Prospettive

Con la Blockchain verso una nuova catena del valore

La Blockchain ha aperto la via verso nuove forme di innovazione, in tale ambito si inserisce la relazione tra questa stessa tecnologia e Industria 4.0 – IoT. Qualche suggerimento su quale Blockchain scegliere

Pubblicato il 27 Ott 2017

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Chi considera la blockchain un fenomeno “tecnologico” vede oggi solamente una componente, non la più importante, di un fenomeno che è prima di tutto culturale. E proprio perché attiene alla cultura, ovviamente anche tecnologica, la blockchain ha aperto la via verso nuove forme di innovazione.

Ma è anche importante sottolineare che tutte le aziende dovrebbero considerare e conoscere le potenzialità della blockchain con la consapevolezza che non è per tutti. Occorre poi capire se le aziende sanno cosa significa “prepararsi” alla blockchain: non si sta parlando di una tecnologia che si adotta e si “adatta”, ma di un approccio culturale, spesso molto radicale, che cambia le organizzazioni.

La blockchain può portare benefici solo alle aziende che sono in grado di accompagnare e sostenere i progetti con un adeguato impianto organizzativo.

Uno dei punti qualificanti che caratterizza il rapporto tra la blockchain e le imprese è rappresentato proprio dalla capacità di incidere in modo diretto sulla catena del valore, sulle relazioni funzionali e organizzative che la determinano.

La relazione innovativa blockchain-Industria 4.0-IoT

Al netto delle tantissime start up che hanno lanciato wallet e piattaforme per gestire la dimensione “finanziaria” e monetica della blockchain, il vero grande terreno di innovazione è rappresentato da nuove imprese o da progetti di Open innovation di aziende tradizionali che cercano con la blockchain di trovare un nuovo modello per gestire in modo più efficiente, sicuro, veloce, affidabile le transazioni e le relazioni tra gli attori delle filiere.

Uno dei principali focus è sulle soluzioni per gestire l’identità, sia per le persone sia per gli oggetti, aprendo un primo ponte verso l’Industria 4.0 dove la diffusione di apparati Internet of Things reclama piattaforme in grado di garantire l’identità di ciascun apparato tanto per la sicurezza quanto per la sostenibilità di progetti sempre più complessi che coinvolgono migliaia e migliaia di “sensori”.

La garanzia dell’identità è uno dei presupposti della sicurezza ovviamente, ma è anche un elemento fondamentale nel momento in cui ciascun oggetto, come ad esempio nel campo dell’Industria 4.0 in progetti come la manutenzione predittiva, è chiamato a rappresentare in modo estremamente preciso un servizio e un punto di contatto con i clienti. Nella manutenzione predittiva è infatti assolutamente fondamentale disporre di strumenti in grado di garantire l’identità di ciascun componente di un prodotto complesso, come potrebbe essere un autoveicolo, un sistema robotico, una macchina destinata alla produzione.

E non è un caso che con l’associazione tra IoT e blockchain si arrivi a uno degli ambiti a più alto tasso di innovazione, dove le start up si muovono per permettere agli oggetti di abilitare lo sviluppo d nuovi modelli di business appoggiandosi su piattaforme in grado di garantire sicurezza e interoperabilità, ma anche l’accessibilità da parte di più soggetti e l’affidabilità nella gestione dei dati di tutti i partecipanti, nonché l’ utilizzo razionale e ottimizzato delle risorse con forme sostenibili e affidabili di remunerazione per tutti coloro che sono chiamati a contribuire ai processi di validazione e verifica nelle blockchain.

Quale blockchain scegliere

Chiarito che la blockchain può essere una risposta alle esigenze di un’impresa e che l’azienda è pronta o “è pronta a preparasi”, bisogna affrontare un altro tema, altrettanto importante: “Quale blockchain?”.

Si apre così un altro capitolo, non meno importante e per certi aspetti affascinante che riguarda le blockchain pubbliche e le blockchain private (si veda l’esperienza di Almaviva).

Nel primo caso l’innovazione punta a sfruttare le enormi potenzialità delle grandi blockchain pubbliche attive, nel rispetto delle modalità operative e delle regole di queste piattaforme. L’innovazione in questo caso rappresenta un ponte tra un modello culturale, aperto e distribuito, e le necessità progettuali o di business delle imprese che devono per definizione mediare con la gestione di sistemi aperti e, non ultimo, con piattaforme che devono garantire determinati livelli di efficienza. Mentre le blockchain private possono costituire una risposta anche dal punto di vista della governance: l’altro grande scenario di innovazione è infatti costituito proprio dalle private blockchain, che escono dal paradigma puro della blockchain per sviluppare sistemi distribuiti controllati.

La blockchain apre insomma nuove prospettive per ogni settore, ma non è adatta o consigliabile “per tutto” e non tutte le realtà sono “pronte” per “prepararsi” alla blockchain. Questa è anche la ragione che ha condotto imprese di diversi settori a consorziarsi o a trovare forme di partnership per accelerare i processi di acquisizione della conoscenza. E questo è un altro fenomeno che caratterizza il percorso di avvicinamento alla blockchain: vale a dire quello di fare “un pezzo di strada assieme” e che accomuna anche aziende concorrenti, consapevoli di rinunciare a un eventuale vantaggio per poter correre e “far correre” la ricerca e la conoscenza e magari per riuscire a definire quegli standard di interoperabilità che possono a loro volta accelerare l’adozione di tecnologie e processi di business.

Come implementarla in azienda

L’altro grande tema è come ci si avvicina alla blockchain e come la si implementa. La blockchain non è un prodotto da “scaffale”, nel senso che è difficile “semplificarla” e standardizzarla, ha bisogno sempre di una strategia che non si può pacchettizzare, ma che si deve costruire, spesso con lo sviluppo di competenze interne capaci di mediare con la governance propria di ogni impresa.

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