Il titolo scelto per l’edizione 2021 dell’Osservatorio Blockchain & DLT del Politecnico di Milano esplicita in modo chiaro la risposta a una delle domande che in tanti si stanno ponendo in relazione alle prospettive della blockchain: “Blockchain: the hype is over, get ready for ecosistems”. Dunque non cosa succederà, ma chiaramente ed esplicitamente “a cosa bisogna prepararsi“. Il cammino verso gli ecosistemi è partito da tempo e forse la “luce mediatica” di cui ha goduto la blockchain su certi “ambiti applicativi” ha messo in ombra il lavoro operoso con cui tante comunità hanno creato le fondamenta e le relazioni per uno sviluppo verso gli ecosistemi che adesso prende forma e consistenza.
Per capire quali prospettive si aprono per le imprese che lavorano sulla blockchain e per le imprese che guardano all’innovazione che arriva dalla blockchain per acquisire efficienza e competitività e per avere una visione del quadro di riferimento, anche sul piano normativo abbiamo incontrato Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Blockchain & DLT anche in vista del prossimo convegno che si terrà in versione livestreaming il 22 gennaio dalle ore 9,30 alle 17,00 (a questa pagina potete avere maggiori informazioni ed effettuare l’iscrizione gratuita).
Il prossimo convegno dell’Osservatorio Blockchain & DLT invita esplicitamente a prepararsi agli ecosistemi: cosa significa concretamente per le imprese e per le organizzazioni?
Uno dei principali trend emersi nel 2020 è che, contemporaneamente al diradarsi dell’hype che ha caratterizzato gli anni precedenti, il mercato della Blockchain si sta sempre più concentrando sulla costituzione di ecosistemi che puntano a creare valore attraverso la realizzazione di piattaforme infrastrutturali e di applicazioni basate su di esse.
Questo vuol dire che si ha sempre più la consapevolezza che queste tecnologie esprimono il loro valore reale quando sono messe al centro di progetti che coinvolgono ecosistemi ampi di attori che concorrono sia nella creazione di una piattaforma tecnologica sia nella creazione di applicazioni che possono interagire e sfruttare le caratteristiche della Blockchain per creare valore.
In quali mercati e per quali ambiti applicativi si stanno affermando questi ecosistemi?
Sicuramente il settore finanziario rimane quello che sta esprimendo il maggior numero di progetti.
Uno degli esempi più significativi di ecosistema Blockchain è quello offerto dal fenomeno della finanza decentralizzata, o DeFi, che quest’anno ha visto moltiplicare applicazioni, utenti e capitale investito. Anche in ambito di attori finanziari più tradizionali troviamo progetti di ecosistema interessanti. Un esempio vicino a noi è il caso Spunta che grazie alla sua capacità di coinvolgere la quasi totalità del settore bancario italiano è diventato uno dei progetti Blockchain più rilevanti a livello globale. Una forte crescita la si è riscontrata anche nel mondo dei crypto-asset non solo legati al mondo delle criptovalute che vengono sempre considerate come una nuova asset class. Anche il mondo finanziario più tradizionale li sta iniziando a integrare nei propri investimenti e nell’offerta di servizi a propri clienti. Questi esperimenti hanno lanciato un’ennesima sfida al mondo finanziario “tradizionale” affiancandosi agli annunci sullo sviluppo di Diem, ex Libra, e alla crescita dell’utilizzo di criptovalute e stablecoin.
Quali scenari si stanno aprendo a livello di Digital currency?
Il 2020 ha portato alla ribalta un altro tema chiave del 2020: le Central Bank Digital Currency. La Cina ha avviato la sperimentazione sul DCEP, una valuta digitale che cerca di riproporre in ambito regolamentato alcuni dei vantaggi dei crypto-asset e l’iniziativa è stata prontamente seguita dalle altre banche centrali che hanno avviato esplorazioni, analisi, prototipi, tra i quali spicca l’annuncio della BCE di voler realizzare una versione interamente digitale dell’euro: il Digital Euro.
Sarebbe riduttivo però relegare il 2020 della Blockchain al solo settore finanziario. Nella prima parte del 2020 si è parlato molto della Blockchain come abilitatore di soluzioni di Self Sovereign Identity specialmente legate all’emergenza sanitaria. Soluzioni basate su tecnologie Blockchain per la gestione dell’identità avrebbero infatti consentito una gestione delle informazioni sui pazienti più puntuale e meno problematica sotto il profilo della privacy. Il 2020 ha visto anche il consolidamento di progetti infrastrutturali internazionali come, ad esempio, EBSI in Europa che si è affacciato su fasi di sperimentazione avanzate di casi d’uso riguardanti aspetti fondamentali tra i quali l’identità digitale, la trasparenza delle supply chain e l’accesso ai servizi pubblici. Infine, l’impegno sempre crescente profuso dalla comunità di sviluppo per affrontare i limiti più problematici delle tecnologie, come scalabilità e privacy, ha dato numerosi frutti concreti sia in ambito di protocolli permissioned sia di quelli permissionless, tra i quali spicca il lancio della prima fase di Ethereum 2.0.
