Food, Logistica, Viaggi, Sanità al Think Roma si va Oltre la Blockchain

Casi concreti, roadmap e soluzioni all’evento romano di IBM dedicato all’innovazione arriva dalle imprese e dalle startup la testimonianza di come la blockchain stia cambiando il modo di ripensare le filiere, i processi, la produzione e soprattutto sta contribuendo a portare fiducia nei rapporti tra le imprese

Pubblicato il 04 Nov 2018

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Fiducia, Trasparenza, Autenticità. Sul palco dell’IBM Think Roma 2018 la blockchain va oltre la tecnologia, la visione, la sperimentazione per fissare e consolidare un rapporto concreto con la realtà dei cittadini, delle imprese, delle organizzazioni. E porta proprio questi tre valori: Fiducia, Trasparenza, Autenticità in alcuni ambiti della nostra vita sociale e professionale tra i più importanti più importanti e significativi come il cibo, la salute, la logistica, i trasporti, i viaggi, la qualità dell’informazione. Nel rispetto del format Think anche a Roma le testimonianze portano esempi e percorsi chiari, concreti, di come la blockchain sta già aiutando ad avere cibi più sicuri, punti vendita più affidabili nelle proposte di prodotti certificati, servizi di logistica più efficienti, farmaci e dati sanitari accessibili e nello stesso tempo sicuri, ma anche opinioni e recensioni più attendibili e protette dal rischio “fake”. E questa volta le esperienze e le soluzioni sono molto diverse e in alcuni casi impattano direttamente sulla nostra vita sociale e quotidiana in altri esprimono il loro valore nei processi tra le imprese ma tutte insieme, permettono di comprendere, nel rispetto del titolo dell’evento scelto da IBM Think – che siamo Oltre la Blockchain ma che siamo nel mondo reale.

Un ecosistema per la blockchain

Andrea Agnello, Solutions & Industry Business Development Director, IBM Italia

Andrea Agnello, Solutions & Industry Business Development Director, IBM Italia parte proprio dalla Fiducia, dalla Trasparenza e dall’Autenticità per sottolineare l’approccio IBM in chiave di ecosistema tra partner. “Le scelte che accompagnano lo sviluppo di progetti blockchain – osserva – sono scelte di sistema, che coinvolgono aspetti legati alla tecnologia, ai processi, all’organizzazione. La strategia di IBM si basa sul rispetto degli standard, sulla scelta strategica dell’Open Source e da un grande lavoro di integrazione tra le migliori competenze e le migliori soluzioni in una logica di ecosistema garantendo e portando sempre anche un contributo di sviluppo sulla governance”.

In questo senso Agnello sottolinea il ruolo e la importanza della blockchain per la valorizzazione di un asset così importante come il Made in Italy, nel food, nel fashion, nel retail e in tutti quegli ambiti dove il valore della qualità necessita di una protezione basata su certificazioni affidabili, sicure, protette e riconosciute a livello internazionale. Ecco che  emerge l’importanza di sapere affrontare questi progetti con un respiro sovranazionale con una logica da ecosistema. Nello stesso tempo Agnello mette in evidenza che la logica della partnership va letta anche in chiave locale. “Così come affrontiamo progetti strategici con un approccio di partnership, così lavoriamo a livello locale, con imprese del territorio, anche di medie e piccole dimensioni. E in questo caso l’ecosistema è anche quello dei partner, delle imprese che con noi portano innovazione verso le PMI e verso le organizzazioni locali e le aiutano, anche con la blockchain, nei loro processi di trasformazione digitale”.

Dal food ai trasporti: con fiducia, trasparenza e autenticità

Due delle grandi sfide blockchain affrontate da IBM riguardano proprio il food e la logistica ed è proprio qui che porta l’attenzione Fabio Malosio – Blockchain Solution Leader, IBM Italia. “La blockchain è un processo e un progetto collaborativo – afferma -. Non si fa blockchain da soli, non lo fa un’azienda da sola e non lo fa un paese da solo ed è per questo che i progetti avviati si basano su ecosistemi dove la premessa è quella di garantire  i valori dell’interoperabilità e della sicurezza a livello sovranazionale, proprio perché la blockchain esprime le sue potenzialità nel momento in cui è nella condizione di garantire accesso, interoperabilità, regole condivise, ovvero quando nasce nel rispetto di standard e logiche collaborative.

Fabio Malosio, Blockchain Solution Leader, IBM Italia.

