La Blockchain è una tecnologia che è valutata dalle aziende come estremamente importante ai fini di business, ma che ancora fatica a essere implementata. Questa la principale conclusione di un sondaggio condotto da Deloitte, in collaborazione con l’Osservatorio FinTech & InsurTech del Politecnico di Milano, organizzato all’interno del FinTechStage Festival 2019. Secondo quanto si può leggere nello studio, la Blockchain è riconosciuta come uno dei trend principali nel mondo dell’innovazione, destinata ad avere impatti e ripercussioni su moltissimi settori, aumentando efficienza, trasparenza e sicurezza delle filiere produttive. In particolare, gli intervistati riconoscono alla blockchain soprattutto possibilità di creare nuovi business model e nuove fonti di ricavi; in subordine, le aziende sono interessare anche alla riduzione di costi abilitata da questa tecnologia.
E’ su questi due fronti che le compagnie stanno adottando una strategia di azione dettagliata. Eppure il mercato della blockchain tarda ad entrare a regime: 1 compagnia su 2 si sta ancora dedicando alla fase di educazione delle proprie risorse, 1 su 3 dichiara di essere ancora in fase di sperimentazione e creazione di proof of concept, mentre solo 1 a su 5 ha messo in atto lo sviluppo ed implementazione di veri e propri casi d’uso per il proprio business. Le aziende italiane sono consapevoli del proprio ritardo rispetto al mercato globale, ma contano di colmare questo gap entro i prossimi 3 anni. Le società della Penisola appaiono però estremamente bendisposte nei confronti della Blockchain: il 93% del campione italiano (contro il 68% a livello globale), ritiene che la mancata applicazione della tecnologia blockchain possa influire negativamente sul proprio vantaggio competitivo; inoltre l’85% ritiene che questa tecnologia rivoluzionerà il proprio settore, contro il dato complessivo del 59%.
Visti questi numeri, appare chiaro che esistono delle barriere: la principale risulta essere la regolamentazione (indicata dal 38.5% dei rispondenti) mentre a seguire sono indicate la mancanza di competenze adeguate (38%) e la difficoltà nell’implementazione (31%). Per risolvere il problema legato alla formazione, la maggior parte del campione (il 77%) dichiara di avere in piano l’ingaggio di risorse esterne (consulenti) e l’implementazione di un piano di recruiting mirato (54%). Sul fronte degli investimenti, però, le aziende italiane sono indietro; il 77% ha investito a meno di 500.000 euro, ben sotto la media del campione globale (tra gli 1 e 5 milioni di dollari).
La ricerca Deloitte fa il punto anche su altri trend tecnologici, primo tra tutti l’open banking: la principale evidenza è che le organizzazioni si dimostrano interessate e propense ad attivare collaborazioni con altri player del mercato, in particolare con società FinTech (88% delle collaborazioni avviate). Tanto che l’84% dei rispondenti dichiara che la propria organizzazione ha già stretto collaborazioni all’interno dell’ecosistema. Ancora più elevata appare l’attenzione verso l‘intelligenza Artificiale: secondo l’83% dei rispondenti si tratta di una tecnologia destinata a diventare mainstream nel giro di due anni, dunque da cavalcare al massimo.