Le cinque aree di sviluppo del mondo Blockchain nel 2021

La pandemia ha rallentato gli investimenti aziendali nelle nuove tecnologie, ma la Blockchain ha tutte le caratteristiche per rilanciare il proprio sviluppo, grazie alla capacità di dare risposte concrete a tanti nuovi bisogni. La lettura dei principali fenomeni di Carlo Ferrarini, Blockchain Technical Leader di IBM

Pubblicato il 17 Mar 2021

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Carlo Ferrarini, Blockchain Technical Leader di IBM

Soltanto nel novembre 2019, gli esperti avevano previsto che entro il 2023 la spesa per la blockchain avrebbe superato i 16 miliardi di dollari, come mette bene in evidenza anche un rapporto dell’IBM Institute for Business Value. Tuttavia, la diffusione del COVID-19 nel 2020 ha sconvolto l’economia globale, portato tagli ai fondi destinati all’introduzione di nuove tecnologie e indotto le aziende a reindirizzare le spese nell’adozione di misure d’emergenza per contrastare la crisi. Di conseguenza, per il 2021 è previsto un calo della spesa IT a livello mondiale del 2,7%, di cui risentirà anche la Blockchain.
Eppure la pandemia ha anche sottolineato la necessità di una maggiore resilienza in diversi ambiti, dalla supply chain al settore pubblico e privato. Ecco perché secondo Carlo Ferrarini, Blockchain Technical Leader di IBM, la Blockchain può costituire una delle tecnologie chiave per favorire un ritorno alla normalità, per cinque motivi.

1. Il ritorno al lavoro accelera l’uso delle credenziali sanitarie digitali

Il COVID-19 ha accelerato la necessità di introdurre l’utilizzo di credenziali sanitarie digitali in modo da consentire alle persone di fornire una certificazione del proprio stato di salute ai datori di lavoro o come prerequisito per intraprendere un viaggio o un’attività ricreativa. Iniziative di questo genere, nate con l’obiettivo di fornire ai singoli individui strumenti per controllare e gestire al meglio i propri dati personali e sanitari, erano già in via di sviluppo, ma la diffusione di COVID-19 ha fornito una spinta a favore della cooperazione tra enti sanitari, istituzioni e società del tech per costruire un’infrastruttura digitale di base che supporti creazione e gestione di tali credenziali.
IBM Digital Health Pass, ad esempio, è una delle piattaforme di credenziali sanitarie digitali,ed  è ormai pronta per poter essere adottata in maniera diffusa, in quanto progettata per consentire alle organizzazioni di verificare lo stato di salute di un individuo, proteggendo al contempo la privacy personale.

2. AI e automazione per uno sviluppo a valore aggiunto

L’Intelligenza Artificiale e l’automazione possono contribuire allo sviluppo di molti settori incrementando il valore di prodotti e servizi offerti grazie alla combinazione con dati affidabili e certificati forniti dalla blockchain. Il modulo Freshness di IBM Food Trust può aiutare la gestione dei prodotti a scaffale indicando quali è necessario ritirare per via della scadenza. IBM Sterling Supply Chain Suite, invece, utilizza l’analisi avanzata e l’AI per aiutare le organizzazioni ad avere visibilità dell’inventario durante i picchi di richieste, automatizzando il riordino dei prodotti quando vengono raggiunte determinate soglie di domanda e identificando il metodo di spedizione più sostenibile o conveniente. Allo stesso tempo, il registro digitale creato grazie alle DLT e alle blockchain offre la possibilità di gestire in maniera chiara e trasparente il meccanismo di intelligenza artificiale che opera alla base, come un attributo utile a ridurre la diffidenza che spesso accompagna l’implementazione delle nuove tecnologie. Le due tecnologie lavorano spesso insieme per aumentare l’efficacia di molte soluzioni IBM, tra cui IBM Food Trust, Blockchain Transparent Supply e TradeLens.

3. L’accessibilità della blockchain è sempre più evidente nei negozi di prodotti alimentari

La progressiva adozione delle logiche DLT e blockchain nell’intera catena di approvvigionamento alimentare renderà più visibili i prodotti tracciati attraverso soluzioni che sfruttano le potenzialità di queste tecnologie nei negozi di alimentari e nei punti vendita.

Nel corso dell’ultimo anno, i costi e i tempi per ottenere un ritorno positivo sull’investimento in tecnologie blockchain e DLT sono gradualmente aumentati con la progressiva integrazione con altre soluzioni. Al contempo, le imprese hanno beneficiato di una più vasta scelta e specificità di tipologie di reti blockchain e DLT. La maggiore flessibilità fornita dall’integrazione con l’Hybrid Cloud e la scalabilità volta a soddisfare la domanda dei consumatori hanno consentito alle organizzazioni di constatare rapidamente il valore aggiunto dell’adozione di questa tecnologia. Secondo un recente studio dell’IBM Institute for Business Value, a maggio 2020 il 41% delle organizzazioni ha dichiarato di aver conseguito un ritorno sull’investimento (ROI) positivo nell’ambito dei progetti in cui è stata introdotta la blockchain.