Il percorso blockchain di Malosio tocca i temi che attengono alla realizzazione degli ecosistemi, della privacy dei dati, degli standard e delle certificazioni. Ma perché è importante parlarne in questo modo Italia? “Perché – osserva Malosio – ci sono le condizioni per proteggere e valorizzare in modo nuovo i valori del Made in Italy. Perché è inaccettabile che il volume d’affari dei prodotti che sfruttano l’Italian Sounding arrivi a 90 miliardi di euro a livello globale, un valore che negli ultimi dieci anni è cresciuto drammaticamente del 70% a testimonianza sia di quanto sia importante la qualità del prodotto italiano ma anche di quanto sia agguerrita la concorrenza “sleale” ai nostri prodotti tanto che è in grado di generare un valore che è il triplo del fatturato dell’export italiano del settore alimentare”. Questo dato appare evidentemente come una minaccia per il Made in Italy alimentare che reclama a gran voce la necessità di protezione e di garantire tanto la provenienza quanto l’unicità di processi che sono alla base di una qualità che “non si può e non si deve replicare”. Per altri aspetti poi Malosio invita a considerare anche gli aspetti della salute legati al mondo alimentare.  “Ogni anno una persona su 10 si ammala e oltre 4o0.000 persone muoiono a causa di cibo contaminato”. E con questi numeri Malosio chiama in causa anche il tema della garanzia della salute dei cibi. Peraltro già oggi per le inefficienze e per l’incapacità di proteggere la qualità e l’affidabilità dei prodotti le aziende affrontano costi enormi. Ad esempio i casi di richiamo di food dell’industria agroalimentare sono raddoppiati in numero dal 2002 con un prezzo elevatissimo per la collettività e per le imprese. Il tutto infine incide proprio sulla fiducia complessiva e ha generato un clima di scarsa fiducia se si pensa che solo 1 consumatore su 4 dichiara di avere veramente fiducia nell’attuale “Food System”.

IBM Food Trust

Questo scenario e le prospettive di sviluppo fanno del food un mercato strategico che IBM affronta con la “IBM Food Trust“, una soluzione costituita da un insieme di moduli per le aree legate alla produzione e commercializzazione più “affamate” di Fiducia, Trasparenza, Autenticità. Nel dettaglio la blockchain IBM èporta risposte nuove a livello di  Trace & Recall, di Data Entry & Access congestione di accessi e conferimento dati permissioned e con soluzioni di Secure Document Storage e con moduli per il Certificate Management. Moduli e soluzioni – sottolinea Malosio – che hanno lo scopo di dare risposte a tutti i componenti dell’ecosistema agrifood: a partire dalle imprese agricole, alle aziende di trasformazione, ai produttori alimentari, ai distributori, al retail, agli operatori logistici e passando su un altro ambito ai regolatori, agli enti di certificazione, alle associazioni e ai consorzi e infine e volgiamo dire soprattutto ai consumatori finali.

La certificazione e la sicurezza alimentare

Filippo Briguglio, Professore ordinario di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, direttore del master sulla sicurezza alimentare dell’Università di Bologna

Nello specifico sul tema dei regolatori e della certificazione alimentare arriva il contributo di Filippo Briguglio, Professore ordinario di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, direttore del master sulla sicurezza alimentare dell’Università di Bologna. Briguglio porta l’attenzione sulla necessità di mettere in parallelo la capacità della tecnologia di fornire, grazie alla blockchain nuove soluzioni per garantire la certezza e la qualità del dato che deve accompagnare la produzione alimentare, con una innovazione nei processi e nelle regole.

Briguglio focalizza l’attenzione su un mercato specifico, quello dei prodotti per “vegetariani e vegani” e ricorda che negli ultimi 5 anni è cresciuto del 240%. In particolare, poi i prodotti di gastronomia vegetale sono passati da 11 a 79 milioni negli ultimi 5 anni. E per questo mercato la previsione è di arrivare nel 2020 ad un valore di oltre 600 milioni di euro”. Per dare garanzie a questi consumatori l’Europa sta procedendo verso una definizione giuridica dei termini “vegano” e “vegetariano” ed è proprio qui che si colloca una nuova iniziativa nata come spinoff della Alma Mater Studiorum – Università di Bologna che si propone come Organismo Superiore di certificazione Vegan, con funzione di organo terzo imparziale di controllo a difesa del consumatore.

Ed è sempre qui che arriva il punto di contatto e di relazione con la Blockchain. “Per avere prodotti vegani sicuri è necessario disporre – spiega –  di una tracciabilità di filiera garantita e sicura e grazie al tracking su Blockchain è possibile garantire l’autenticità delle materie prime, la loro conformità al disciplinare Vegan internazionale e la totale trasparenza della catena di approvvigionamento. E’ cioè possibile fare innovazione – sicura basata sui dati – a livello di supply chain”.

