Prospettive

Finance: semplificare la vendita di titoli e non solo…

Pubblicato il 01 Dic 2017

Blockchain per il finance

Continuiamo la nostra carrellata di esempi applicativi della blockchain con il settore nell’ambito del quale è nata, quello finanziario, per comprenderne gli impatti al di là della diffusione delle varie criptovalute (bitcoin, ether ecc.). Iniziamo con il dire che secondo CoinDesk, sito web informativo di riferimento a livello mondiale sulle tecnologie blockchain, 14 dei primi 30 grandi gruppi bancari internazionali hanno attivato una sperimentazione in questo ambito (per esempio Barclays in UK e JPMorgan in USA).

“L’elevata attenzione al tema è giustificata dalle allettanti promesse di benefici che la blockchain potrebbe portare: dal risparmio costi all’ottimizzazione dei processi, dalla massimizzazione della sicurezza a nuove fonti di ricavi. È tuttavia importante sottolineare che vi è ancora confusione sugli ambiti applicativi dove sarà realmente utilizzabile (transazioni p2p, transazioni internazionali, trade finance, ecc.) e incertezza sull’entità dei benefici rapportati ai costi e agli investimenti, considerando che a oggi i casi di successo sono ancora limitati”: è quanto afferma l’Osservatorio Digital Finance della School of Management del Politecnico di Milano che ha indagato il livello di diffusione del fenomeno in Italia compiendo una ricerca attraverso interviste al top management di oltre 40 attori (15 banche italiane, 5 esperti ed istituzioni italiane e internazionali, 20 fornitori e startup), l’analisi di oltre 100 soluzioni blockchain nel mondo, lo studio approfondito di oltre 60 startup internazionali e l’approfondimento di oltre 200 fonti indirette più rilevanti (articoli accademici, notizie, report professionali, ecc.). L’Osservatorio sottolinea che “anche le banche italiane sono consapevoli delle opportunità che le applicazioni della blockchain potranno avere nel medio-lungo termine, tuttavia sono ancora poche le sperimentatrici”, evidenziando che un importante supporto alle banche tradizionali arriva dalle startup, molto attive nell’ambito finance, che l’Osservatorio ha suddiviso in tre categorie:

  • le startup che sviluppano soluzioni verticali (16% del campione), ossia creano una blockchain ad hoc per uno specifico utilizzo (per esempio Ripple) o una blockchain multipurpose adattabile a vari utilizzi a seconda delle esigenze (per esempio Chain);
  • le startup che sviluppano soluzioni e offrono servizi grazie all’interazione con una blockchain già esistente (79% del campione), sfruttando ad esempio le caratteristiche di Bitcoin, di Ripple o di Ethereum;
  • infine le startup che hanno sviluppato soluzioni accessorie (5% del campione), che non comportano un’aggiunta di informazioni sulla blockchain di riferimento, come ad esempio Elliptic che permette di identificare attività illecite sulla blockchain Bitcoin.

Nasdaq Link per lo scambio di titoli in fase pre IPO

Come abbiamo scritto all’inizio, in questo articolo vogliamo indagare alcuni esempi che esulano dalle applicazioni relative alle criptovalute sulle cui evoluzioni bisognerebbe fare un servizio ad hoc, che, oltre ad approfondirne le evoluzioni tecnologiche, necessariamente dovrebbe affrontare anche questioni etiche e sociali (l’utilizzo da parte della criminalità organizzata) e normative e istituzionali (la posizione di Banca d’Italia e delle banche centrali dei vari paesi, piuttosto che della BCE ecc.).

Figura 1 – Nasdaq: il processo tradizionale e quello utilizzando la piattaforma Linq

Iniziamo dunque dalla piattaforma Nasdaq Linq (figura 1), basata su blockchain privata, sviluppata nel 2015 per lo scambio di titoli delle società non ancora quotate pubblicamente. Il processo di verifica degli scambi di titoli in fase pre IPO è molto complesso e oneroso in termini di tempo in quanto, se non si pone molta attenzione nella preparazione dei documenti, le parti corrono il rischio di violare le disposizioni giuridiche procedurali. L’utilizzo di Nasdaq Linq che memorizza in modo inviolabile le informazioni ha ridotto in modo drastico il tempo necessario per questa attività (nonché i costi relativi) nella sperimentazione che ha coinvolto 6 startup. La piattaforma non consente però di processare i pagamenti e gli emittenti sono costretti ad avviare una transazione tradizionale per acquistare realmente i titoli una volta registrato il passaggio di proprietà su Linq, ma è dello scorso maggio l’annuncio dell’accordo tra Citi, il colosso bancario americano, e Nasdaq per utilizzare il servizio di pagamento WorldLink della banca statunitense mediante la piattaforma CitiConnect for Blockchain; questo consentirà al Nasdaq di dare seguito a una richiesta di transazione da Linq a Citi al momento della registrazione della vendita o dell’acquisto del titolo. Entrambe le blockchain, quella del Nasdaq e quella di Citi, sono basate su Chain Core, messa a punto da Chain (società specializzata in blockchain per servizi finanziari), e l’accordo sembra precludere un’evoluzione dell’utilizzo della piattaforma per le società quotate pubblicamente a giudicare dal commento di Adam Ludwin, CEO di Chain, all’annuncio dell’accordo: “Nasdaq sa perfettamente che non si può utilizzare questo tipo di infrastruttura immediatamente sui titoli di società quotate. Non può essere questo il punto di partenza. Bisogna partire da un’attività [come quella degli scambi pre IPO ndr] dove sia possibile avere un maggiore controllo dell’intero processo”. E uno dei problemi principali che le varie sperimentazioni dovranno affrontare è proprio quello del volume della trasanzioni da gestire dato che la scalabilità è, come abbiamo visto negli articoli precedenti, uno dei principali problemi di questa tecnologia.

La piattaforma Corda del consorzio R3

“Lanciato nel settembre del 2015, R3 è nato dalla frustrazione condivisa tra banche e altri istituti finanziari di trovarsi a dover lavorare con piattaforme legacy che lottano per interoperare provocando inefficienze, rischi e una spirale di costi”, è quanto si legge nel sito del consorzio R3 che riunisce 80 tra banche, istituti finanziari, enti regolatori, associazioni e aziende di tecnologia per sviluppare Corda, una blockchain per il mondo finanziario. Nel marzo 2016 si è avuta la prima sperimentazione con lo scambio di bond in un progetto pilota che ha coinvolto 40 banche e il Consorzio sta lavorando all’integrazione di smart contract nella catena: nell’aprile dello scorso anno infatti Barclays ha sperimentato per la prima volta come Corda può essere combinata con smart contract nello scambio di derivati, prodotti finanziari che richiedono la produzione di un numero elevato di documenti e l’utilizzo della blockchain nel loro scambio ridurrebbe notevolmente i tempi.

Sempre nell’aprile dello scorso anno, R3 ha inoltre stretto un accordo strategico con Microsoft nominando Microsoft Azure e il suo servizio di Blockchain as a Service (figura 2) la piattaforma cloud di riferimento per il proprio Lab and Research Center mentre è di fine di maggio di quest’anno la notizia che R3 ha chiuso, dopo sette mesi di negoziati, un round record di finanziamenti per 107 milioni di dollari (raccolti tra 43 istituti finanziari, tra i quali Intel Capital) per continuare a sviluppare la piattaforma.

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