Accanto a ecosistemi come IBM Food Trust, la rete che identifica migliaia di prodotti alimentari ospitata su IBM Cloud, e a IBM Blockchain Transparent Supply, che permette alle organizzazioni di costruire reti proprie, le aziende della catena agroalimentare possono ora scegliere anche soluzioni specifiche del proprio settore di produzione e vendita, ad esempio per la catena del vino, dei frutti di mare e del caffè. La carenza di prodotti di prima necessità durante la pandemia COVID-19 ha ulteriormente sottolineato l’urgenza di una maggiore visibilità e resilienza delle supply chain.

4. Le supply chain dei vaccini guardano alle crypto-anchor

Con la progressiva diffusione globale dei vaccini, la tecnologia blockchain può essere d’aiuto per semplificare questo processo fornendo la possibilità di realizzare piattaforme in grado di offrire una visione accurata dell’inventario e ottimizzando l’allocazione dei vaccini, con un incremento dell’affidabilità e dell’efficienza di fornitura e distribuzione. Inoltre, la blockchain può essere utilizzata nell’ambito di soluzioni per gestire le criticità della catena del freddo e nel mitigare le frodi. Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, tra il 10 e il 30% dei medicinali distribuiti nei Paesi in via di sviluppo sono contraffatti. Per ostacolare il fenomeno, i distributori di vaccini potrebbero prevedere l’integrazione di tecnologie come le crypto-anchor, in grado di legare un identificatore digitale univoco a un oggetto fisico sfruttando una proprietà dello stesso difficile da clonare, falsificare e trasferire. Marcatori come il branding sulle pillole, i modelli di tessuto e persino i segnali ottici possono stabilire l’autenticità dei prodotti e contribuire a mantenere sicura la catena di fornitura del vaccino.

5. La tokenizzazione accelera la digitalizzazione dell’inventario

La tokenizzazione, o la rappresentazione digitale degli asset fisici, contribuirà a fornire ulteriori livelli di sicurezza ed efficienza. La sempre maggiore diffusione dell’utilizzo dei token farà evolvere le catene di fornitura verso la completa digitalizzazione degli inventari, consentendo così un maggior controllo sulla provenienza di ciascun elemento della supply chain. Gli inventari digitalizzati permettono di registrare il capitale circolante delle organizzazioni, fornendo una conoscenza più puntuale e approfondita dei beni liquidi, per poter prendere decisioni più informate.

Le attività digitali possono anche ridurre drasticamente il numero di intermediari e di documenti che la partecipazione economica di solito richiede: di conseguenza, sarà possibile affrontare anche il problema della liquidità legata a beni non facilmente convertibili in denaro, come immobili, opere d’arte o metalli preziosi o industriali. Nel percorso che vede tutte le organizzazioni impegnate ad aumentare l’efficienza e ridurre i costi, il 2021 è l’anno in cui gli sforzi maggiori saranno concentrati nell’integrazione dell’uso dei token.

Il settore finanziario appare essere tra i più avanti in questo percorso: in Italia, numerose e rappresentative realtà finanziarie, della Pubblica Amministrazione e delle imprese stanno prendendo parte al progetto O-KYC (Onboarding – Know Your Customer) promosso da CeTIF, insieme ad Intesa (Gruppo IBM) e Cherry Chain, con la partecipazione della Banca d’Italia e dell’Ivass, per digitalizzare il processo di Onboarding e Know Your Customer con tecnologia DLT/blockchain.
All’iniziativa hanno infatti aderito, tra gli altri: Assolombarda, ASMEL, Banca Mediolanum, Banca Monte dei Paschi di Siena, BNL, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, CEDACRI, CERVED, Confindustria digitale, Enel, FCA Bank, Fondazione Cariverona, ICCREA, Intesa Sanpaolo, Regione Lombardia, Veneto Sviluppo spa, Telepass, Poste Italiane, UBI Banca. L’obiettivo principale è semplificare, ridurre i tempi e i costi del processo di onboarding al fine di generare efficienza nei processi interni delle aziende coinvolte. L’iniziativa mira, infatti, alla condivisione delle informazioni necessarie ai processi di O-KYC tra i partecipanti all’ecosistema attraverso la creazione di un wallet che permetta al cliente di autorizzare il trasferimento delle proprie informazioni dal soggetto che le custodisce (Custodian) al richiedente.

Più a livello internazionale, degna di rilievo è la partnership tra IBM e Hex Trust: quest’ultima è una società con sede a Honk Hong, che ha creato una piattaforma proprietaria che assicura la custodia degli asset finanziari digitali, permettendo così alle società di operare in maniera più efficiente nell’ecosistema blockchain. IBM in questo caso, assicura funzionalità avanzate di sicurezza e protezione dei dati tramite i server virtuali IBM Hyper Protect. Un caso simile riguarda Custody Digital Group, realtà irlandese impegnata negli asset finanziari digitali, che ha scelto i servizi Hyper Protect Cloud di IBM anche per soddisfare il ritmo crescente della domanda.

In definitiva, la diffusione della blockchain nel 2021 è anche la risposta a una serie di bisogni che sono primariamente guidati dalla distribuzione di vaccini alle supply chain di alimenti e altri beni di prima necessità, fino alle credenziali sanitarie che ci consentono di rientrare in spazi condivisi e di riattivare in sicurezza i luoghi di lavoro.

Immagine fornita da Shutterstock

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