Blindare la blockchain

Ma l’altro grande tema che Briguglio porta a Think Roma è ancora una volta perfettamente in tema con lo spirito di andare oltre la Blockchain. Il docente mette in evidenza l’approccio con cui è necessario pensare al prima e al dopo della blockchain e per avere la massima certezza e sicurezza occorre “blindare la blockchain”. Occorre cioè lavorare su due fasi fondamentali che sono “Be4Blockchain”, (before Blockchain) e After Blockchain per costruire un modello che sia in grado di controllare il dato prima che arrivi sulla blockchain, grazie alle verifiche di terze parti e anche con test di laboratorio e per attivare e conferire dati “sicuri” alla blockchain. Ma ci deve esser anche un dopo, per ridurre e rischi e offrire maggiori garanzie. E qui si agisce con controlli a campione sui prodotti che arrivano sugli scaffali. Per il consumatore, con questo modello, questa soluzione e questo processo, si arriva ad avere al vegan sicuro, dove il consumatore con il suo Smartphone, utilizzando un QR Code, può ottenere numerose informazioni che rendono molto più sicura e consapevole l’esperienza di acquisto dei prodotti.

Ma il Think di Oltre la Blockchain non si ferma al Food e non a caso un altro ambito dove la realtà della Blockchain sta già dimostrando la capacità di portare Fiducia, Trasparenza, Autenticità e tanta efficienza è rappresentato dal mondo della logistica. In particolare lo sguardo è puntato sul trasporto di container. Un mondo dove le criticità si esprimono con numeri davvero importanti e non sono così “visibili” come accade per il tema delle frodi alimentari.

Si calcola che nel mondo sono in movimento ogni giorno qualcosa come 20 milioni di container in viaggio contemporaneamente e che sempre ogni anno almeno 10 mila di questi container “spariscono nel nulla”. Numeri impressionanti tanto che se l’industria del trasporto navale fosse un Paese, sarebbe il sesto Paese più inquinante del mondo anche in considerazione del fatto che una nave porta container percorre in un anno centinaia di migliaia di chilometri, hanno dimensioni enormi che superano i 400 metri e hanno una capacità di trasporto in termini di migliaia di container. Tutto questo viene stimato in un costo “global trade” superiore a 1.800 miliardi di dollari all’anno.

TradeLens: la blockchain nella logistica dei container

E’ qui che si colloca il progetto in chiave di ecosistema TradeLens concepito per raggiungere due grandi obiettivi grazie anche all’utilizzo della blockchain: creare una gestione dello Shipping Information Pipeline  fornendo una visibilità end-to-end della filiera a tutti gli attori e in real time e gestendo tutta la componente di document management in forma di Paperless Trade. Grazie alla digitalizzazione di tutti i documenti dei beni, dei workflow di firma, dei processi di verifica e di approvazione TradeLens garantisce a tutto l’ecosistema degli attori una vista univoca, chiara e “trusted” di tutti gli eventi collegati ai servizi di spedizione. Il che permette a una “filiera estremamente complessa” composta da Shippers, Supply Chain Actors, Transportation Management Systems, Autorità, Terminal Operating Systems, Gestori di sistemi portuali, Gestori di servizi logistici, gestori di terminali, enti e servizi controllo così come compagnie di navigazione e società dedicate al trasporto terrestre DI disporre di una unica piattaforma comune basata sulla blockchain.

La blockchain contro le recensioni fake

Michele Cignarale, Co-founfer & CIO TBoxChain

Ma è sempre la blockchain che può essere di supporto in altri tipi di viaggi, ovvero può portare ancora una volta Fiducia, Trasparenza, Autenticità in un ambito, quello delle recensioni e più in generale nella gestione delle opinioni e dei commenti a prodotti e servizi ,che ha bisogno di proteggersi dall’”effetto fake”.

E’ l’idea di TBoxChain e di Michele Cignarale, Co-founder & CIO della società che si presenta come certified & distributed blockchain reviews system. Anche Cignarale parte di dati, questa volta non sono numeri di business ma numeri che rappresentano un fenomeno sociale e che incidono sul nostro rapporto di fiducia con il mondo delle informazioni. Purtroppo, il 74% delle persone ha letto almeno una falsa recensione nell’ultimo anno e quasi il 90% di queste persone non è stato in grado di capire che si trattava di false recensioni. Nello stesso tempo è provato che le recensioni influenzano in modo rilevante molte nostre decisioni di acquisto e dunque di business. Ecco che riuscire a creare recensioni che sono seguite permette di “indirizzare” scelte d’acquisto. E si entra direttamente così nel mondo delle recensioni “false” costruite ad arte per influenzare in modo scorretto le scelte dei lettori. Come difendersi da questa “mancanza di verità”? La risposta di Cignarale si chiama blockchain, o meglio TBoxChain una soluzione che portare anche in questo ambito la capacità della blockchain di tracciare e di proteggere i dati conferiti. A questo si aggiunge un “pre” rappresentato da una soluzione “hardware”, un apparato che permette di garantire e certificare due parametri fondamentali nell’affidabilità di una recensione di viaggio: l’identità del soggetto e la certezza che sia effettivamente in quel luogo in quel momento.

