È un documento di 28 pagine quello con il quale l’Unione Europea vuole fare il punto sulla Blockchain e soprattutto sul suo impatto economico e sociale.
Un’analisi di contesto, finalizzata a fine febbraio, e sviluppata da EPRS – European Parliament Research Service, dal titolo “How blockchain technology could change our lives”, nella quale si parte da una premessa: non si può né si deve confinare la blockchain ai Bitcoin.
Anzi, a dirla tutta, si legge, dopo la bolla del 2013, da un paio di anni il mondo Bitcoin sta proseguendo in una sua crescita costante.
La vera sfida, ed è qui che viene posto l’accento, ci sono ambiti di applicazioni importanti proprio al di fuori del mondo bancario.
La blockchain come strumento per la tutela e la trasparenza
Le blockchain sono la soluzione ideale in tutte quelle situazioni nelle quali è importante tenere traccia delle “ownership”. Ecco che sono d’aiuto nella gestione delle supply chain, ad esempio per garantire l’eticità dei manufatti o la provenienza di alimenti tutelati.
Sono strumento utile nella tutela del diritto d’autore e nei servizi pubblici o nella sanità, migliorano la trasparenza e in un certo senso anche la democratizzazione, spostando il controllo dai sistemi centrali verso una logica distribuita.
Lo studio parte con una introduzione sul funzionamento della tecnologia per poi passare alle analisi di dettaglio: dall’analisi delle valute all’utilizzo delle blockchain per la gestione dei diritti nei contenuti digitali, dalla protezione dei brevetti alla gestione delle votazioni elettroniche, dai contratti alle supply chain, dai servizi pubblici fino alle organizzazioni decentralizzate.
Il documento, in inglese, è liberamente scaricabile a questo indirizzo.