificare né cancellare.
Come la blockchain può cambiare il modello di utilizzo energetico, quali vantaggi
La blockchain non può essere applicata a tutti i settori. Sicuramente un settore propizio alla sua applicazione è il settore energetico P2P con relativa tokenizzazione. Qui è possibile ottenere la gestione del peer-to-peer in maniera sicura e trasparente. È un contributo importantissimo in termini di efficienza e disintermediazione che la tecnologia blockchain può dare al settore energetico.
– Interscambio energetico p2p in ambienti di micro-reti
Avendo alla base una buona infrastruttura di rete, è possibile realizzare un interscambio energetico all’interno di piccoli rioni trasformando quartieri in mini economie circolari.
Esempio: in Italia abbiamo il fornitore nazionale e i vari distributori (Acea, Edison ecc). Oggi i cittadini pagano i costi di gestione di utilizzo di un contatore nonostante in buona parte della giornata non ne usufruiscano. Una situazione abbastanza comune è quella in cui esiste un contatore con una potenza di 3 kW (mediamente il 90% delle famiglie) con anche un impianto fotovoltaico. Durante la giornata una famiglia media, dalle 8 alle 17, non è presente in casa, però allo stesso tempo i costi fissi gravano ininterrottamente sul bilancio. Quindi la cosa più logica è avere un portale di interscambio energetico dove si mette a disposizione la potenza del contatore (2,5 kW) ad altre famiglie, o aziende che hanno necessità di avere più energia durante quella fascia oraria.
Quindi un’azienda o una famiglia possono acquistare l’energia a costi decisamente inferiori rispetto alla tariffa nazionale. Per il cittadino che invece mette a disposizione i suoi 2,5 kW può compensare agevolmente le spese di gestione del suo contattore.
– Scambi, acquisto, vendita di energia tra cittadini e aziende
Questo non basta perché possa scatenarsi la tokenizzazione, cioè una forma di economia circolare dove è possibile decidere di farsi pagare non in moneta fiat ma in token appunto. Questi token possono essere utilizzati in mille modi. Esempio: se una regione o provincia o comune applicassero questo modello lungimirante potrebbero tranquillamente premiare i cittadini che adottano comportamenti virtuosi con il conferimento di token. Questi poi potrebbero essere utilizzati per pagare tasse o tributi locali (questo perche il p2p energetico rientra nella Green Economy), sconti nell’acquisto di beni di prima necessita spendibili con gli esercenti in quell’area dove si sta utilizzando la micro-rete. Addirittura si possono trovare accordi con i distributori per poter installare colonnine di ricarica elettrica e favorire le persone che hanno le auto elettriche in quelle micro-reti, permettendo sconti sulla ricarica.
Si pensi alla possibilità di installare delle colonnine di ricarica in spazi di proprietà e permettere a chi ne ha bisogno di poterne usufruire. Il tutto gestito in modo assolutamente automatico, con i due wallet (quello della colonnina e quello dell’auto) che saldano l’acquisto e la vendita di energia attraverso gli smart contract.
Tutto questo ad assoluto vantaggio di un modello virtuoso di economia che ha come prima diretta conseguenza una diminuzione e razionalizzazione dei consumi che si ripercuote positivamente nella salvaguardia dell’ambiente.
Modelli di applicazione del peer-to-peer basato su tokenizzazione
In Australia, si effettua la sperimentazione del peer-to-peer dal 2013 e da allora altre nazioni hanno seguito questo modello: Germania, India, ecc. Questi Stati hanno compreso il concetto di modello di economia circolare, pubblica e trasparente, inserendo appunto il concetto di tokenizzazione premiante che andrà ben oltre il contesto energetico.
In Italia il p2p energetico può essere applicato nella pubblica amministrazione (scuole, caserme, comuni, ecc.), dove si potrebbero installare impianti fotovoltaici che potrebbero contribuire a soddisfare il fabbisogno energetico pubblico (illuminazioni, ecc.).
Inoltre, la distribuzione dell’energia rinnovabile dei cittadini verso le aziende (colonnine di ricariche auto elettriche) permetterebbe di rendere questa tecnologia molto appetibile. Sicuramente è da affrontare a livello nazionale la modifica per la vendita di energie rinnovabili da privato verso azienda o da privato a privato, dove attualmente la legge non lo consente. Ad oggi la normativa prevede che l’energia prodotta da impianti rinnovabili venga ridistribuita e venduta ai fornitori nazionali. Questa eventuale modifica garantirebbe più introiti per lo Stato, per le aziende proprietarie dei servizi elettrici, ma soprattutto permetterebbe di creare maggiori offerte per i cittadini.
Questa tipologia di business avviene già per le compagnie telefoniche MVNO, profilando il consumo reale dei GB, minuti, sms. Le compagnie sanno cosa e quanto consumiamo e propongono le stesse condizioni a prezzi molto inferiori per gli stessi servizi.
Blockchain nel settore p2p, vantaggi e prospettive
Per concludere, vediamo quali sono i vantaggi e le prospettive dell’applicazione della blockchain al settore peer-to-peer.
– Ottimizzazione: miglior monitoraggio dei consumi, controllo di quantità e prezzi;
– Costi di transazione: potenziale riduzione dei costi per la presenza di terze parti (es. brokers);
– Scambio tra privati: l’utente potrà vendere la propria energia (fotovoltaico ecc);
– Esecuzione automatica: ausilio di smart contracts per ridurre tempi, costi e attività di controllo;
– Sicurezza: informazione distribuita su più nodi, difficoltà di attacco informatico. Chiaramente, è fondamentale un’ulteriore analisi per la sicurezza del dispositivo IoT che si occupa di raccogliere e di fornire dati al sistema.