Mauro Bellini @mbellini3 Linkedin
Quanti passaggi si contano nella produzione di un capo di abbigliamento? Quanti sono gli attori e come si identifica il loro ruolo e il loro contributo. Come è poi possibile certificare in modo “immutabile” ogni singolo passaggio per certificare le attività di ogni attore? La soluzione può arrivare dalla Blockchain. Uno studio realizzato da McKinsey indica che la produzione annua di abbigliamento supera la cifra record di 100 miliardi di articoli e che nello stesso tempo i clienti finali stanno prolungando l’utilizzo dei prodotti. Una volta abbandonato l’abbigliamento finiscono in discariche o inceneritori. Anche questi sono passaggi che se conosciuti e controllati possono essere gestiti diversamente, ovvero possono essere indirizzati (o si può facilitare l’indirizzamento) verso destinazioni determinate, come il recupero e il riciclo.
Ed è qui che s’innesta la Blockchain, ovvero è qui che le soluzioni basate sulla DLT possono cambiare il paradigma legato alla filiera del tessile, anche nella prospettiva dell’Industry 4.0 che mette in linea l’Internet of Things e le sue applicazioni. Il per avere un recupero di dati e informazioni lungo tutte le filiere che si occupano della produzione di abbigliamento a tutti i livelli, a partire dalla fascia alta e dalle grandi firme. La Blockchain permette poi di affrontare anche il tema dell’outsourcing, ovvero del controllo delle produzioni che vengono appaltate ad aziende terze e per le quali è necessario stabilire nuove forme di controllo oltre a quella della verifica finale del prodotto.
E la richiesta arriva dai consumatori e si riflette sulle aziende che hanno la necessità di rispondere alla domanda di qualità, di trasparenza, di maggiore conoscenza che arriva dal mercato e che su una filiera complessa risulta necessario riuscire a identificare anche in modo dinamico, ovvero a beneficio delle attività di produzione e per una maggiore efficienza e per poi portare queste informazioni a beneficio del consumatore finale. Tanto che il tema dell’informazione sempre più completa sui prodotti, sui tessuti sulle lavorazioni può rappresentare un valore qualificante per molte collezioni in termini di trasparenza e di trust nei confronti del brand.
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