Il 24 maggio 2023 è destinato a diventare una data simbolo per l’ecosistema Fintech & Insurtech italiano che, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, è composto da 630 startup che hanno raccolto 900 milioni di euro nel 2022 e 3,7 miliardi di euro dal 2009 ad oggi. Con Milano come capitale indiscussa con il 69% degli investimenti complessivi, la voce di tutti gli attori del settore è stata ascoltata da una platea di parlamentari pronti ad accogliere l’innovazione.
Si è stabilito, infatti, che l’Italia si unirà ad altri paesi europei nel consentire la sottoscrizione di strumenti finanziari tradizionali come azioni, obbligazioni e titoli di debito utilizzando la tecnologia Blockchain. Il Parlamento italiano ha dato il via libera alla creazione di un framework per semplificare la gestione di questi strumenti, in linea con il Regolamento della Commissione Europea 858/2022, che disciplina la creazione e la gestione dei mercati dediti allo scambio di strumenti finanziari digitali.
Il nostro Paese potrà dunque contare su un proprio albo di fornitori specializzati nella tokenizzazione di strumenti finanziari societari. I limiti del perimetro d’azione riguardano l’allineamento con altri paesi europei, il coinvolgimento umano e l’impegno attivo degli operatori FinTech. Questa decisione è emersa dal dibattito organizzato da Fleap, piattaforma di smart governance basata su blockchain, tenutosi il 24 maggio 2023 a Palazzo Montecitorio, che ha coinvolto istituzioni e attori del settore FinTech con l’obiettivo di definire i limiti per la costituzione di un veicolo per la gestione di strumenti finanziari su Distributed Ledger Technologies.
La conversione in legge del Decreto Fintech spiana la strada alle aziende e ai mercati
Come ha osservato Thomas Iacchetti, amministratore delegato di Fleap, la principale piattaforma europea per l’emissione di asset digitali finanziari e la digitalizzazione nativa dei processi aziendali basati sulla tecnologia blockchain, la conversione in legge del Decreto Fintech (d. l. 17 marzo 2023, n. 25) getta le basi per un nuovo ponte normativo che collega il Regime pilota europeo alla volontà delle imprese e degli intermediari di sfruttare appieno la tecnologia DLT.
Questa è un’opportunità senza precedenti per le aziende e i mercati, in quanto offre una vasta gamma di soluzioni potenziali che solo le Distributed Ledger Technologies possono offrire. Grazie all’impiego di un gestore specializzato, le società saranno in grado di emettere prodotti finanziari direttamente sulla blockchain, garantendo un livello di sicurezza massimo sotto la supervisione degli organismi di vigilanza.
L’obiettivo principale è creare un ambiente di fiducia che coinvolga la tecnologia stessa, le aziende e gli utenti/fruitori dei prodotti finanziari digitali. In questo senso, la regolamentazione del mercato DLT consentirà una più ampia adozione di tali operazioni tra le PMI italiane, che cercano una soluzione che offra trasparenza certificata, automazione di processi complessi, riduzione dei costi, sicurezza e accessibilità.
Un ambiente di sperimentazione per la rivoluzione Fintech
Marco Osnato, Presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati, ha aperto il dibattito, sottolineando il valore del Decreto FinTech e le potenzialità della tecnologia blockchain. Alla presenza di Banca d’Italia e Consob, ha dichiarato: “Il Parlamento ha svolto un ruolo di primo piano in un’importante innovazione che andrà a vantaggio dei mercati finanziari, a tutela dei cittadini e costituirà uno strumento di cui la Pubblica Amministrazione potrà avvalersi in futuro”.
All’incontro dedicato al Decreto Fintech erano presenti anche Andrea De Bortoldi ed Emiliano Fenu, membri della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. In effetti, ci sono stati diversi sviluppi recenti in questo campo. Con l’approvazione del Decreto FinTech, che contiene disposizioni urgenti in materia di emissione e circolazione di strumenti finanziari ad emissione digitale e di semplificazione della sperimentazione, è stata istituita una sandbox regolamentare.
Si tratta di un ambiente controllato che consente alle autorità di vigilanza (Banca d’Italia, Consob e IVASS) di interagire con intermediari vigilati e operatori FinTech per testare prodotti e servizi tecnologicamente innovativi per il settore bancario, finanziario e assicurativo. Questo processo si impegna a garantire adeguati livelli di tutela dei consumatori e di promuovere la concorrenza, mantenendo nel contempo la stabilità finanziaria. Parallelamente, le autorità regolatorie hanno l’opportunità di monitorare da vicino le dinamiche dello sviluppo tecnologico e di identificare le misure normative più appropriate ed efficaci per agevolare il progresso del settore FinTech, contenendo fin da subito la diffusione di eventuali nuovi rischi.
