Dall’infrastruttura alle applicazioni: la roadmap Blockchain di SIA

A colloquio con Nicolò Romani, Responsabile Innovation di SIA, sul progetto SIAChain che valorizza la rete di 170 mila km in fibra ottica e oltre 600 nodi anche in ambito Blockchain. Con prospettive di sviluppo in diversi mercati, dal banking e finance all’Industria 4.0, Agrifood e Pubblica amministrazione

Pubblicato il 15 Feb 2018

Nicolò Romani, Responsabile Innovation SIA

Fare Blockchain” nel rispetto della filosofia Blockchain e contemporaneamente rispondere alle esigenze del mercato. Questa sintesi è probabilmente il segno distintivo del percorso di SIAChain, la grande infrastruttura europea dove le banche e le industrie più innovative potranno sviluppare ed utilizzare applicazioni di business basate sulle migliori tecnologie Blockchain.

Per comprendere appieno la portata e le prospettive del progetto è importante analizzare origini e motivazioni che hanno spinto alla sua ideazione e implementazione. Blockchain4Innovation ha affrontato questi temi con Nicolò Romani, Responsabile Innovation di SIA.

La fase di studio del mondo e delle opportunità Blockchain

«Nel 2016 abbiamo deciso di studiare approfonditamente il mondo della Blockchain intravedendo opportunità di sviluppo per i nostri clienti e in particolare per le banche – racconta Romani. – Abbiamo capito che nell’economia digitale esiste un prima ed un dopo la nascita del Bitcoin. Al di là di ogni considerazione sulla sua natura e sul suo utilizzo, rappresenta comunque una sostanziale discontinuità. Il Bitcoin ha introdotto infatti la possibilità di trasferire un qualunque bene digitale, in maniera immodificabile, senza replicarlo. Con potenzialità enormi nell’ecosistema digitale. Questa funzionalità è stata applicata ad un asset chiamato criptovaluta, il bitcoin appunto, ma può essere utilizzata per qualsiasi item digitale come ad esempio un brano musicale, una fotografia, un documento etc. In SIA abbiamo verificato che la tecnologia sottostante, la blockchain, permette di avere questa funzionalità coniugando sicurezza e resilienza, grazie alle caratteristiche di crittografia e di distributed ledger. Al tempo stesso è stato valutato che una blockchain pubblica non poteva essere utilizzata in ambito corporate per mancanza di auditability, rispetto della privacy e performance. E abbiamo trasformato questa problematica in una grande opportunità. I nostri investimenti si sono così concentrati sulla ricerca e lo sviluppo per potenziare conoscenze e competenze, ponendo l’attenzione sulle esigenze infrastrutturali».

SIAChain: un percorso all’insegna dell’innovazione

L’anno scorso è stata lanciata SIAChain alla fine di un percorso che è stato vissuto, come spesso accade per i progetti strategici, nel segno della sperimentazione: «Abbiamo realizzato un Proof of Concept con una decina di banche e con GFT – spiega Romani – e visto l’esito positivo sono state avviate una serie di iniziative che fanno della Blockchain uno dei progetti di punta del nostro piano di sviluppo».

Il 2017 è stato l’anno in cui SIA ha annunciato il suo approccio strategico alla Blockchain che si basa principalmente su due livelli, uno infrastrutturale e tecnologico, l’altro applicativo. Il progetto SIAChain, ricorda Romani, ha subito incontrato l’interesse delle banche, ovvero il segmento di mercato di riferimento di SIA, «ma anche di altri settori industriali che comprendono le potenzialità della Blockchain e la necessità di avere un partner con infrastrutture affidabili in grado di esprimere una notevole capacità di gestione operativa di servizi critici». Un interesse crescente che è arrivato anche da R3*e Hyperledger Fabric**, al centro di possibili accordi per utilizzare l’infrastruttura SIAChain.

La Roadmap SIAChain sui piani dell’infrastruttura e delle applicazioni

Romani sottolinea come la grande attenzione del mercato abbia imposto un’accelerazione alla roadmap evolutiva della SIAChain, sia sul piano infrastrutturale che applicativo. In particolare, nell’ambito dello sviluppo tecnologico, la grande sfida è secondo Romani quella di dar vita ad un’infrastruttura Blockchain privata a livello europeo per consentire ai diversi attori di rendere operativi i propri servizi in un’ottica distribuita e in modo completamente nuovo a livello di gestione, di sicurezza e, soprattutto, di resilienza. Una prova certamente non facile perché un conto è gestire un’applicazione in maniera centralizzata, un altro è gestire un’infrastruttura decentralizzata, dove il funzionamento di ogni nodo è rilevante e strategico sotto ogni punto di vista per il corretto funzionamento del servizio stesso. Si entra di fatto in un nuovo paradigma in cui l’approccio “distribuito” si unisce alle garanzie di sicurezza, affidabilità e resilienza, senza differenze di prestazione rispetto ai modelli centralizzati.

Una infrastruttura unica già utilizzata da centinaia di banche

Ed è proprio sugli asset di SIA che si ispira il modello SIAChain. «Disponiamo di un’infrastruttura unica in fibra ottica che si estende per oltre 170mila km, più di 600 nodi di rete in altrettanti data center bancari in Europa e livelli di sicurezza ampiamente testati, in grado di realizzare la più grande Blockchain privata continentale”. In altre parole, significa mettere a disposizione quello stesso network, che già oggi è utilizzato quotidianamente da centinaia di banche, anche per l’erogazione di servizi di Private Blockchain.

