Semplicità, velocità, flessibilità: sono queste le tre parole chiave del Fintech. Prestiti erogati in 48 ore attraverso procedure interamente online in cui al richiedente basta inserire i propri dati anagrafici e quelli relativi al bilancio della propria impresa. Tutto questo avviene in seguito a una precisa analisi di solvibilità, attuata attraverso una combinazione sapiente di big data e machine learning. È proprio questa la semplicità delle Fintech: un’esperienza di utilizzo veloce e intuitiva, alla cui base vi è una struttura altamente sofisticata, creata sulla base di tecnologie disruptive.
Intelligenza artificiale: il game changer definitivo del Fintech
Considerata il game changer dell’industria, in qualsiasi settore merceologico, l’intelligenza artificiale è un megatrend riconosciuto da qualche anno e che il Covid ha rimesso al centro della scena con forza.
Fin dalle origini, negli anni Novanta, le reti neurali, algoritmi strutturati sul modello del cervello umano, avevano la capacità di apprendere e far deduzioni, a partire dall’elaborazione di un set di dati precostituito. Ma l’applicazione pratica di questa prima ondata è stata pressoché nulla: perché le macchine non possedevano la capacità di storage e di calcolo attuali. Oggi invece, grazie a pc in grado di eseguire centinaia di milioni di miliardi di operazioni al secondo, i robot sono in grado di imparare le mansioni degli operai alla catena di montaggio, mentre i software di machine learning riescono a “leggere” e catalogare documenti, scalando di fatto le capacità cognitive umane, rendendo più efficienti le aziende e più snelle le procedure. Oltre a liberare l’essere umano dalle mansioni più ripetitive e alienanti.
Nel mondo di banche e assicurazioni il machine learning può migliorare la sicurezza dei dati, ma anche le funzioni operative e di analisi. A fare da avanguardia nell’evoluzione sono ancora una volta le Fintech. L’intelligenza artificiale è ciò che dà a queste società la possibilità di valutare il merito di credito delle aziende richiedenti in 24 ore e di erogare il credito in pochi giorni, garantendo il più importante vantaggio competitivo.
La finanza, dalle reti neurali alla blockchain
Gli esempi potrebbero essere molti altri. Ed è chiaro il potenziale di trasformazione che questa tecnologia ha ancora in ambito finanziario dove le applicazioni sono ancora nella loro fase iniziale. E possono esprimere il loro meglio con la piena applicazione della PSD2, messa al momento nell’angolo dalla pandemia, che per ovvie ragioni, in questo momento rappresenta una questione molto più urgente.
Dunque, mentre l’intelligenza artificiale non ha ancora espresso sé stessa, una diversa tecnologia può farsi strada nel settore finanziario: la blockchain.
Famosa al momento per essere il sottostante di tutte le criptovalute, ha il vantaggio di essere rapida, realmente accessibile da ogni angolo del pianeta e con costi bassi, oltre che sicura e ha davvero il potenziale per rivoluzionare il mondo delle transazioni finanziarie.
A livello tecnico si presenta come un registro digitale aperto e distribuito, capace di memorizzare blocchi di dati in modo sicuro, verificabile e permanente: i blocchi sono legati gli uni agli altri in ordine cronologico. La caratteristica chiave è che i blocchi non sono modificabili senza alterare tutta la catena (operazione che richiederebbe il consenso di tutta la rete). La validazione di ogni blocco è un processo complesso che richiede molto tempo, ma la crittografia garantisce robustezza e sicurezza al sistema.
Secondo il Polimi, seppure la blockchain rimanga una scoperta recente per le aziende italiane, i 18 progetti avviati nel corso del 2020 garantiscono all’Italia una posizione all’interno della top ten dei paesi con più iniziative in questo campo, pur considerando la frenata degli investimenti dovuta dalla pandemia (-23% nel 2020 rispetto al 2019): dallo Spunta Project di Abi, che coinvolge tutte le banche italiane in un progetto basato appunto sulla blockchain, alla European Blockchain Service Infrastructure (EBSI), voluta dalla Commissione Europea.
Allo stesso tempo però le Banche centrali si stanno interessando a questa tecnologia, studiandone potenzialità e limiti per l’emissione delle proprie valute digitali. Come nel caso dell’AI, questi progetti sono accomunati dall’obiettivo di creare sistemi semplici nei processi e nella user experience. È questo il motivo per cui sono e continueranno a dimostrarsi vincenti.