DTL e Smart Contract per la Governance 2.0
Thomas Iacchetti, Presidente del Consiglio di Amministrazione e Fondatore di Fleap, ha sottolineato i traguardi raggiunti, grazie anche al suo contributo: dall’emissione del primo bond nativo digitale in Europa all’ingresso nella sandbox regolamentare di Banca d’Italia. Iacchetti ha evidenziato le potenzialità della tecnologia DLT e degli smart contract nel migliorare e rendere più efficiente il concetto di Governance 2.0.
L’immaginario proposto si concentra su un’azienda in grado di standardizzare i propri processi e prodotti emissivi per raccogliere fondi sul mercato. Ciò che troverebbe è un mercato più accogliente e competente nella valutazione delle capacità operative dell’azienda stessa. Tuttavia, il vero punto di svolta, in una fase di maturità del mercato, sarebbe la possibilità per l’azienda di connettersi attivamente ai mercati europei di prodotti DLT e cogliere le opportunità offerte.
Riguardo agli impatti futuri delle recenti decisioni prese dal Parlamento, Iacchetti ha aggiunto che la norma mira all’introduzione della DLT nei processi delle PMI, una visione alla quale Fleap si allinea pienamente. Alla base dello sviluppo della loro piattaforma c’è la convinzione che questa tecnologia possa diventare uno strumento che consenta alle aziende di diventare più efficienti e pronte ad affrontare le nuove sfide del mercato. Si tratta di un cambiamento nella natura del credito, l’adozione di nuove fonti di finanziamento e processi più rapidi nella gestione degli interventi societari. Tutto ciò si integra perfettamente con le logiche della DLT, da cui si può partire per creare una società 2.0.
Come le PMI italiane possono trarre beneficio dalla tecnologia DLT
Alessandro Negri della Torre, fondatore dello Studio Legale LX20 Law Firm, si è soffermato sulla flessibilità e sull’adattamento dell’ordinamento giuridico italiano alle evoluzioni tecnologiche, esprimendo le sue opinioni in merito. Secondo lui, la creazione di un albo porterebbe naturalmente alla necessità di organizzare i soggetti che desiderano offrire il servizio di tenuta dei registri, garantendo la coerenza delle loro procedure interne. L’introduzione di una riserva di attività avrebbe lo scopo di selezionare le imprese con le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie per svolgere il ruolo di responsabile del registro.
Riguardo ai potenziali scenari che potrebbero aprirsi, Negri della Torre ha affermato che se il mercato riuscirà ad integrare le nuove regole in soluzioni economicamente sostenibili per le piccole e medie imprese, combinando sicurezza e semplicità d’uso della tecnologia, i risultati del Decreto potrebbero essere rilevanti e positivi per le PMI stesse.
In particolare, si potrebbe assistere a una maggiore digitalizzazione della struttura proprietaria delle società italiane, semplificando le operazioni sul capitale e riducendo i costi, oltre a garantire una maggiore sicurezza e trasparenza nei meccanismi legati alla vita societaria.
L’integrazione delle tecnologie DLT nel diritto societario, partendo dalla rappresentazione digitale di prodotti e strumenti finanziari, risulta essere un elemento chiave per stimolare la transizione delle PMI verso il mercato dei servizi digitali. Inoltre, i profili di sicurezza, trasparenza e affidabilità offerti dalle tecnologie DLT permettono di esplorare forme di automazione di atti o decisioni sempre più incisive e integrate nell’ambito delle attività societarie.
Nuovi orizzonti per il mercato finanziario italiano
Marco Cuchel, Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, ha sollevato una questione: con la conversione in legge del DL 25/2023, l’Italia offre ora un’opportunità senza precedenti alle imprese italiane, in particolare alle PMI, di accedere al credito al di fuori dei canali tradizionali. La nuova regolamentazione del mercato finanziario digitale consente l’emissione e la circolazione degli strumenti finanziari correlati, in linea con le direttive europee, garantendo massima trasparenza, efficienza e sicurezza agli investitori e favorendo la competitività delle imprese italiane.
La digitalizzazione dei processi per l’emissione di questi nuovi strumenti finanziari, anche attraverso l’impiego di tecnologie emergenti, può generare valore aggiunto e creare sinergia tra i vari attori direttamente coinvolti e i loro professionisti di supporto, tra cui avvocati, notai e commercialisti. “È davvero un’opportunità che auspichiamo venga accolta positivamente dal mercato e sfruttata appieno per tutte le sue potenzialità” ha concluso Cuchel.