Ma facciamo un piccolo passo indietro per meglio comprendere la reale portata del progetto.
E’ noto come le banche abbiano un approccio rigoroso sui temi dell'”apertura”. Tutti i servizi più rilevanti del settore bancario corrono su reti private con una forte impronta centralizzata. Esistono certamente necessità di business legate a una logica distribuita, dove le soluzioni in cloud rappresentano un modello valido, semplice e funzionale. Ma in caso di servizi definiti mission-critical, è necessario utilizzare un’infrastruttura Blockchain resiliente, geograficamente distribuita, dove l’immutabilità dell’informazione è assicurata nel momento in cui viene collocata all’interno del ledger.

Romani rimarca l’importanza del valore della resilienza a fianco a quello della sicurezza: aspetti rilevanti che SIA mette a disposizione dei suoi clienti per le loro applicazioni. Clienti al momento del mondo bancario, ma che proprio la Blockchain apre ad altri ambiti industriali.

Il ruolo dei “supernodi”

SIA si è spinta ulteriormente avanti progettando l’architettura dei cosiddetti “supernodi“. Se da una parte, infatti, la società sfrutta attualmente gli oltre 600 nodi di rete, dall’altra, grazie all’accordo con R3 e altri possibili partner (sono stati avviati contatti con Hyperledger e Ripple, n.d.r.), sta facendo evolvere la propria infrastruttura in un’architettura Blockchain privata pronta ad accogliere nei “supernodi” tutte le migliore tecnologie DLT. Questa architettura, sviluppata con il supporto di PwC, permette a banche e imprese di disporre di una “autostrada” sicura, affidabile e scalabile, sulla quale far correre applicazioni proprie o di altri. E si arriva così all’ altro grande ambito di sviluppo di SIA.

«Abbiamo costruito una roadmap di servizi che deriva dalla conoscenza diretta dei mercati, oltre a consentire ai clienti di sviluppare loro applicazioni su una Blockchain sicura». Una roadmap che, quindi, verte fondamentalmente sui servizi realizzati dai clienti (banche e imprese), le iniziative strategiche con grandi player internazionali come R3 e soluzioni realizzate da SIA stessa. Un esempio? Insieme ad alcune banche e a GFT, SIA sta lavorando ad una soluzione in ambito B2B riguardante l’anticipo fatture.

Notarizzazione per processi bancari e industriali

Oggi c’è una forte domanda di applicazioni: come i servizi di notarizzazione per i processi bancari e industriali, dove SIAChain si propone come piattaforma di riferimento anche in ottica di compliance, e gli smart contract che appaiono sempre più rilevanti per portare innovazione nell’ambito di procedure non del tutto informatizzate e con governance complesse. Un esempio significativo è quello del Trade Finance che, con gli smart contract, può semplificare la gestione delle relazioni tra i diversi attori coinvolti in transazioni complesse: è necessario però predisporre processi realmente condivisi tramite una piattaforma che consenta contemporaneamente la visibilità a tutti e la garanzia che nessuno possa intervenire con modifiche a danno di altri soggetti. E la Blockchain, sotto questo punto di vista, è una straordinaria soluzione, alternativa alla gestione “manuale”, che rende molto più efficienti tutti i processi.

Blockchain anche nella Smart Agrifood e nell’IoT

Oltre al contesto bancario e finanziario, SIAChain traguarda anche altri settori come l’agroalimentare e la Smart Agrifood. Le esigenze di tracciabilità di filiera per il controllo della provenienza e della lavorazione delle materie prime può trovare nella tecnologia DLT una risposta efficace. «In questo ambito intravediamo due prospettive di sviluppo – osserva Romani -. Una riguarda le applicazioni destinate alla gestione delle crisi provocate da una contaminazione, per identificare in breve tempo le cause di un problema, soggetti coinvolti e responsabilità. C’è poi un orizzonte più ampio che attiene i processi di protezione del valore dei prodotti e dei marchi e la rivisitazione delle filiere, in modo da garantire, come nel caso del Made in Italy, una certificazione sicura, affidabile e immutabile del ruolo e delle attività di tutti gli attori».

Secondo Romani un altro potenziale straordinario nello sviluppo applicativo è rappresentato dalla relazione tra Blockchain e Internet of Things. «Laddove con la diffusione di apparati legati all’Internet delle cose si moltiplicano le fonti di dati, aumenta nel contempo la necessità di garantire la qualità del dato stesso. Ancora una volta le applicazioni basate sulla Blockchain possono dare una risposta in termini di affidabilità e sicurezza». In questo caso, Industria 4.0 e Impresa 4.0 sono gli ambiti che esprimono le maggiori esigenze di sicurezza e di condivisione delle informazioni.

La Blockchain può fare tanto anche per la Pubblica Amministrazione. Romani puntualizza che la PA non è affatto “indietro“, come alcuni sono forse portati a credere, anzi esistono tante situazioni pionieristiche «anche perché ci sono le condizioni dettate dalla necessità di sperimentare un modello distribuito per avviare la decentralizzazione, ad esempio, a livello regionale o metropolitano.”

SIAChain rappresenta, in definitiva, una soluzione architetturale e una roadmap applicativa. Tutto partendo dal “core business” di SIA per banche, imprese e PA.

R3 – Si tratta una software company che collabora con oltre 100 tra le più importante banche del mondo, istituzioni finanziarie, regolatori, associazioni di categoria, società di servizi professionali e società tecnologiche per lo sviluppo di Corda, la Blockchain DLT Platform progettata specificamente per i servizi finanziari 

Hyperledger Fabric – Hyperledger Fabric è un’architettura DLT progettata e sviluppata dalla Linux Foundation per garantire alti livelli di confidenzialità, resilienza, flessibilità e scalabilità. Hyperledger Fabric nasce per semplificare l’implementazione e la gestione di applicazioni di enterprise blockchain open source.

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