Il 2020 è stato un anno fortemente caratterizzato dall’effetto Covid 19 e la blockchain è stata forse meno centrale rispetto ad altre tecnologie nei piani e nei progetti delle aziende. Come valutate l’attenzione verso la blockchain nello scorso anno e soprattutto come valutate il lavoro svolto dalle comunità blockchain?
va detto che il 2020 ha visto una maggior focalizzazione di aziende e pubbliche amministrazioni su progetti concreti, lasciando da parte annunci e sperimentazioni orientate solo a conoscere la tecnologia.
Sicuramente la pandemia da Covid-19 ha rallentato molti progetti innovativi e numerose aziende hanno bloccato il lancio di nuovi progetti per focalizzarsi su problematiche più di breve periodo.
La maggior parte dei progetti sviluppati su piattaforme Blockchain e Distributed Ledger nel 2020 è in ogni caso ancora molto focalizzata su applicazioni legate a processi esistenti (ad esempio processi di riconciliazione pagamenti, tracciabilità di filiera). In molti casi le aziende, consapevoli delle difficoltà legate allo sviluppo di una piattaforma, scelgono deliberatamente di partire da un caso di applicazione semplice che possa raccogliere numerosi partecipanti per poter in seguito sviluppare soluzioni più innovative che consentono di cogliere pienamente il potenziale di queste tecnologie.
Come prospettive vedete per il mercato italiano?
Anche in Italia le aziende si stanno concentrando prevalentemente sull’avvio di progetti operativi a testimonianza di una maggior maturità del mercato. Come nel resto del mondo però l’impatto del Covid-19 si è sentito, rallentando numerosi progetti che erano in rampa di lancio. Nonostante il temporaneo rallentamento causato dalla pandemia, il mercato italiano è sempre più consapevole delle caratteristiche delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger e dei benefici che con esse si possono cogliere. Il mercato, che negli scorsi anni era caratterizzato da molti progetti di piccola dimensione, si sta spostando infatti verso la realizzazione di progetti operativi che sempre più coinvolgono ecosistemi ampi di attori. Si può dire che in questi anni sono state gettate le fondamenta per lo sviluppo del mercato Blockchain e in futuro vedremo più progetti legati allo sviluppo di applicazioni di business innovative.
Pochi mesi fa, a settembre, è arrivato il Digital Finance Package della Commissione Europea con significativi interventi, tra gli altri, in ambito Digital Identity, Open Finance e cryptoasset. Come sta cambiando lo scenario normativo e quali benefici potranno arrivare nel 2021?
Il 2020 è stato un anno ricco di sviluppi dal punto di vista della regolamentazione del settore Blockchain e Distributed Ledger. Un ruolo di primo piano nella discussione su questi temi è sicuramente stato ricoperto dal Markets in Crypto Asset Regulation (“MiCA”), incluso nel più ampio impianto normativo del Digital Finance Package. Sempre più lo scenario normativo sta andando nella direzione di fornire linee guida chiare per l’utilizzo di queste tecnologie e degli strumenti ad essi collegati. C’è ancora molto lavoro da fare in questo senso, ma i benefici ottenibili sono evidenti: una regolamentazione chiara che non limiti l’innovazione potrebbe fornire un grande aiuto a numerosi progetti Blockchain che hanno difficoltà a svilupparsi a causa delle ancora presenti incertezze normative.
Il convegno di quest’anno si annuncia veramente molto ricco, su quali temi si concentrerà maggiormente la vostra attenzione e quali sono le novità più importanti?
Nel convegno di quest’anno abbiamo voluto dare rilevanza a ciascuno dei temi più rilevanti che hanno caratterizzato il 2020 della Blockchain. Per questo abbiamo deciso di estendere l’evento anche al pomeriggio, per poter meglio affrontare la grande varietà di argomenti. Grazie alla modalità online con cui si svolgerà l’evento siamo stati in grado di coinvolgere un gran numero di relatori internazionali di rilievo. Al mattino presenteremo i risultati della ricerca commentandoli insieme alle principali aziende che compongono il mercato Blockchain italiano. Avremo inoltre interventi da parte del Ministero delle Sviluppo Economico, di EBSI e del Blockchain Service Network cinese. Al pomeriggio avremo invece diverse sessioni con relatori internazionali che affronteranno i temi: della SSI, dell’adozione della Blockchain nella Supply chain, della normativa e regolamentazione e dei Crypto-asset. In quest’ultima sessione parteciperà anche Christian Catalini co-fondatore di DIEM (ex Libra). Il nostro obiettivo con questo evento è quello di continuare a diffondere la corretta conoscenza su questi temi nel mercato italiano, per fare in modo che possa svilupparsi rapidamente e assumere un ruolo di primo piano nel contesto internazionale.