Euro digitale, Panetta (Bce): “Due anni per valutarne configurazione e requisiti”

Il membro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea in audizione all’Europarlamento: “Il lavoro di analisi potrebbe durare circa due anni. Attribuiamo priorità a questa iniziativa e procederemo il più rapidamente possibile, ma serve un lavoro scrupoloso”

Pubblicato il 22 Apr 2021

Bce

La Banca Centrale Europea sta facendo tutte le valutazioni che lo porteranno a decidere sull’eventualità di introdurre l’euro digitale, ed entro l’estate deciderà se dare il via alla fase di studio che potrebbe portare, nel giro di qualche anno, alla realizzazione del progetto. A spiegare per grandi linee quale potrebbe essere la roadmap è stato durante un’audizione di fronte alla commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Europeo Fabio Panetta, componente del consiglio direttivo della Bce: “Nei prossimi mesi – ha spiegato – il Consiglio direttivo della Bce deciderà se dare inizio a una fase di indagine su un euro digitale. Questa fase sarebbe dedicata a un’attenta analisi delle configurazioni possibili e dei requisiti utente, nonché delle condizioni alle quali gli intermediari finanziari potrebbero fornire servizi front-end basati sull’euro digitale. Ci aspettiamo che per quest’analisi impiegheremo circa due anni”.

Durante il proprio intervento Panetta ha anche illustrato i risultati della consultazione avviata dalla Bce sul tema, che ha ricevuto più di 8mila feedback, una cifra che difficilmente si riesce a registrare in questo genere di iniziative: “L’altissimo livello di partecipazione alla nostra consultazione pubblica e la disponibilità di cittadini e professionisti a sostenere un euro digitale sono incoraggianti – ha sottolineato – Dalle risposte emergono aspettative elevate nei confronti di un euro digitale da parte dei potenziali utenti e indicazioni preziose per le nostre attività. Attribuiamo priorità a questa iniziativa e procederemo più rapidamente possibile, ma dobbiamo anche prenderci il tempo di lavorare scrupolosamente”.

Analizzando le aspettative dei cittadine sull’euro digitale analizzando la consultazione pubblica promossa dalla Bce emerge che in cima alle preoccupazioni dei partecipanti al sondaggio c’è la privacy, che compare nel 43% delle risposte, seguita dalla sicurezza al 18%, dalla possibilità di utilizzarla all’interno di tutta l’area euro (11%), dalla richiesta che non comporti costi aggiuntivi (9%) e che sia possibile utilizzarla anche offline (8%).

Proprio sulla esigenza di privacy emersa dalla consultazione Panetta afferma che “proteggere i dati personali degli utenti e garantire un elevato livello di riservatezza sarà una priorità nel nostro lavoro. Anzi, un euro digitale aumenterebbe di fatto la privacy nei pagamenti digitali. In quanto istituzione pubblica e indipendente, la Bce non ha alcun interesse a monetizzare o persino a raccogliere i dati sui pagamenti degli utenti. Un euro digitale consentirebbe quindi alle persone di effettuare pagamenti senza condividere i propri dati con terzi, oltre a quanto richiesto dalla normativa”.

“La sicurezza e la fruibilità dell’euro digitale sono particolarmente importanti per i potenziali utenti – ha detto Panetta commentando i dati – I pagamenti elettronici stanno diventando sempre più diffusi, pertanto un euro digitale garantirebbe che la moneta sovrana emessa dallo Stato – un bene pubblico che da secoli le banche centrali offrono ai cittadini – sia disponibile nell’era digitale. I cittadini avrebbero piena fiducia sia nell’euro digitale che nel contante, poiché sono entrambi garantiti da una banca centrale credibile. Questa è una caratteristica distintiva che nessuno schema di pagamento del settore privato può assicurare”.

Tornando alla roadmap, anche una volta conclusa l’indagine che nell’arco di qualche mese la Bce deciderà se avviare, i passi da compiere per arrivare all’eventuale introduzione della moneta europea digitale sarebbero ancora molti e richiederebbero anni. “Le stime che abbiamo ora – ha specificato – dicono che saremmo in grado di distribuire l’euro digitale tra 5 anni”. Si tratterà, basandosi proprio sui risultati dell’indagine, di capire come effettivamente strutturare la moneta digitale europea. “Questa fase, che durerà diversi anni – ha spiegato Panetta – sarebbe dedicata allo sviluppo di servizi integrati, ai test e all’eventuale sperimentazione pratica di un euro digitale. Solo alla fine di questo processo il Consiglio direttivo sarà in condizione di decidere se introdurre o meno un euro digitale. Faremo del nostro meglio per assicurare che un euro digitale sia in linea con le esigenze e le aspettative dei cittadini europei”.

Tra i requisiti per la riuscita del progetto, in ogni caso, ci sarà la necessità che i Paesi Ue vadano nella stessa direzione: “La convergenza delle autorità e delle istituzioni europee, attente ai rispettivi mandati e alla propria indipendenza, sarà fondamentale affinché un euro digitale sia accettato. Pertanto, sono lieto che questa Commissione si sia espressa favorevolmente riguardo alle nostre attività nelle recenti risoluzioni sul Rapporto annuale della Bce e al ruolo internazionale dell’euro”.

Durante il suo intervento Panetta ha anche precisato che l’eventuale introduzione dell’eurpo digitale non comporterebbe la fine del denaro contante: “Vi si affiancherebbe, senza sostituirlo – ha spiegato – e contribuirebbe a diversificare il panorama dei pagamenti, ampliando la scelta tra le diverse modalità di pagamento per i consumatori”.

In prospettiva, sarà anche importante adottare delle misure per evitare che l’introduzione della nuova moneta digitale possa danneggiare le banche commerciali: “Si potrebbe pensare a qualche limite per l’euro digitale – ha spiegato Panetta – con qualche limite esplicito o con incentivi relativi a un certo livello: e cioè con un programma di remunerazione ad esempio fino a 300 mila euro, valore medio dei depositi bancari nell’Eurozona, e con una penalizzazione per depositi superiori”. L’obiettivo di questra strategia sarebbe di “evitare la fuga dei depositi dalle banche commerciali: alla Bce non vogliamo indebolire le banche, tutt’altro”, ha detto Panetta.

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