Grazie a una app e all’appartenenza alla comunità di TBoxChain (definita da Cignarale come Comunità di cittadinanza temporanea) l’utente può inserire una recensione certificata solo se ha acquisto un token crittografato valido sul proprio smartphone grazie alla T-Box che trova presso il locale, la struttura, l’impresa che ha erogato il servizio di ospitalità o di ristorazione o di viaggio. Con il token crittografico il sistema è in grado di controllare l’impronta geografica del dispositivo della persona che desidera lasciare una recensione con quella relativa alla T-Box presente nella struttura offrendo dunque la garanzia della presenza fisica.

A questo punto, come sottolinea Cignarale, il cittadino diventa un cittadino 3.0 e potrà inserire una recensione certificata nel sistema. E’ un impegno che però viene premiato e infatti per questa recensione al massimo livello di affidabilità il recensore riceve una certa quantità di punti fiducia TBox denominati XTB  che possono essere spesi all’interno dello stesso circuito TBoxChain. Una soluzione che permette di ottenere recensioni affidabili, gestione delle identità, tracciabilità delle informazioni e dunque reputazione con la possibilità di sviluppare incentivi che possono a loro volta permettere di sviluppare nuove forme di marketing, ad esempio a livello territoriale.

Blockchain for Health

Rossella De Gaetano STSM, Global Search and Tagging IBM Cloud Platform in IBM Italia.

Dal viaggio di piacere alla salute il salto sembra molto grande, ma le circostanze della realtà rischiano a volte di avvicinarlo. Ad esempio, se siamo in viaggio e abbiamo un problema di salute all’estero, come ci comportiamo? Potrebbe essere molto utile se il medico al quale ci rivolgiamo potesse accedere direttamente – ma nel rispetto massimo delle normative sulla privacy – ai nostri dati sanitari personali, alla nostra cartella medica, se potesse avere accesso alle terapie che abbiamo in corso o che abbiamo subito.  Oggi non è così e non ci sono le condizioni tecnologiche e di governance per attuarlo a meno di non ricorrere alla blockchain. Ed è qui che si colloca il progetto Blockchain for Health di Rossella De Gaetano STSM, Global Search and Tagging IBM Cloud Platform in IBM Italia. A fronte di uno scenario del mondo sanitario con necessità come la ottimizzazione dell’acquisto dei farmaci ed il loro smaltimento, aumentare i controlli sulla qualità dei farmaci, ridurre i fattori rischio legati all’utilizzo di farmaci inadeguati, far crescere l’efficacia delle prescrizioni mediche, condividere informazioni e dati ad elevato livello di delicatezza e di sensibilità e nello stesso tempo assicurare il rispetto della legislazione corrente, ecco che serve ancora una volta ricorrere alla blockchain.

In questo caso l’obiettivo è quello di dare vita a una soluzione che permetta di gestire in modo affidabile, scalabile e sicuro il tracking del ciclo di vita dei farmaci, delle ricette mediche e dell’anamnesi dei pazienti. Rossella De Gaetano spiega che con Blockchain for Health si arriva ancora una volta alla creazione di un ecosistema composto questa volta da pazienti, medici, case farmaceutiche, farmacie, istituzioni come il Ministero della Sanità. La blockchain è costruita per dare vita a un permissioned network dove ciascun attore opera sulla base di specifici permessi e dove, ad esempio i farmaci e le ricette sono tracciate immutabilmente per tutto il loro ciclo di vita. L’ecosistema gestito da questo sistema ha la blockchain di IBM al centro e vede ruotare tutti i processi dall’acquisto delle medicine, ai controlli degli enti regolatori e del ministero della Sanità, alle attività dell’industria farmaceutica, a quelle degli enti di certificazione e di tutti gli altri componenti, dagli attori della logistica farmaceutica, alle farmacie sino ai medici e al ricettario medico per arrivare ai pazienti.

In questo grande ecosistema il tema è nella centralità del dato, nella sua qualità e affidabilità e nella capacità del sistema di farlo circolare e garantire l’accesso solo a coloro che hanno i diritti necessari per poterlo visionare.

Un ambiente questo che come sottolinea De Gaetano mette chiaramente in evidenza come la blockchain sia da mettere prima di tutto e soprattutto in relazione con il tema della governance, con un sistema di regole, di comportamenti, di azioni che consentono a un ecosistema complesso come quello che anima il mondo della sanità di poter condividere in modo sicuro informazioni nel rispetto della privacy e della sicurezza di tutti i soggetti e di tutti gli attori.

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